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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

ALFREDO E AL GELO


Le gioie del riscaldamento centralizzato

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Che sia in marzo o alla fine di aprile, la Pasqua torinese è quasi sempre fredda, e quasi sempre piovosa. È una tradizione sabauda, come la Colomba Galup e l’uovo di cioccolato gianduia.


Quest’ anno è giunta il 20 aprile, e i riscaldamenti centralizzati erano già spenti da cinque giorni.


Per ogni condominio, un omino - detto il fuochista - il giorno 15 aprile ha chiuso una certa valvola, spento un certo interruttore, interrotto un certo circuito, e i termosifoni degli appartamenti sono diventati inesorabilmente freddi.


Il fuochista del condominio dove abito si chiama Alfredo, nome perfetto per uno che ci lascia appunto “al fredo” (come dice la signora Marangon del terzo piano, originaria di Vicenza), proprio a Pasqua.


Un cosa inspiegabile, dal momento che esistono oggi marchingegni termodinamici moderni e funzionali, termostati da applicare ovunque, sensibili a minime variazioni di temperatura: valvole termostatiche, automatismi di accensione e spegnimento in base al clima, alla temperatura, all’umidità, alla pressione, finanche all’umore dell’inquilino più rompicoglioni.


Ma si sa come funzionano le cose in un condominio: non ci si mette mai d’accordo su nulla. Ogni cambiamento proposto viene discusso per anni nelle assemblee, si creano schieramenti ostili che sfociano in faide sanguinose, e alla fine nulla cambia: resta Alfredo, con la sua precisione svizzera e il suo rispetto quasi religioso per Sua Divinità l’Ordinanza Comunale.


Per tutto l’inverno, che è stato quest’anno decisamente mite, i termosifoni sono stati caldi. Ma che dico caldi, roventi, infuocati, barre metalliche appena uscite da un altoforno delle Ferriere Fiat.


Per sopravvivere al clima secco e arido che si viene a creare nelle abitazioni così surriscaldate, abbiamo dovuto stendere panni bagnati in casa, accendere umidificatori giganti, modello Foresta Pluviale De Longhi e poi, ovviamente, aprire le finestre giorno e notte.


Ormai i cambiamenti climatici sono noti a tutti: anche i piccioni tubano tra loro di buco nell’ozono e di effetto serra. Tutti hanno capito che le stagioni non sono più quelle di una volta.


Tutti, tranne gli Amministratori di Condominio e i fuochisti delle caldaie centralizzate. Questi vivono in un mondo tutto loro, fatto di ricordi del famoso inverno del ’44, quando a Torino gelava l’acqua dei rubinetti di casa.


Finito l’inverno, secondo la ferrea logica climatica di Alfredo, in primavera c’è il disgelo, brilla il sole e cinguettano gli uccellini. Non importa se nel mondo reale a maggio ancora piove, qualche volta nevica, tira un vento freddo della malora: il 15 aprile, cascasse il mondo, la stagione del riscaldamento è finita, Alfredo ha spento tutto ed è partito per una breve vacanza ai Tropici, credo a Palm Beach Resort.


Parte allora il tamtam di protesta dei condomini. Il signor Carlo, 92 anni compiuti, si lamenta che ha freddo e dice che da qualche giorno non si lava più perché in bagno ci sono diciassette gradi. E non è una battuta: basta prendere l’ascensore con lui per rendersi conto, olfattivamente, che dice il vero.


La signora Gina del quarto piano ha mandato i suoi tre bambini dalla zia di campagna, che abita in una sperduta fattoria nelle Langhe, dotata però di stufa a legna e caminetto sempre accesi. Altro che le comodità della città!


Rocco e Lucia... beh, loro sono sposini novelli e conoscono un modo economico ma efficace di riscaldarsi.


Ovviamente Tota Andreina, la loro vicina single (ormai più zitella che single) si lamenta del rumore indecente.


È andata peggio ai Rubagotti: padre, madre, due figli e una suocera sono finiti in ospedale per aver mangiato alcuni funghi, spuntati nell’ angolo a Nord della camera da letto.


L’Amministratore ascolta le proteste di tutti, poi telefona in Comune per presentare una richiesta di proroga di accensione degli impianti. Il Sindaco, che in questi giorni riceve migliaia di richieste simili, prima tergiversa, consulta il Meteo, e infine dice alla segretaria di preparargli il solito testo dell’Ordinanza Comunale, sempre uguale ogni anno, a parte la data.


Prima che qualche vecchietto sia ritrovato congelato nel suo appartamento, come un mammut preistorico durante l’era glaciale, il Sindaco firma, e gli Amministratori di condominio hanno finalmente facoltà di riaccendere il riscaldamento.


Hanno facoltà, ma non sanno come si fa. Delegano perciò il fuochista. Purtroppo Alfredo è ancora in vacanza, non raggiungibile sul cellulare, e chissà quando torna.


Nessun altro, pare, ha la chiave per accedere alla sala caldaie, nessun caposcala ha avuto disposizioni in merito, e i termosifoni restano freddi.


Finalmente ritorna il sole, e ritorna anche Alfredo, abbronzato e contento. Viene subito investito da un fiume di proteste e ricoperto, come diciamo a Torino, di “mise- rie”. Lui casca dalle nuvole (ma quelle bianche e soffici del suo paradiso tropicale) e dice con candore: “Ma la chiave era al suo posto, nel quadro chiavi dello stabile, appesa sotto l’etichetta «Chiave caldaie»... Non l’avete vista?”.


Peccato che nessuno avesse pensato di cercarla lì.

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Stephanie Marellaux Anfreidà (APRILE 2014)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

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