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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE


Flirtare coi colleghi di lavoro riduce lo stress. Uno studio della Washington State University, dimostra che battute garbate, educati complimenti, e sguardi complici, possono alleviare le tensioni in ufficio. Non c’è bisogno di tradire, ma una battuta velata, qualche sguardo compiacente, potrebbe essere un rimedio naturale e innocuo per migliorare la vita al lavoro. Lo studio, pubblicato su Organizational Behaviour and Human Decision Processes, si concentra sul flirt leggero e controllato, che può alleviare tensioni e nervosismo. Sono accettate battute garbate e scherzose, educati complimenti per l’aspetto fisico, scambi di sguardi d’intesa. I superiori sono esclusi. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Lo stress ti torna, se una collega ti denuncia per stalking”.


Speranza contro l’Alzheimer: farmaci impediranno l’accumulo di Beta-amiloide nel cervello, cioè interverranno prima che i danni ai neuroni diventino irreversibili. E lo conferma Monica Di Luca, docente di farmacologia dell’Università di Milano. Carmela Matrone, docente di farmacologia all’Università di Napoli Federico II, ci ratifica che esiste una componente familiare, e quindi la ricerca di segnali predittivi è fondamentale per chi è sano ma ha avuto parenti malati. Stefano Govoni, docente di farmacologia all’Università di Pavia, spiega tutte le fasi della sperimentazione. Il gruppo di Monica Di Luca ed Elena Marcello sta sviluppando molecole capaci di aumentare l’attività dell’enzima Adam 10, che taglia i precursori del beta-amiloide, prevenendone la formazione. Alessandro Padovani, neurologo presso l’Università di Brescia, spiega che il futuro è nella medicina digitale, in App che rilevano tutte le nostre reazioni agli stimoli esterni, per controllare che risultino sempre coerenti. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Mi raccontava mio nonno Sun Pah Fol che ne parlavano già da tempo i suoi colleghi, psichiatri e neuropatologi, Emil Kraepelin e Aloysius “Alois” Alzheimer, all’inizio del secolo scorso. Forse costoro avranno più fortuna”.


Il peperoncino riduce il rischio di morire per cause cardiache e cerebrovascolari. Uno studio del dipartimento di Epidemiologia e prevenzione dell’Irccs Neuromed di Pozzilli, con il dipartimento di Oncologia e di medicina molecolare dell’Istituto superiore di sanità, l’Università dell’Insubria a Varese, il Centro cuore mediterranea a Napoli, afferma che il consumo abituale riduce il rischio di mortalità generale del 23%, e in particolare per ictus e malattie cardiache, rispetto a chi non ne consuma. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of American College of Cardiology. Il team ha controllato i dati di 22.811 molisani. Marialaura Bonaccio, autrice dello studio, sostiene che il peperoncino ha un effetto protettivo con qualunque alimentazione. Lo conferma anche Licia Iacoviello, direttore del dipartimento di epidemiologia e prevenzione dell’Ircss Neuromed, nonché professoressa di igiene e sanità pubblica dell’Università dell’Insubria di Varese. In una ricerca pubblicata su Plos One, degli scienziati dell’università del Vermont, negli Stati Uniti, fu infatti evidenziato come il consumo abituale sia associato a una riduzione del 13% della mortalità generale. Una ricerca in Cina, su 500 mila persone, e pubblicata sul British Medical Journal, aveva dimostrato una riduzione del rischio di morte del 14%. Mangiate peperoncini. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “Da domani comincerò. Quanto vivrò ancora?”.


Chi ha annusato e sorseggiato del vino ha un cervello molto allenato ed elastico. Gordon Shepherd, neuroscienziato dell’Università di Yale, ha scoperto che il vino è in grado di stimolare alcune parti del nostro organo pensante più in profondità di un complicato problema matematico. Degustare il vino sarebbe cioè un’operazione superiore e più esclusiva rispetto all’ascolto di musica classica, alla contemplazione di un’opera d’arte, oppure alla risoluzione di un quesito fatto di numeri e incognite. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Confermo, pur non essendo sommelier ma solo fruitore”.


La ciccia addominale è pericolosa anche per chi ha un peso normale. Aumenta i rischi di malattie metaboliche e cardiovascolari, e di cancro. Lo sancisce la ricerca pubblicata a luglio 2019 su JAMA Network Open. Wei Bao, il coautore dello studio e assistente Professore di Epidemiologia all’Università dell’Iowa College of Public Health di Iowa City, identifica un sottogruppo di donne a rischio: quelle che hanno un peso normale ma circonferenza vita più ampia. Utilizzati i dati di 156.624 donne iscritte alla Women’s Health Initiative, in 40 centri clinici. Controllati l’istruzione, il reddito, il fumo, e l’uso di ormoni, i ricercatori hanno stabilito che le donne con peso normale e grasso addominale in eccesso avevano un rischio maggiore del 31% per tutte le cause di morte. Il Nurses Health Study ha seguito 44.636 donne, per 16 anni, confermando le conclusioni. E dopo la menopausa si deve essere più diligenti. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Per fortuna sono maschio, e ho un fisichino invidiabile!”.

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