Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
AUTO DA TIPORTO
Dopo le imbarcazioni da diporto, perennemente ormeggiate nei porticcioli a fare invidia ai poveracci che non se le possono permettere, presto avremo le auto da tiporto. La definizione corrente sarebbe “automobili a guida autonoma”, tuttavia, secondo i linguisti della pregevole Accademia dei Cinque Cereali, la definizione corrente non è quella corretta, poiché la parola ‘automobile’ è già di per sé comprensiva di autonomia di movimento. Lo conferma il vocabolario di latino, che traduce il lemma ‘automobile’ in ‘vehiculum se movens’. Ma - obietterà il lettore attento - come potevano gli antichi popoli italici di lingua latina conoscere le automobili? In realtà, essi avevano una discreta esperienza in veicoli semoventi, per esempio quando staccavano il carro dai buoi in una strada in discesa.
Invece, auto da tiporto è la definizione appropriata, poiché essa ti porta, anche se non hai la patente di guida, o se vuoi evitare la scocciatura di guidare nel traffico e parcheggiare. Farà le veci del coniuge premuroso che ti porta alla visita medica, o del figlio fresco di scuola guida e smanioso di dimostrare la sua abilità scarrozzando la mamma al supermercato.
Sono veicoli progettati per muoversi su strada in sicurezza, riducendo o eliminando del tutto l'intervento umano. Ma come fanno? - ci si chiede increduli. Utilizzano una combinazione di sensori, telecamere, radar, e soprattutto sono supportate dalla tanto discussa intelligenza artificiale.
Ma i più scettici non si fidano perché – dicono - il rischio è che l’auto da tiporto ti porti chissà dove, per un guasto, una interferenza con il satellite, o un temibile S.A. (un S.A. è un Sentimento Artificiale, un bug del software che lo rende troppo umano, e quindi inaffidabile). E se, giunta a destinazione, non ti aspetta per riportarti indietro? Le auto da tiporto saranno anche da riporto, come i cani dei cacciatori? O potrebbero abbandonarti in un quartiere sconosciuto della città, magari di notte? Se ne parla come di gioielli della tecnologia avanzata, ma per tecnologia avanzata si intende quella che è rimasta dopo aver creato il robottino che pulisce i pavimenti, taglia l’erba, ti misura la glicemia quando gli pare, e sigilla la porta del frigo se il valore è alto?
Nonostante le auto da tiporto siano ancora in fase di test, c’è già chi le disprezza e le snobba. Sono coloro che all’idea di non avere il volante fra le mani, e tre pedali agilmente governati da due piedi, vanno fuori di testa. Sono i maniaci del controllo della loro automobilina, magari acquistata a rate, che amano come e forse più della fidanzata, e che al volante si sentono piloti di formula uno.
Questi guidatori spavaldi sanno che ci sono cose che non si potranno fare a bordo di un’auto da tiporto, tipo imboccare una strada contromano, salire sul marciapiede per evitare la coda, o investire il ciclista che intralcia, ma nonostante i ripetuti clacson non si butta nel fosso per farli passare. Oltretutto, poiché è consentito l’uso del cellulare a chi non guida, svanirebbe ogni soddisfazione nel farlo, sfidando le forze dell’ordine. E il viaggio diventerebbe una noia mortale.

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