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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

A QUARTO, FALSI NOMADI ARRESTATI DAI CARABINIERI


Nei parcheggi dei supermercati capita spesso di essere seguiti da giovani zingari che chiedono l’elemosina, o si appropriano del carrello ormai svuotato, per riportarlo e recuperare la moneta inclusa.


A volte, se sono troppo numerosi e insistenti, i clienti protestano presso la direzione, che a sua volta chiama i carabinieri.


Singolare è invece quanto accaduto, qualche giorno fa, nel parcheggio del Mega Centro Commerciale Metà di Quarto (GE).


Due ragazze scalze, con abiti informi, stracciati, lunghe gonne variopinte e vistosi orecchini d'oro, abbordavano i clienti, elemosinando con insistenza qualche euro.


Parevano di etnia Sinti, ma potevano anche essere Rom o Kalé, o Sainén Kikalè: avevano l’apparenza, l’indigenza, l’insistenza, persino l’essenza (non proprio lavanda di Provenza) della zingara autentica e nessuno faceva loro caso.


Solo un uomo, il signor Poi Rino di Genova, si è insospettito perché, come ha avuto modo di spiegare più tardi alle forze dell’ordine, una delle due zingare, nell’avvicinarsi con la mano tesa, invece della solita cantilena questuante, avrebbe detto: “Prego, patente e libretto”.


Curiosa espressione per una zingara, se pure Sinti e con i capelli neri, o Rom, con i capelli stinti.


Così il Poi ha, prima di tutto, avvisato i carabinieri e poi gli altri clienti che stavano uscendo dal supermercato.


Le due giovani, tirandosi su le lunghe sottane, se la sono data a gambe. Proprio le gambe, una volta scoperte, le hanno tradite: si sono rivelate troppo muscolose e soprattutto villose, anche per una ragazza che non conosca l'uso del silkepil.


Forse i carabinieri, giunti sul luogo in ritardo per le confuse indicazioni ricevute, prima dal Poi e poi dal navigatore guasto, non sarebbero riusciti a raggiungerle, se oltre il parcheggio non ci fosse un terreno incolto, coperto di rigogliose ortiche.


Le due, scalze, come s’è detto, sono state trovate subito dopo, in un fosso poco lontano, intente a giocare una speciale edizione di gratta e vinci.


Ma non erano volti nuovi per i carabinieri, che le hanno immediatamente riconosciute: non si trattava di Rom, e nemmeno di Sinti, bensì di due colleghi dell’Arma, che, oberati dai debiti, dal mutuo e dalla rata IMU, avevano studiato il travestimento per spillare qualche euro, nel tempo libero dai turni di caserma.

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Stefania Benemerita (GIUGNO 2013)

La Metà di Quarto, praticamente un ottavo

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MRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

IL RIFATTO QUOTIDIANO


Sono sempre più numerosi i ricorsi alla chirurgia plastica per rifarsi parti del corpo ritenute imperfette o semplicemente insoddisfacenti


Qualche giorno fa, Il processo di Miss Cardi, il noto programma in diretta Streaminzita TV che affronta controversie di materia giuridica, riguardava una lite tra coniugi sulle spese sostenute per la chirurgia plastica.


Lei si era rifatta il seno e lui i polpacci, ma i polpacci erano costati di più. Inoltre, sosteneva la moglie, del suo seno rifatto aveva usufruito anche lui, mentre lei, dei polpacci nuovi del marito non sapeva che farsene.


Perciò lei chiedeva un rimborso, mettendo l’ex marito in seria difficoltà: non poteva certo restituire le protesi al chirurgo per riavere i soldi.


Gli interventi di chirurgia estetica sono sempre più diffusi: si regalano a Natale e agli anniversari e, pur di poter dire di essersi rifatti qualcosa, ci si inventa difetti senza senso, come il dito a falce (sodale del dito a martello), e operazioni innovative come la lipopittura (dopo la liposcultura) o il lifting dei talloni, detto anche achilloplastica. E i tribunali si trovano a dover risolvere controversie come quella descritta.


Le denunce più frequenti sono quelle dei pazienti nei confronti dei chirurghi. Si fa causa per la taglia sbagliata del seno o la forma del naso: di grande impatto emotivo il caso della signora che aveva chiesto al chirurgo un naso “alla Moore”, intendendo Demi Moore, e invece si è ritrovata sul suo bel faccino il nasone di Michael Moore, il grande (e grosso) regista americano.


Seguono poi le cause per gli zigomi a spigolo di comodino (denunciati soprattutto dai motociclisti, perché squarciano l’imbottitura dei caschi), e le labbra a canotto di salvataggio, che a volte si sgonfiano (esattamente come i canotti veri, ma, per fortuna, non affoga nessuno).


Si discute molto anche di ‘ritocchini’.


Una signora di Rovereto ha citato il suo chirurgo per uno di questi interventi cosiddetti mini invasivi alle orecchie, che effettivamente erano un po’ a sventola, anche se non era parente dell’onorevole Giarda.


Dopo l’intervento la signora aveva cominciato a soffrire di acufeni, cioè fischi e rumoretti vari, che sentiva solo lei. Il chirurgo provò a correggere l’orientamento dei padiglioni (della paziente, non della clinica), ma a seguito del ritocchino la paziente udiva un rintocchino di campane, ogni volta che tossiva o starnutiva.


E non si creda che siano solo le donne a chiedere aiuto alla chirurgia.


La blefaroplastica, ad esempio, cioè il ritocco alle palpebre cascanti, è un intervento richiesto da molti uomini. A una certa età, stufi di rifarsi gli occhi davanti ai film porno, si rifanno le palpebre.


Ormai tutto ciò che concerne il corpo è prezioso, e guai a danneggiarlo, anche minimamente.


Persino i parrucchieri devono rispondere davanti al giudice se il risultato dei loro trattamenti non è quello previsto.


-Avevo chiesto la tinta Biondo Noce del Tanganica Semi Chiaro e mi ritrovo questo Bruno Mogano Intenso della Rodhesia, che mi sta malissimo- reclama una signora che si è rivolta al Giudice di Pace. Il Giudice guarda la signora e, pur chiedendosi in cuor suo come un diverso colore di capelli potrebbe migliorarne l’aspetto, stabilisce comunque un modico risarcimento: essere giudici di pace vuol dire appunto non scatenare una guerra, cercando di far ragionare una donna.


Ultimamente vanno di moda interventi su parti anatomiche di solito tenute nascoste, e i chirurghi plastici si tutelano con super assicurazioni: se sfugge il controllo del bisturi sui gioielli di famiglia del paziente, per risarcirlo dovrebbe vendersi tutti i gioielli della famiglia, la sua, quella dei suoi genitori, dei suoi figli e nipoti, fino alla terza generazione.


Ma perché molti uomini accettano qualche ruga sulla pelle, ma non sulle palle? Resta un mistero. La scienza ha spiegato tante cose, persino il bosone di Higgs, ma questa no.

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Stefania Marello (MAGGIO 2013)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

CRISI MONETARIA: BANKITALIA NOMINA TRE SAGGI DELL’ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI


DOVRANNO REDIGERE UNA RELAZIONE SULL’OPPORTUNITÀ PER L’ITALIA DI USCIRE DALLA ZONA €URO


Grande preoccupazione ai vertici della BCE per questo incarico.


Intanto ci si chiede: perché proprio tre? Vi sono almeno tre validi motivi.


1) Tre saggi su Cinque Cereali fa praticamente tre quinti di Accademia, ovvero un’Accademia diviso cinque per tre: una frazione di saggezza sufficiente a indirizzare le scelte economiche e politiche dell’Italia.


2) Tre è il numero perfetto e compare con una certa regolarità nella storia, a rappresentare di volta in volta la difesa del potere (I tre moschettieri), l’avventura e la sfida alle forze naturali (Tre uomini in barca) la rivalsa dei deboli sui tiranni (I tre porcellini e il lupo cattivo), la forza della fede (I tre dell’ave Maria), la forza del sapere (I Treccani), e la forza della rassegnazione (I Trenitalia).

Infine tre sono i componenti di una coppia in procinto di scoppiare.


3) Non c’è due senza tre.


Dopo una serie di test attitudinali i tre saggi sono stati “saggiati” attraverso il superamento delle solite tre prove: prova del fuoco, prova del nove e prova e vedrai.


Tutti e tre le hanno superate brillantemente, come c’era da aspettarsi.


Ora sono in riunione segreta permanente nel bar della stazione di Tres, in provincia di Trento, dove, coordinati dal Ragionier Ben Kalcholay di Bankitalia, stanno elaborando una nuova politica monetaria, basata sul ritorno alla lira e sul progetto dal nome ambizioso “Tutti ’sti zeri dove li metto?” sullo studio della nuova modulistica bancaria.


La fase successiva prevede esperimenti sul possibile riciclo e/o sullo smaltimento ottimale e non inquinante delle banconote.


Nella foto i tre saggi, in una breve conferenza-stampa concessa ai giornalisti durante la pausa caffè, mostrano uno degli utilizzi possibili, dopo un semplice trattamento di igienizzazione.

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L’€uro è ormai a pezzi, come si può osservare nella foto seguente.


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Le monete saranno per il momento conservate in un deposito-tunnel scavato sotto il Gran Sasso.

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Il futuro dell’€uro (dettagli)


Una nuova corrente di pensiero sta tuttavia aggiungendo motivi di perplessità sul futuro monetario italiano. Nel corso del “Simposio Internazionale sull’€uro e i suoi derivati”, svoltosi presso l’Hotel Trecanguri di Torrazza Piemonte, tutti gli aspetti sono stati valutati dai principali esperti valutari.


I convenuti hanno convenuto che l’avvento dell’€uro, secondo questa formula, caldeggiata da tutti i maggiori “inesperti” convocati per decidere a suo tempo, e coinvolti nello stabilirne i parametri, ha dimezzato il potere d’acquisto degli italiani. Tuttavia, una consistente fazione “contrarian” al ritorno alla Lira, da più parti invocato, sostiene che la pezza sarebbe peggiore del buco. Il principale effetto collaterale sarebbe un ulteriore dimezzamento del potere di acquisto degli italiani medesimo. Cioè, il viaggio andata-ritorno dalla Lira all’€uro alla Lira servirebbe solo a ridurre a un quarto il valore dei soldi che si avevano all’inizio.


L’ultimo, ma non meno significativo, effetto collaterale riguarda l’utilizzo della valuta qui ampiamente documentato: nel caso gli italiani non avessero a disposizione tale €uro, dovrebbero ottemperare con dispositivi d’emergenza. Lo scenario più probabile vede gli italiani che si disputano il quotidiano dismesso dal bar, per ridurlo religiosamente in rettangolini da 7,75 x 11,25 centimetri, da apporre a un chiodo, stile latrina di campagna del nonno negli anni ’60.

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M & M & M - Marello & Marchiori & Miglio – ACC (LUGLIO 2013)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

ARRIVA IL COMPUTER CHE RICONOSCE I PENSIERI


Alcuni ricercatori dell’Università di Pisa hanno messo a punto nuove metodologie di analisi dell'attività dei neuroni, che porterebbero addirittura a 'leggere' nella mente delle persone.


L’obiettivo della ricerca era mettere a punto sofisticate interfacce cervello-computer, che permettano ai disabili di comandare alcuni dispositivi, con la sola forza della mente.


“Solo 5 anni fa era fantascienza” osserva il coordinatore della ricerca “ma oggi il computer distingue al 90% «l'alfabeto» utilizzato dalle diverse aree del cervello, preposte al pensiero”.


Tutto questo è molto affascinante, ma, a pensarci bene, anche un tantino inquietante.


Eravamo convinti che il pensiero fosse impenetrabile, pronti a dare del truffatore a chi si spacciava capace di leggerlo. E d’altra parte è sempre stato un sollievo esprimere, almeno nel segreto confessionale della mente, anche i nostri sentimenti peggiori: poter insultare il capoufficio, mandare a stendere la suocera, dare della grassona alla portinaia e, nel promettere eterno amore a una ragazza sperando di portarsela a letto, pensare già alle scuse per scaricarla il giorno dopo.


Invece ecco il colpo basso: esiste la concreta possibilità che un computer possa carpire i segreti delle nostre anime.


Questa scoperta, se pure destinata, come dicono i ricercatori, ad aiutare le persone con grave disabilità ad essere più autonome, apre scenari fino a ieri impensabili.


La prima cosa che ci viene in mente è che dovremo imparare a controllare i pensieri.


Voi credete che sia facile? Vi metto subito alla prova. Se io dico “Non pensate ad un maiale blu!” qual è la vostra prima reazione? Non c’è santo: pensate immediatamente ad un maiale blu.


Non a un maiale rosa o verde a pois neri, ma proprio a un porcello di un bel colore carta da zucchero. Perché il nostro cervello funziona così: più ti sforzi di non pensare ad una cosa e più ti torna in mente, fino all’ossessione.


Un mio amico mi raccontò una volta di aver conosciuto una ragazza, bella, bionda, alta, con un corpo da sballo. Ma aveva un piccolo difetto: non proprio baffetti, ma, come dire, un’accentuata peluria bionda sul labbro superiore.


“È più forte di me” diceva il mio amico “Mi ricorda il ritratto di Giuseppe Garibaldi”. E, con tutto il rispetto per l’eroe dei due mondi, Garibaldi non era esattamente il suo tipo.


L’aveva invitata alcune volte a cena e poi al cinema e lei sembrava disponibile. Ma lui non riusciva a combinare niente perché, pur sforzandosi di non pensarci, anche al buio, nell’ultima fila di poltrone del cinema, ogni volta che si avvicinava per baciarla, gli veniva in mente la faccia di Garibaldi.


Questo è solo un esempio tra i tanti, per spiegare quanto sia difficile controllare l’attività cerebrale.


Supponiamo per un momento che questo tipo di computer si perfezioni e si diffonda; che, dopo un periodo di collaudo, di utilizzo esclusivo da parte dei disabili, venga prodotto in serie, a prezzi accessibili, com’è stato per tante diavolerie tecnologiche moderne.


Sarebbe una catastrofe. Chiunque lo possegga potrebbe puntarlo alla nostra testa e captare, nere su schermo bianco, tutte le cazzate che pensiamo.


I tribunali sarebbero subissati di denunce per insulti, per stalking, per turpiloquio e bestemmia in luoghi pubblici. Sarebbe il disordine sociale, la guerra civile.


Perché così è la razza umana, perché anche le persone più oneste, più trasparenti e buone, anche Don Ciotti e Gandhi e Maria Teresa di Calcutta, ci scommetterei, sono stati visitati almeno una volta da qualche pensiero cattivello.


L’ unica salvezza, dunque, sarà imparare a controllare il pensiero, continuamente e in ogni luogo in cui siano presenti altre persone, dotate di quel diabolico marchingegno.


Possiamo immaginare che sarebbero organizzati appositi corsi, nelle scuole, nelle Università, al Cepu. Corsi tipo Controllo del Pensiero Involontario I e II, Come disattivare l’area di generazione degli insulti, Autodisciplina del Turpiloquio Mentale, Metodi e tecniche per la purificazione dei pensieri impuri, corsi nei quali il docente, seduto al computer lettore di pensiero, controllerà i pensieri degli alunni.


Quando dirà: “Ora basta pensieri! Il primo che pensa ancora a qualcosa avrà dieci esercizi in più per la prossima volta!” tutti gli alunni si sforzeranno di fare tabula rasa nella propria testa, che è una cosa, abbiamo detto, difficilissima.


Comunque, non invidierei mai quei poveri docenti, soprattutto se donne giovani e belle: sullo schermo leggeranno, confusi e mezzo cancellati, i pensieri di decine di studenti che si stanno esercitando nell’autocensura cerebrale.


“Azz... che gran pezz cioè no! che brava e simpatica insegnante... mii che gnoc, ops scusi... quattro terzi pigreco... diviso due... du balle così... ma quando finisce sto strazio?” e così per tutta la durata della lezione.


Gli unici a non avere problemi sarebbero coloro che già oggi parlano senza pensare.


Uomini e donne dall’ apparente conformità alla specie Sapiens, che però dicono ogni stupidaggine che passa loro per la testa, senza preoccuparsi delle conseguenze.


Uomini e donne oggi criticati aspramente, perché avrebbero il compito di prendere decisioni importanti per il Paese e invece si fanno gli affari loro, dormono quando c’è da pensare e fanno casino quando farebbero meglio a dormire, ma che domani saranno perfetti per l’era del pensiero trasparente.


Strano, mi sembra quasi di captare qualcosa... State pensando anche voi alle stesse persone?

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Stefania Marello (MAGGIO 2013)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

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