Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
SBAGLIA DANZA DELLA PIOGGIA: SEI MESI DI SICCITÀ
Il capo tribù ha assunto un ballerino uscito dai reality
che causa un danno inestimabile.
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La scelta di risparmiare sui riti propiziatori è costata l’ira di Manitù a una piccola tribù dello Utah.
Si sa, ormai i tagli colpiscono tutti, e anche i nativi americani devono far quadrare i bilanci.
L’unica soluzione è una politica di austerità in attesa di tempi migliori.
Ma, come spesso accade, tagliare trasversalmente su tutti i servizi non genera i benefici previsti.
Il Grande Capo Bisonte Esasperato, della tribù dei “Piedi Rossoneri”, una comunità di nativi americani noti per avere un piede rosso e uno nero, in primavera, ha deciso di provvedere alla scarsità idrica che flagella i loro territori con l’antico e collaudato metodo della cosiddetta “Danza della pioggia”.
Per risparmiare, anziché affidarsi a uno stregone di comprovata esperienza, si è rivolto a un giovane indiano, vincitore del reality show “Ballando coi Cheyenne”.
Purtroppo il sedicente ballerino non si è dimostrato all’altezza del compito affidatogli, finendo per eseguire i passi di danza al contrario, provocando così una siccità senza precedenti.
Sono trascorsi oltre sei mesi, ma sui campi coltivabili dei Piedi Rossoneri non è ancora scesa una goccia d’acqua.
Sembra che Bisonte Esasperato, esasperato da questa drammatica situazione, intenda ricorrere alle maniere forti, organizzando un evento all’aperto con ingaggio dell’intero corpo di ballo del Majestic Theatre di Broadway, che dovrebbe portare in scena lo spettacolo “Cantando sotto la pioggia – Singin' in the rain”.


DIETRO AI VACCINI LE LOBBY DEGLI CHEF

PIANO SEGRETO PER RILANCIARE LA CODA ALLA VACCINARA
Secondo gli esperti di complottismo interregionale “La prova del cuoco” non fu altro che un test per valutare l’accessibilità ai media da parte dei poteri forti della cucina. In effetti, lo sanno bene le nonne, le ricette un tempo venivano tramandate di madre in figlia e, per le più distratte, c’era sempre il celeberrimo manuale Artusi. Le persone che proprio non riuscivano a imparare potevano sempre consultare la Guida Michelin per trovare un buon ristorante.
Invece oggi, facendo zapping sul telecomando TV, si nota che un canale su due trasmette un reality show sulla cucina, dove aspiranti cuochi (singolarmente o in squadra) si battono per sfornare piatti prelibati. Questi giovani puntualmente ricevono insulti da chef stellati, che sapranno cucinare tanto bene quanto la nonna, ma, in quanto a educazione, dalla nonna non hanno imparato niente.
Senza che ce ne rendessimo conto, a poco a poco cuochi e chef hanno occupato spazi sempre maggiori nella TV di Stato, in tutte le reti private e su buona parte della carta stampata. Come la storia insegna sono questi i primi segnali di una invasione.
Per capire che qualcosa non quadrava, sarebbe bastato provare a realizzare le ricette in tempo reale: nel momento in cui essi già sfornavano il supplì, anche il telespettatore più veloce stava ancora sbattendo le uova.
Infatti, ciò che frega in questi programmi è l'abuso della locuzione “nel frattempo”. Certo, se nel frattempo uno avesse sei braccia come la Dea Kalì, potrebbe tenere il passo della ricetta eseguita in diretta.
Ma a quale scopo suscitare nei telespettatori (la maggior parte dei quali, non dimentichiamo, è a dieta a causa del sovrappeso e dell'ipercolesterolemia) tutto questo interesse per l'arte culinaria? Qual era l'obiettivo finale degli chef, invasori dei mezzi di comunicazione?
Ora, finalmente, con la legge sui vaccini, il piano è completato e il disegno ordito dalla lobby degli chef ha preso forma.
Il loro scopo è la diffusione, a livello nazionale, della coda alla vaccinara, opportunamente mascherato da provvedimento legislativo urgente a tutela della salute.
Ben presto, sempre secondo i complottisti, sarà obbligatorio cucinarla almeno tre volte la settimana ai propri figli, altrimenti verranno tolti alle famiglie inadempienti e dati in affido alle associazioni di cuochi e chef.
Nel frattempo (locuzione, come s'è detto pocanzi, preferita dai cuochi televisivi) l'Associazione Medica Pediatri sta già preparando le ricette per l'acquisto degli ingredienti presso tutti i farmacisti non obiettori. I nuovi moduli emessi dalle ASL a questo preciso scopo, non saranno più rossi, ma color Giallo Zafferano...

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GRANCASSA E OTTONI ALLE SEI DEL MATTINO: ARRIVANO LE RUSPE
Si è temuto il peggio al concerto di Ferragosto
Sembrate Marittima (Forlì - Cesena).
Come ogni Ferragosto che si rispetti, anche quest’anno, la banda musicale del paese, diretta dal Maestro Erminio Ottone, ha salutato l’alba con il concerto sulla spiaggia.
La presenza del mezzo meccanico non lasciava spazio all’immaginazione: evidentemente qualche turista non stava gradendo il classico concerto di Ferragosto che si tiene intorno alle sei del mattino.
Purtroppo lo spettacolo musicale ha rischiato di subire rallentamenti sulla corsia di accesso alla battigia a causa dell’improvvisa comparsa di un minaccioso escavatore.
I numerosi spettatori, alcuni giunti in spiaggia direttamente dai locali notturni, altri semplicemente sofferenti d’insonnia, alla vista dell’enorme mezzo meccanico, hanno temuto il peggio.
Paralizzati dalla paura, non hanno neppure tentato di fuggire, continuando ad applaudire i musicisti che, impegnati a suonare, non si sono accorti di nulla.
Fortunatamente l’operatore della ruspa non era stato chiamato per sgomberare la spiaggia, ma era giunto sul posto per assistere al concerto.
Al termine dell’esibizione, bagnanti e orchestrali hanno potuto fare ritorno alle loro attività sani e salvi.

A SCUOLA CON IL CELLULARE

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Si ritorna a scuola, ma con una grossa novità.
Davvero? Vuoi vedere che nei bagni ci sarà la carta igienica?
No! Quella si porta ancora da casa. Però sui banchi ci sarà il cellulare.
Il Ministro dell'Istruzione ha stabilito che si può, anzi, si deve: il telefonino "è uno strumento che facilita l’apprendimento". Quindi "se guidati da insegnanti preparati e da genitori consapevoli" i ragazzi "potranno imparare attraverso un mezzo che è a loro familiare: internet".
Siamo rimasti un po' stupiti, lì per lì, perché fino all'anno scorso era severamente vietato utilizzare il cellulare durante le lezioni. Ma a ben pensare ci sono almeno due valide motivazioni per cambiare idea.
1 - Vietare il cellulare era per gli insegnanti una battaglia persa: nonostante richiami, predicozzi, note e sospensioni i ragazzi continuavano a usarlo sottobanco per chattare, passarsi informazioni durante le verifiche, distrarsi e giocare. Perciò, tanto vale consentirne l'uso, almeno per quello che di utile contiene: internet. Gli studenti quindi potranno utilizzarlo, sotto la guida degli insegnanti, e ci sarà un utile scambio generazionale di conoscenze: i docenti più anziani impareranno i misteri del whatsapp e gli studenti più sgrammaticati impareranno a consultare i vocabolari online e il sito dell'Accademia della Crusca.
A questo punto è ovvio che dovranno portarlo a scuola obbligatoriamente. Se la maggior parte degli alunni lo possiede anche quei pochi che non l'hanno dovranno provvedere. Ed è qui che scatta la seconda motivazione, più subdola, ma molto più astuta.
2 - La tacita, sotterranea speranza del Ministro e degli insegnanti è che, come ormai succede per ogni cosa che diventa obbligatoria, si formino immediatamente dei comitati di genitori no-cell, gli stessi genitori che fino all'altro ieri si lamentavano quando ricevevano le note sul diario per l'uso scriteriato dei telefonini. Perché, si sa, se una cosa è obbligatoria diventa automaticamente nociva. Se ne parlerà sui social fino alla nausea, si dirà che l'uso eccessivo del cellulare fa venire il cancro, l'autismo, la gotta e il cretinismo ipofisario. Si faranno cortei, sit-in coreografici di genitori-sentinelle che, con una candela in mano, canteranno:
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"Mamma mia dammi cento euro che il cell devo comprar
Cento euro io te li do, ma il cellulare no no no."
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Si accuserà il Governo di essere in combutta con le aziende produttrici di telefonini e con i gestori di telefonia mobile. Perché anche in questo caso si tratta di un grande complotto. Forse il Governo cadrà, insieme al decreto che consentiva i cellulari a scuola. E tutto tornerà come prima, o quasi.
Di sicuro la carta igienica nei bagni continuerà a mancare.

NATALE CON I TUOI, PASQUA CON CHI VUOI, E FERRAGOSTO…
…sono fatti tuoi.
Ma che cosa c’entra il Ferragosto con le altre due ricorrenze religiose? Non dovrebbe essere una festa laica, legata alle storiche Feriae Augusti, celebrate nell’antica Roma pagana?
Invece c’entra, perché la Chiesa è riuscita ad attribuire anche al Ferragosto una connotazione religiosa, inventando l’ennesima festa della Madonna: la sua assunzione - a tempo indeterminato, grazie a certe conoscenze in ambiente ecclesiastico - in Paradiso. Ma non come noi mortali di serie B, che dobbiamo lasciare le nostre spoglie quaggiù, ad arricchire le imprese di pompe funebri: lei, l’Assunta, è stata portata al cospetto del Capo con l’anima e il corpo. Non tutti conoscono questi dettagli del culto cattolico, e pochi santificano il 15 agosto andando a Messa, a meno che il parroco organizzi poi una grigliata sul sagrato della chiesa.
Tuttavia, Ferragosto è anche una festa laica, legata sin dall’alba dell’era industriale al mese delle chiusure aziendali e delle vacanze. Anche chi non poteva permettersi molti giorni di ferie, riusciva a godere almeno della settimana centrale del mese, detta appunto “la settimana di Ferragosto”. Ed ecco spiegate le partenze in massa, le code sulle autostrade, lo svuotamento delle città.
Oggi però le cose stanno cambiando: in Italia le grandi industrie sono in via di estinzione, il lavoro nei servizi è regolato dai turni, esiste lo smartworking, perciò l’esodo di agosto è spalmato anche sugli altri mesi dell’anno.
Malgrado questo, ogni anno ad agosto, con la puntualità e la tenacia di chi si sente rassicurato dalle tradizioni, e vigila sulla loro osservanza, arriva la domanda d’obbligo: dove andrai a Ferragosto?
Non si accettano risposte del tipo “da nessuna parte, resto a casa”. Non è ammissibile, a meno che il renitente non abbia motivi gravi e inderogabili, tipo essere ammalato di cancro al quarto stadio, e dover restare in città per la chemioterapia. In mancanza di tali gravi motivi, comincia la serie delle domande insistenti, pronunciate quasi con indignazione:
- A casa! Perché?
- Hai già fatto le ferie?
- No? Allora andrai via a settembre?
- Ah no? Vabbè, ma… il 15 agosto che cosa combini?
E così, di domanda in domanda, fino a che l’inquisito prega di essere assunto in cielo con effetto immediato, pur di sottrarsi allo sfinimento. O mente spudoratamente, inventandosi improbabili crociere, viaggi last minute, o raduni di parenti per la grigliata dal cugino di campagna.
Perché - mi chiedo – si deve giustificare la scelta di restare a casa a Ferragosto e dintorni? Perché devo spiegare che non mi piace la carne, tantomeno se è bruciacchiata, e non si può mangiare con le posate ma deve essere strappata dall’osso a morsi? Perché devo sentirmi ‘diversa’ se non amo pranzare all’aperto, e condividere il cibo con vespe e tafani? E soprattutto non mi piacciono il casino, la folla, i picnic, e le code in automobile?
Perciò ho deciso: farò richiesta alla pregiata Accademia dei Cinque Cereali, Dipartimento Proverbi e Modi di Dire, affinché venga modificato il celebre motto “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi” con l’aggiunta di “Ferragosto, fatti tuoi”. A Ferragosto la nuova regola sarà lasciare che ognuno faccia quello che gli pare, senza sentirsi disapprovato dalla comunità.

16 AGOSTO: SAN ROCCO
Avete passato il Ferragosto a inviare e ricevere meme e auguri per la festa dell’Assunzione?
Non ne potete più di leggere messaggi e rispondere agli amici in maniera cortese e gioviale nonostante vi importi ben poco di queste ricorrenze?
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Oggi è l’occasione buona per una festa alternativa: San Rocco.
Fate gli auguri ai vostri amici e sorprendeteli con un santo fuori dal comune.
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Auguri a tutti i Rocco, di nome e di fatto.
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Se avete perso l’occasione per festeggiare Santa Malena, dovrete aspettare fino al prossimo 22 luglio.
DALLA FORCHETTA D’ARGENTO AL COLTELLO D’ORO
I migliori ristoranti italiani possono vantare riconoscimenti della Guida Michelin rappresentati dalle famose stelle e dalle forchette assegnate dal Gambero Rosso.
Le stelle e le forchette premiano la qualità della cucina, il servizio, la cantina e l'ambiente. Se ne possono ottenere fino a tre.
Questo vale per i ristoranti, ma come si potrebbero classificare le pizzerie? Il nodo gordiano da sciogliere è certamente impegnativo.
A darci un taglio ci pensa ancora una volta l’Università di Pensologia di Torino, infatti, il problema in sé non è tanto la pizza, quanto i coltelli del servizio che normalmente non tagliano e finiscono per “strappare” la pizza, diventando fonte di stress e rendendone difficile la consumazione.
Il riconoscimento adeguato alle pizzerie non è sicuramente la forchetta, ma il coltello.
Il “coltello d’oro” deve essere assegnato alle pizzerie sulla valutazione della medesima posata a corredo degli avventori.
L’apposita commissione composta dall’Accademia dei Cinque cereali dovrà valutare l’affilatura della lama, il materiale con cui è costruita e l’ergonomia dell’impugnatura.
Si potranno assegnare fino a tre coltelli d’oro in base ai seguenti requisiti:
Un coltello, se è possibile praticare tagli alla pizza senza particolare sforzo.
Due coltelli, se si possono effettuare tagli netti come se si utilizzasse un rasoio affilato.
Tre coltelli, se si possono effettuare tagli netti come se si utilizzasse un rasoio affilato e se le pizze per effettuare il test vengono offerte dal titolare del locale.
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Paul Rice - ACC

La qualità, la fragranza e il sapore, contribuiscono a servire ottime pizze ma, se il coltello non taglia, la pizzata in compagnia viene compromessa. Come diceva un vecchio spot pubblicitario: “La potenza è nulla senza il controllo”.
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PALLA AL CENTRO, TUTTI CONTRO TUTTI!
Perché i cani sono meglio delle donne
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1 – Più fai tardi, più si eccitano quando ti vedono arrivare.
2 – I cani ti perdonano se giochi con altri cani.
3 – Se un cane è bello da vedere, gli altri cani non lo odieranno per questo.
4 – I cani non ci fanno caso se li chiami con il nome di un altro cane.
5 – Le cose del cane rimangono nello stesso posto per parecchio tempo senza essere rimosse, pulite o giudicate.
6 – Ai cani piace quando lasci un sacco di cose per terra.
7 – Nessun parente del tuo cane viene a farti visita la domenica pomeriggio.
8 – I cani non odiano i propri corpi.
9 – I cani concordano col fatto che devi alzare la voce per farti rispettare.
10 – I cani gironzolano incuriositi tra cespugli o alberi e non tra il tuo portafogli o il tuo telefonino.
11 – È raro che un cane viva più di te.
12 – I cani non parlano.
13 – Ai cani piace farsi coccolare in pubblico.
14 – Non devi mai aspettare un cane, sono sempre pronti ad uscire a tutte le ore, tutti i giorni della settimana.
15 – I cani ti trovano divertente quando sei ubriaco.
16 – Ai cani piace andare a caccia anche se non prendi niente.
17 – È raro che un altro uomo ti rubi il cane.
18 – Se porti un altro cane a casa, il tuo cane sarà felice di giocare con tutti e due.
19 – I cani non ti svegliano mai nel cuore della notte per chiederti: "Se mai dovessi morire ti cercherai un altro cane?"
20 – Sei fai finta di essere cieco, il tuo cane potrà stare nella stanza di hotel gratis.
21 – Se il tuo cane fa dei figlioli, sei libero di mettere un annuncio pubblicitario sul giornale e venderli a qualcuno.
22 – Un cane si lascerà mettere un grosso collare nero senza prenderti per un pervertito.
23 – Un cane non ti starà appresso giorno e notte perché vuole una macchina nuova.
24 – Se un cane odora tracce di altri cani sui tuoi vestiti non se la prenderà a male, anzi ne sarà interessato.
25 – In un viaggio in macchina, il tuo cane non insisterà mai fino alla nausea per mettere o togliere il riscaldamento.
26 – I cani non si fanno influenzare da tutto quello che leggono sulle riviste.
27 – Quando il tuo cane è parecchio vecchio e triste lo puoi mettere a dormire per sempre.
28 – I cani non sono permessi negli strip-club.
29 – Se il tuo cane ti abbandona non si prenderà di certo la metà dei tuoi averi.
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Kattivellik
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Perché le donne sono meglio dei cani
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1 – La donna è la migliore invenzione di Dio, o di chi per lui.
2 – Per un uomo classico, una donna nuda è lo spettacolo migliore del mondo.
3 – Le donne non abbaiano, almeno non nel senso classico del termine.
4 – Le donne sanno procurarsi il cibo da sole, i cani dipendono da te per tutto.
5 – Non devi inseguire le donne con paletta o sacchetto, per raccogliere la loro cacca.
6 – Puoi andare in giro senza tenerle legate con l’imbragatura regolamentare di legge.
7 – Se per caso si eccitano quando ti vedono, tu puoi eccitarti di conseguenza, e poi…
8 – La donna ti può disturbare, sì, ma il cane oltre a te disturba anche i vicini e i lontani.
9 – Puoi parlare a entrambi, certo, ma la donna a volte non fa solo quello che vuole lei.
10 – In genere la donna non morde immediatamente un’altra donna per antipatia spontanea.
11 – La donna non va immediatamente ad annusare le terga di un’altra donna.
12 – Le donne non ti mettono il muso nell’inguine, ma qui soprassiederei al commento…
13 – La donna non abbaia immediatamente a un tuo amico a prima vista perché non gli piace.
14 – Il cane da cortile non ha alcuna utilità: funzionano solo quelli specificamente addestrati.
15 – Il cane da alloggio “deve essere pisciato giù” più volte al giorno, senza alternative.
16 – Un cane su tre non sa stare quieto se lo porti al ristorante degli umani: abbaia.
17 – Non devi passare il tempo a raccogliere il pelo che la donna perde per casa.
18 – La donna contenta di vederti non scodinzola, e soprattutto non ti sbava addosso.
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Italov
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Perché, a volte, avere un cane è meglio che avere un uomo
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1 – Non avrai altro uomo che ti ama come il tuo cane.
2 – Non si sa se i cani ti ascoltano, ma di sicuro non ti interrompono.
3 – Il cane è un animale, fedele. Anche l’uomo lo è, però non sempre è fedele.
4 – Il tuo cane apprezza qualunque cibo gli metti nella ciotola, anche se la sua mamma cucinava meglio .
5 – Il tuo cane non fa mai confronti fra te e le altre donne.
6 – Il cane non pretende che tu sia sexy e disponibile alle sette del mattino .
7 – Il cane non ti fa i complimenti quando torni dal parrucchiere, ma almeno non pensa “Chissà quanto cazzo avrà speso!”.
8 – Il cane ti ama a prescindere dalle tue paturnie, senza chiederti “Insomma, si può sapere che cos’hai?”.
9 – Fido si fida: il cane non ti critica quando guidi o parcheggi.
10 – Il cane non beve alcolici, non fuma e non rutta.
11 – Al cane non frega niente dello sport. Al pallone da calcio fa quello che vorresti fare tu: lo morde.
12 – Se in casa si rompe qualcosa il cane non la aggiusta, ma nemmeno ti promette per anni che lo farà.
13 – Dei cani si dice che siano intelligenti…
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Granny

POTREBBE PARTIRE UNA CAMPAGNA A FAVORE DELL’ABBANDONO DI ANIMALI

TROPPE RICHIESTE DI ADOZIONI E ABBANDONI IN CALO RISPETTO AL 2016
Secondo l’ISTATENT (Istituto Statistico Torrazzese Abbandoni Turistici E Non Turistici), che si occupa di monitorare il tasso di abbandono di animali lungo strade e autostrade, tali gesti indubbiamente riprovevoli, sono in netto calo rispetto agli anni passati.
Segno che la campagna a tamburo battente, atta a combattere questo malcostume e a sostenere i diritti degli amici a quattro zampe, ha prodotto gli effetti desiderati.
Se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, è anche vero che non tutto il bene viene per giovare.
A causa della pubblicità contro l’abbandono, infatti, migliaia di famiglie pronte ad accogliere un simpatico cagnolino o un tenero gattino, a causa dell’inversione di tendenza, corrono il rischio di non avere la loro pet-company.
Pare che il Governo sia pronto a emanare un D.L. per caldeggiare l’abbandono, allo scopo di sopperire alla scarsità di animali da adottare.
Anche se non è raro rinvenire una suocera accanto al guardrail, l’ISTATENT ha comunicato che non rientra nella statistica.

I COMMERCIANTI CHIEDONO L'ADOZIONE DEL POS PER PAGARE IL PIZZO
Tempi duri anche per i taglieggiati. Le transazioni con pagamenti elettronici prendono piede con ritmi esponenziali e il contante scarseggia sempre più nelle casse dei commercianti e dei gestori di attività aperte al pubblico, col risultato che la disponibilità di liquidità va calando di giorno in giorno.
Se questo rappresenta un vantaggio sotto molti aspetti, ad esempio, si è meno esposti a furti e rapine, il maneggio di denaro fisico è ridotto al minimo, semplifica i conteggi di chiusura cassa a fine giornata, per altri versi, la mancanza di banconote può rappresentare un problema quando si presenta l’estorsore di turno; infatti, senza denaro, non è possibile soddisfare le richieste della malavita organizzata, mettendo in pericolo se stessi e i clienti presenti nel locale.
L’associazione dei commercianti vessati chiede l’istituzione di un’apposita carta di debito anonima per poter pagare il pizzo in sicurezza, senza correre il rischio, nel frattempo, di essere rapinati da altri malviventi.
Si tratterebbe di legare una carta al proprio conto, tuttavia senza mantenere la tracciabilità della transazione, in modo che non sia possibile risalire all’associazione per delinquere beneficiaria della cosiddetta “assicurazione obbligatoria” che permetta ai commercianti di continuare a lavorare serenamente.


DOPO LO IUS SOLI ARRIVA LO IUS MALE ACCOMPAGNATI

Un brano portato a Sanremo dagli Champagne Molotov nel lontano 1985, scritto da Enrico Ruggeri, diceva “Siamo male accompagnati, meglio che esser soli”. A quei tempi non si parlava ancora di Ius Soli, ma di certo l’autore aveva le idee chiare, tanto che, due anni dopo, vinse il Festival di Sanremo con “Si può dare di più”, brano diventato in seguito inno della Nazionale Italiana Cantanti che, come noto, si esibisce a scopi benefici e di solidarietà.
Ora, a trent’anni di distanza, è un argomento di grande attualità oggetto di feroce dibattito politico, e sarà arduo trovare un accordo.
Pare che la difficoltà stia nello stabilire esattamente i termini della sfera d’azione della proposta di legge. Ius soli infatti significa “Diritto del Suolo”, e la legge che porta questo nome stabilisce che chiunque nasce su suolo italiano acquisisce automaticamente il diritto di cittadinanza.
Questo vale per i bimbi nati sotto un cavolo, ma per quelli portati dalla cicogna? Ci vorrebbe lo “Ius Caeli”.
Ecco spiegato perché difficilmente la politica troverà un accordo. Non è possibile dividere i nascituri in neonati di serie A e neonati di serie B, in base a dove sono nati, se in terra o in cielo. Sarebbe una cosa che non sta né in cielo né in terra...
Secondo alcune indiscrezioni, sembrerebbe che il Governo sia pronto a emanare un Decreto Legge che prende spunto dalle compagnie telefoniche e ultimamente anche dalle banche, dove portando con sé un parente, ad entrambi saranno applicate le stesse condizioni. Si tratta del famoso Ius Male Accompagnati.
Del resto si sa, i parenti spesso stanno stretti, ma l’unione fa la forza.
Tranne in particolari situazioni, come un guasto idraulico in casa nel weekend, dove chi fa da sé fa per tre. Ma qui stiamo sconfinando, con il rischio di perdere lo ius soli e lo ius fili.

AGOSTO: LE TRISTI VACANZE DEGLI UMARELL
Umarell, per chi ancora non lo sapesse, è il nome comune dell’Homo Cantieris, una sottospecie dell’Homo Sapiens, della quale si hanno testimonianze sin dall’antica Roma, nel periodo imperiale che vide la costruzione del Colosseo.
Simili ai Sapiens per molti aspetti fisici e biologici, i Cantieris si distinguono tuttavia per un peculiare aspetto comportamentale: essi amano sostare davanti ai cantieri dei lavori in corso, a osservare, commentare, e possibilmente criticare le decisioni del personale addetto. Da questa attività essi traggono soddisfazione di un loro bisogno primario: quando un umarell è impegnato nell’osservazione di un cantiere, nella tipica posizione “di punta” (in piedi, le mani intrecciate dietro la schiena e il corpo leggermente proteso in avanti) è come se il suo organismo ricaricasse le batterie: la circolazione del sangue migliora, i polmoni si ossigenano, i neuroni cerebrali attivano nuove connessioni. Anche il loro sistema immunitario si rafforza: gli umarell, pur stazionando per ore all’aperto, esposti alle intemperie e agli sbalzi di temperatura, raramente si ammalano.
Secondo gli antropologi urbani le femmine di questa sottospecie sono rarissime. Chi dice di averne vista una di solito non viene creduto. L’unica possibilità ammessa è che sia lì su richiesta del marito costretto a letto con l’influenza, che nel delirio della febbre la supplica di fargli il resoconto dell’avanzamento lavori. Perciò, i maschi Cantieris sono costretti ad accoppiarsi con femmine Sapiens, che però di cantieri non sanno un bel niente.
Quando arriva il momento delle ferie, e la famiglia si sposta nelle località vacanziere, ogni umarell affronta un periodo difficile. Non può sottrarsi alla penosa transumanza famigliare in quanto, non essendo una specie che va in letargo, se restasse da solo nelle città spopolate e roventi, con i cantieri chiusi e inoperosi, potrebbe morire di inedia.
Perciò, nei mesi dell’esodo vacanziero, sulle spiagge assolate e affollate, li potete trovare sotto l’ombrellone, tristi e annoiati, che sbadigliano fino a sganasciarsi la mascella. A volta camminano lungo la battigia alla ricerca di bambini… No, non sono pedofili! Semplicemente sperano di convincerli a costruire un bel castello di sabbia o una complessa pista per le biglie. Purtroppo, queste attività sono sempre più rare: i ragazzini preferiscono smanettare compulsivamente i loro smartphone.
Le mogli, che invece chiacchierano, leggono, giocano a carte e fanno il bagno, cercano di coinvolgerli in queste attività, ma è fiato sprecato: a loro interessa una cosa sola, e non è nemmeno quella alla quale si pensa parlando di uomini.
Qualcuno obietterà che sulla Riviera Ligure si può sempre trovare qualche cantiere sull’Aurelia, qualche lavoro notturno di manutenzione della ferrovia, e molta industriosa attività nei cantieri navali dei porti. Ma sono luoghi pericolosi e severamente vietati agli umarell, che non sono coperti dall’INAIL per l’infortunio sul lavoro.
Vinti dalla frustrazione, gli umarell in vacanza vanno al bar a bere un aperitivo, o a guardare i pensionati giocare a bocce o a carte, senza riuscire ad appassionarsi. A volte si addormentano sullo sdraio al sole e, sognando i bei tempi dei lavori per la metropolitana, si beccano dolorose scottature. Devono allora subire il malumore e i rimbrotti della moglie, che, non essendo abituata ad avere il suo umarell sempre tra i piedi, diventa ogni giorno più insofferente e maldisposta.
Fortunatamente arriva settembre, le greggi scendono dagli alpeggi, i salmoni risalgono i torrenti, e gli umarell fanno ritorno nelle loro dimore abituali. Questo è per loro il mese più bello: nelle città sconvolte dalle buche stradali, dalle sedi tranviarie rotte, e dai palazzi scrostati e bisognosi di restauro i cantieri riaprono numerosi. Tutti si lamentano per il traffico impazzito, le code, il rumore… Tutti, tranne gli umarell.

Gli scritti che contengono riferimenti a persone realmente esistenti hanno il solo scopo (si spera) di far sorridere e sono frutto del vaneggiare degli autori. Se tuttavia qualcuno non gradisse un articolo o una sua parte può chiederne la rimozione all’indirizzo di cui sopra, motivando l’istanza.
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