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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE

IN PILLOLE

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La solitudine è l’anticamera della malattia. Avere una persona con cui confidarsi apertamente può dare benefici. Uno studio dell’University of New South Wales, di Sydney, afferma che essere impegnati nella comunità allunga la vita, migliorando la salute del cervello. In un nuovo studio, pubblicato sul Journal of the Alzheimer Association, i ricercatori hanno condotto una meta-analisi di 13 studi, esaminando i dati di oltre 39 mila persone da 65 anni in su, le loro relazioni, con quale frequenza avvenivano le connessioni. È emerso che interfacciare amici o familiari almeno una volta al mese dimezza il rischio di demenza. Particolarmente importante è il tipo di relazione. L’autore Suraj Samtani, psicologo clinico e ricercatore del Centro per un sano invecchiamento del cervello dell’University of New South Wales: “Qualcuno con cui confidarsi è un fattore potente per ridurre il rischio di demenza. Non conta, con che frequenza lo si incontra, ma se è uno al quale si può aprire il proprio cuore”. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “A parte le gentili signore che mi onorano concedendomi le loro grazie, frequento poco il mio prossimo, che mi annoia. Per non dire peggio”.

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La solitudine uccide. Rappresenta una minaccia per la salute pubblica come fumo e obesità, ed è dichiarata epidemia pubblica. Vivek H. Murthy, responsabile della Sanità nel governo federale, lancia l’allarme, e invita gli americani a trascorrere più tempo in compagnia, e meno online. Metà adulti statunitensi vivono soli: questo ha conseguenze sulla salute mentale e fisica, incluso il maggior rischio di depressione, ansia, malattie cardiache, ictus, e demenza. Il tempo con gli amici è diminuito di 20 ore al mese, tra il 2003 e il 2020, ma il tempo da soli è aumentato di 24 ore al mese. Il rischio di morte prematura rappresentato dalla disconnessione sociale è simile a fumare 15 sigarette al giorno, maggiore dell’obesità e dell’inattività fisica. Stare da soli porta a stress cronico, che provoca infiammazioni che danneggiano i tessuti e i vasi sanguigni. L’isolamento e scarse connessioni sociali impediscono di mantenere o sviluppare abitudini sane quali l’esercizio fisico e una sana alimentazione. Se gli adulti anziani hanno alti tassi di isolamento sociale, i giovani adulti hanno il doppio delle probabilità di sentirsi soli. E la rivoluzione digitale è un’arma a doppio taglio: ha reso più facile trovare qualcuno con cui conversare, ma i social media e Internet possono purtroppo anche sostituire, o peggiorare, la rete relazionale di una persona. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “Ricordati: meglio soli, che male accompagnati”.

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Ingoiano mattoncini Lego per scoprire quanto tempo serve a defecarli. Il Journal of Paediatrics and Child Health ha pubblicato una ricerca scientifica di sei scienziati che hanno ingoiato un oggetto Lego per capire in quanto tempo l’avrebbero espulso, con l’obiettivo di rassicurare i genitori dei bambini che ingeriscono corpi estranei. Gli studiosi si sono avvalsi del punteggio SHAT (Stool Hardness and Transit), per calcolare il tempo di transito intestinale e la durezza delle feci. Le conseguenze non richiedono un intervento chirurgico. E in 1,71 giorni l’oggetto è espulso, con le feci. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Insensibile alla nobiltà d’animo degli sperimentatori, che si sono sacrificati per la scienza, mi auguro che l’evacuazione sia stata sgradevole”.

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