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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

DIPENDENZA DAI FAMACI IN AUMENTO FRA GLI ULTRASESSANTEQUATTRENNI E MEZZO

CLAMOROSA SCOPERTA: IL MECCANISMO E’ SIMILE A QUELLO DELLE “PASTE” IN DISCOTECA PER I GIOVANI

L’Accademia dei Cinque Cereali, in collaborazione con l’Università di Pensologia di Torino, ha condotto uno studio, svoltosi per tre weekend nelle discoteche e dodici settimane nelle farmacie. E’ emerso che il 90% degli anziani si reca dal proprio medico di famiglia solo per avere una prescrizione di farmaci. L’analogia è chiara: i giovani vanno in discoteca alla ricerca di pillole della finta ed effimera felicità, gli anziani hanno il loro medico-spacciatore, assegnato direttamente dal Sistema Sanitario Nazionale.

Dall’osservazione di un campione di pensionati con almeno 64 anni e mezzo di età (beati loro, prestissimo i pensionati sotto i 65 anni scompariranno e presto scompariranno tuttii pensionati) è emerso che ognuno mediamente assume 6,5 pillole al giorno: 2 al mattino, 2 a pranzo e 2,5 alla sera. Si tratta di farmaci per la cura dell’ipertensione arteriosa, dei disturbi circolatori, del diabete e di altre patologie tipiche dell’età avanzata e spesso conseguenti a uno scorretto stile di vita.

La D.ssa Hop-là, indossando un camice bianco e spacciandosi legalmente per medico, (legalmente in quanto effettivamente dottoressa, ma, piccolo dettaglio, non in possesso di una laurea in medicina) si è introdotta nello studio di un noto medico di Nichelino, assente per corsi di aggiornamento.

La dottoressa, in qualità di “finto-medico sostituto”, ha proposto ai pazienti visitati di sostituire tutti i farmaci per bocca con iniezioni intramuscolo. L’alternativa alle iniezioni, spiegava loro la dottoressa, era un cambiamento drastico dello stile di vita: mangiare meno, mangiare meglio, camminare molto, non fumare, non bere alcolici, guardare meno televisione, ridurre il consumo del sale e dello zucchero.

L’esperimento ha dato risultati sorprendenti: alla fine della visita ogni anziano usciva dallo studio con al massimo una prescrizione per iniezioni (a volte, nemmeno quella), preferendo migliorare la loro salute cambiando le abitudini alimentari e di vita, piuttosto che farsi sforacchiare il fondoschiena 6,5 volte al giorno.

Analoghi riscontri sono stati ottenuti dall’esperimento in discoteca: i giovani alla ricerca di un rapido, immediato sballo il sabato sera, si sono visti offrire, al posto della consueta pasticca, una sostanza gommosa, puzzolente, da sciogliere in acqua, versare in uno stampino, lasciar solidificare e consumare dopo 12 ore. Quasi tutti hanno rinunciato all’acquisto.

Senza neppure considerare il risparmio del Sistema Sanitario Nazionale (pari a 5,5 pillole pro-anziano) è emerso, dalla ricerca accademica, un concetto fondamentale: è la semplicità con cui si possono assumere queste pillole la chiave del loro successo.

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù, cantava Mary Poppins.

Il problema oggi è che le pillole vanno giù troppo facilmente.

Occorre renderle più… amare.

Rice e Hop-là – ACC (SETTEMBRE 2012)


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