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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA FIERA DELLE STRANEZZE AL LINGOTTO FIERE

Si chiama Gourmet Food Festival l'evento torinese che si è appena concluso al Lingotto.

La prima stranezza è che ha un nome composto da tre parole straniere. Questo è strano se si pensa che i torinesi, fino all'altro ieri, mangiavano bagna cauda e pes-coi, avevano difficoltà a capire gli idiomi meridionali, pronunciavano sgnac per snack e pensavano che the moon fosse il mattone.

Gourmet è francese e significa buongustaio. Ma oggi dire buongustaio al posto di gourmet non è considerato di buongusto.

Food significa cibo, ma la parola cibo non è fine, non è di moda. Di cibo è rimasto il cibo per gatti, il cibo delle mense e la sbobba che ti danno in caserma. Per tutti gli altri usi si dice food, che può essere slow, fast, street eccetera.

Festival è ovviamente inglese, ma deriva dal francese antico festival (a pronuncia festivàl), il quale, a sua volta, ha origine dal latino medievale festivalis, che significa 'festivo, piacevole'. Ma a noi italiani, che pronunciamo 'midia' per media, non importa un fico secco del latino, che pure è stata la nostra lingua madre. Preferiamo l'inglese, sin dagli anni cinquanta, quando nacque il Festival di Sanremo.

Dunque Gourmet Food Festival sarebbe la festa del buon cibo e dei buongustai.

Quanto alle stranezze all'interno della fiera ne citerò soltanto due: la pasta stampata in 3D e la verdura coltivata senza terra.

Capisco che le nonne di oggi non siano più disposte a stendere la pasta col mattarello per fare le tagliatelle all'uovo, ma la pasta a tre dimensioni la mangiamo tutti i giorni, mi pare, senza bisogno di stamparla con una stampante 3D.

La verdura senza terra non è, come potrebbe sembrare, quella che mangiava il leggendario nemico di Robin Hood, il principe Giovanni Senzaterra, ma è l'invenzione di un'azienda di Carignano (o forse dovrei dire una start up?). Ispirandosi ad avveniristiche coltivazioni spaziali ha ottenuto ortaggi coltivati su piastre preseminate, con un notevole risparmio di acqua. L'idea della piastra mi è sembrata interessante: la speranza è di poter acquistare verdure già grigliate, pronte per essere servite in tavola.

Grandma Abeffard



Sfoglia per pasta così sottile da essere considerata 2D

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