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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

BREVE STORIA DELLA DENTIERA

A CURA DI SAI STORIA? E DEGLI AMICI DELL’ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI

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Gli uomini primitivi non usavano dentiere. Questo non perché avessero i denti sani, ma perché morivano piuttosto giovani, prima di perdere i denti.


Durante il Periodo Anoressico e il Periodo Cretinaceo (caratterizzato dalle palafitte costruite direttamente sui fiumi infestati dai coccodrilli) molti morivano con ancora i denti da latte.


I primi nella storia dell’umanità a portare la dentiera furono gli Etruschi, che, intorno al IV sec a.C. scolpivano denti finti di osso animale e li legavano tra loro con filo di rame.


Questi marchingegni erano chiamati Etruschini, da cui derivò il termine truschino, cioè imbroglio, inganno.


Presso l’antica Roma furono i legislatori a fare largo impiego di dentiere. Infatti, durante l’incisione della Legge delle XII tavole, erano spesso coinvolti in incidenti causati da fenomeni di rimbalzo tra martello e scalpello (cfr Publius Terentius Afer – Paperer- rima – II, 12).


Anche il sommo Dante usava una protesi dentale, anzi, si deve a lui la parola italiana, derivata dal latino attraverso il vulgaris DANTE – DANTIERA – DENTIERA.


Secondo alcuni storici Cristoforo Colombo portava la dentiera. Durante la navigazione verso il Nuovo Mondo, quando lasciava il timone al mozzo di fiducia (tale Cechin Schettin De Venessia) per andare a riposare sottocoperta, si toglieva la dentiera e la lasciava in una tazza.


Si narra che una notte la sua ciurma, per fargli uno scherzo, gli sostituì la dentiera con la dentatura di una murena.


Non solo Colombo non si accorse di nulla, ma scoprì con Gioia (l’inventore della bussola, n.d.r.) di essere in grado di mangiare le noci con tutto il guscio.


Solo quando scese dalla Caravella e si chinò a baciare la terra, gli cadde la dentiera e s’avvide che non era la sua. Ma era tale la sua gioia (non Gioia... n.d.r) che non si arrabbiò, anzi la usò come timbro per convalidare gli atti di proprietà sulle terre da lui scoperte.


Nel XVII secolo, orde di soldati mercenari germanici, i mitici Lanzichenecchi, portarono in Italia due cose: la peste bubbonica e le dentiere tedesche, praticamente indistruttibili.


Fu poi Galileo Galilei ad inventare la pasta adesiva per dentiere. Subito dopo pronunciò la leggendaria frase “e pur si muove!”. A Isacco Newton, mentre stava sdraiato sotto un albero, cadde una mela sui denti.


Egli si alzò e corse a casa a fare sciacqui con Odjosan. Poi iniziò a scrivere la Legge di Gravitazione Universale, che trattava la caduta dei gravi e dei denti.


Soltanto dopo aver completato il trattato si recò dal suo dentista, ma trovando lo studio chiuso per ferie esclamò: “Oh don’t oh technic!”.


Nel 1884 a Torino l’ing. Tommaso Agudio inventò la dentiera di Superga.


Ma Torino è importante nella storia della dentiera anche per il Museo della Dentognomica Criminale, fondato nel 1901 da Cesare Illuminato, detto l’Ombroso per il suo carattere permaloso e schivo. Cesare l’Ombroso era scopino presso il Manicomio di Collegno e studiava medicina alle scuole serali. Si laureò con una tesi dal titolo affascinante: “Relazione tra forma della dentiera e tendenza alla criminalità nell’homo Sapiens e Insipiens”.


Ancora oggi la sua collezione di dentiere di detenuti si può ammirare al Museo L’Ombroso.


Arriviamo così agli anni ’50 e al boom economico, chiamato così perché tutto era economico, compresa la cucina che qualche volta faceva boom per difetti del tubo del gas (economico anch’esso). Anche la dentiera era disponibile in versione economica e ottenibile con la raccolta punti del detersivo. Con soli 1.245.000 fustini di Bio Lento la dentiera veniva spedita direttamente a casa per posta.


Finalmente il bucato e i denti erano veramente bianchi. Anche i corsi d’acqua e il mare diventavano sempre più bianchi e con la bassa marea facevano anche le bollicine.


Intanto, con l’utilizzo di tecniche avanzate e di nuovi materiali, le dentiere erano così belle e naturali, che a volte era difficile distinguere chi le portava e chi no, almeno fino a Natale e al primo morso al tradizionale torrone.


Oggi invece la crisi sta facendo sentire i suoi effetti anche sulla dentiera.


Dentisti e odontotecnici non sono più i privilegiati evasori del fisco, ma anch’essi stanno diventando vittime di quella piaga sociale, di quel malcostume diffuso che prima toccava solo i poveri: pagare le tasse.


La categoria, sempre più tartassata, è stata costretta, per poter sopravvivere, ad utilizzare materiali meno costosi, di provenienza cinese.


Le moderne dentiere necessitano di qualche cura in più, patiscono l’umidità e il contatto con gli alimenti, ma per il resto sono più che soddisfacenti.


Vengono vendute con un kit di manutenzione, costituito da un mini-phon a batteria e una serie di cannucce di varie misure per l’assunzione del cibo.

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Stephanie Hop-là (FEBBRAIO 2012)


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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

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