Durante la CCXXIV seduta del consiglio comunale di Brevigliasco è stato approvato all’unanimità un emendamento inserito nel Decreto Salumi-Formaggi & Affini che prevede l’opportunità per gli amanti del buon vino di aprire società finalizzate alla consumazione di alcolici, con possibilità di deduzione dell’imponibile IRPEF e dell’imposta sul valore aggiunto.

In pratica gli alcolizzati professionisti potranno aprire la Partita U.V.A. (Unico Vero Alcolizzato) e disporre di tutti i benefici sinora riservati agli operatori che potranno regolarmente registrarsi alla C.C.I.A.A. (Camera Consumazione Indiscriminata Alimenti & Alcolici).

Grazie a questa manovra economica si prevede un apprezzabile aumento del PIL nei prossimi anni.

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NASCONO I PRIMI COMITATI “NO CLIX”

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Siamo ormai abituati a vedere una pubblica opinione spaccata in due. È accaduto recentemente sulle questioni dei migranti, dello ius soli e, addirittura per i vaccini.

Non fa eccezione l’enteroclisma, antico sistema di cura, utilizzato ancora oggi per evacuare e risanare l’ultimo tratto dell’intestino.

Da un lato c’è chi pensa che sia un metodo superato e che per meglio liberarsi sia sufficiente bere un bel bicchiere di latte avariato o mangiare un barattolo di almeno mezzo chilo di Nutella, dall’altro troviamo chi sostiene che questo sistema di lavaggio sia ancora il metodo più efficace per purificare corpo e spirito.

In molte parti della penisola si stanno organizzando gruppi di cittadini per la libertà di evacuazione, i cosiddetti NO CLIX che, non appena avranno espletato le necessarie formalità, indiranno una manifestazione nazionale di protesta in luogo ancora sconosciuto. Secondo alcune indiscrezioni potrebbe trattarsi di Fognano.

Sembra invece che nel bresciano, precisamente presso il Comune di Villanuova sul Clisi, si stia organizzando una contromanifestazione a favore di questa pratica.

Quale sarà la posizione ufficiale delle associazioni cattoliche in merito a questa spinosa, anzi, appuntita vicenda?

LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.

Si ringrazia la Farmacia dott. Retto, sponsor ufficiale della contromanifestazione

Un’impiegata di Brevigliasco, dopo anni di servizio impeccabile nell'arte di evitare le fatiche, ha rischiato di compromettere la sua reputazione proprio alla fine della carriera. Una proposta lavorativa seria e impegnativa l'ha messa in allarme, ma fortunatamente le sua abilità nelle arti del delegare e del procrastinare l'ha salvata.

Con maestria degna di nota, è riuscita a svicolare dalle responsabilità e a mantenere alta la sua dignità di "nullafacente" fino alla fine della carriera. Come meritato riconoscimento, è stata premiata durante la cerimonia di prepensionamento per aver mantenuto alto il nome della pigrizia e della sedentarietà.

Speriamo che la sua pensione sia altrettanto... rilassante!

Avremmo voluto scrivere un articolo degno di questa impiegata, ma per pigrizia indotta abbiamo preferito chiedere all’Intelligenza Artificiale di svolgere il gravoso compito.

Probabilmente ci troviamo di fronte a una scoperta sensazionale: pare che la pigrizia sia contagiosa, perché l’IA si è rifiutata di collaborare, adducendo a pretestuosi motivi etici, e ha risposto come segue:

“La mia moralità artificiale mi impedisce di scrivere una storia in cui una persona viene premiata pubblicamente per aver mantenuto una condotta di pigrizia, e aver abitualmente scansato il lavoro. Se vuoi, posso aiutarti a scrivere un articolo su un altro argomento”.

In sostanza, anche l’IA conosce il modo di scansare gli impegni.

A questo punto non ci resta che consultare l’Intelligenza Naturale Tantistica (la Tantistica è la risposta alla Quantistica) della Nonna Abeffarda - grande esperta di Accidia Sistematica e Istituzioni di Fancazzismo Teorico - la quale replica così:

In ogni luogo di lavoro c’è sempre qualcuno che interpreta il primo articolo della Costituzione come se fosse stato scritto così: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro degli altri”. Fra questi si può trovare l’eccellenza del fancazzismo, proprio come l’impiegata di Brevigliasco.

Di fronte a una lavoratrice così naturalmente dotata di vigorosa pigrizia, al cospetto di una scansafatiche così tenace e perseverante, è difficile dire qualcosa di più originale delle consuete sperticate lodi da parte dei suoi datori di lavoro e dei suoi capi.

Propongo senz’altro di assegnarle l’alta onorificenza di “Cavaliere Disarcionato del Lavoro” e di “Cavaliere di Gran Croce dei Colleghi”.

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Nel centro di Frottola Valtrompia, tra le montagne profumate di incenso e polenta, viveva un uomo misterioso noto come "il Guru che sussurra".

La gente faceva ore di fila per incontrarlo, credendo che potesse rivelare grandi verità...

Ma lui non prediceva il futuro. No, no. Il suo dono era predire il passato.

“Tu... hai perso l’autobus martedì scorso perché hai fatto colazione due volte!” sussurrava il Guru con occhi chiusi e voce profonda.

La folla mormorava: “È vero! È tutto vero!”

Il suo discepolo più devoto, Sveglius, un tipo sveglio ma un po' burlone, un giorno gli chiese: “Maestro, se tutti già sanno cosa è successo, perché vengono da te?”

Il Guru, senza scomporsi, rispose: “Perché io mi faccio i fatti di tutti e tutti tendono a dimenticare.”

In effetti, era impossibile batterlo: sapeva ogni pettegolezzo, ogni bicchiere rotto, ogni bugia detta a scuola. E lo raccontava con tale saggezza che la gente si sentiva purificata.

Alla fine, qualcuno osò chiedergli: “Maestro, riuscirai mai a predire il futuro?”

Il Guru sorrise: “Solo quando sarà passato.”

Da allora fu venerato come “Il Maestro del Ricordo Illuminoso”. E diventò leggenda.

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Patty Biancoperla – ACC (LUGLIO 2025)

Riguarda una nutrita schiera di impostori che, spacciandosi per finti ispettori INPS, finti tecnici del gas o finti geometri del catasto, mettono a segno colpi ai danni di persone, soprattutto anziane, che ignare di tutto si fidano.

Lascia interdetti la decisione della Suprema Corte di Cassazione in merito all’ultima sentenza sulle procedure penali.

La motivazione starebbe nello sbilancio in fase processuale dove l’imputato è indubbiamente un simulatore, ma verrebbe condannato da giudici autentici, cosa proibita dal regolamento europeo sui diritti dei ciarlatani (art. 16, quarto comma).

Questa sentenza avrà ripercussioni positive non indifferenti come, ad esempio, l’assunzione a breve di magistrati che non laureati o con percorsi di studio differenti da quelli classici della giurisprudenza.

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Quando si vuole evidenziare il punto debole di una persona, perfetta sotto tanti aspetti, si dice che ha un “tallone d’Achille”. Può essere un difetto fisico, o anche solo una difficoltà, una carenza. Per esempio, allo studente primo della classe che ha ottimi voti in tutte le materie, ma non sa tirare una linea diritta nemmeno col righello, e quando colora va fuori dai contorni come i bambini dell’asilo, dirò il suo tallone d’Achille è il disegno.

Questa espressione ha origine nella mitologia greca.

Achille, l'eroe omerico che abbiamo conosciuto studiando l'Iliade, era nato dall’unione della dea Teti e di Peleo. Peleo era un grande Re, ma non era un dio, perciò Achille era un essere ibrido, un semidio. O un bastardo, a dirla tutta. Chi non l’avesse studiato a scuola se ne sarà fatta un’idea dal famoso film Troy (il cui titolo non è stato tradotto in italiano per ovvi motivi), con il magnifico Brad Pitt nella parte dell’eroe intrepido, ma un po’ carogna.

Sua madre, non potendo donargli l’immortalità, volle almeno renderlo invulnerabile. C’era un fiume in quel mondo mitologico al confine fra il regno dei vivi e quello dei defunti: lo Stige. Immergersi nelle sue acque non era come immergersi nel Po, dove al massimo ti becchi l’epatite o la leptospirosi. Era un fiume sacro agli Dei, e aveva il potere di rendere invulnerabili.

Teti vi immerse il piccolo Achille subito dopo la nascita, reggendolo per un tallone. Così, quell'unica parte del corpo non lambita dall'acqua rimase esposta all'invecchiamento, oltre che a ferite mortali. Infatti, Achille fu poi ucciso da una freccia che lo aveva centrato proprio in quell’unico punto sensibile, che diventò “il tallone di Achille” per antonomasia.

Questa storia mi fa pensare a certi uomini che hanno una cura quasi maniacale per il proprio corpo e la propria salute: frequentano le palestre, seguono rigorose diete salutiste, e fanno regolare prevenzione medica. Tutto per mantenersi forti prestanti, e ritardare l’invecchiamento il più a lungo possibile. I loro talloni d’Achille però sono ben due: i capelli, e quel piccolo organo riproduttivo del quale non accettano il naturale invecchiamento. A noi donne sembra illogico: se non l’hanno già fatto a tempo debito, perché dovrebbero ancora riprodursi in tarda età? Eppure, dopo essersi rassegnati alla calvizie, quando anche il loro gingillo preferito mostra segni di difficoltà funzionale, alcuni uomini entrano in una fase depressiva e lagnosa, che li rende oltremodo fastidiosi per chi li ascolta.

Forse proprio la mitologia potrebbe aiutarli a comprendere e accettare la realtà, immaginando un finale diverso della storia. Quando Teti immerse Achille nello Stige, se il tallone le fosse sfuggito di mano e, per evitare che il piccolo fosse trascinato via dalla corrente, con fulmineo e provvidenziale riflesso ella lo avesse afferrato per il “cosino”, forse Achille non sarebbe morto così giovane, ma avrebbe avuto una lunga vita da eroe leggendario. E chissenefrega se a un certo punto non avrebbe più potuto soddisfare al meglio le sue giovani ancelle.

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Nonna Abeffarda - ACC

Ma porca Troia, mamma, proprio dal tallone dovevi tenermi?