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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

ARRIVANO I MISSIONARI 2.0


A fine luglio si è svolto il primo Giubileo degli Influencer e dei Missionari Digitali.


L’evento ha visto la partecipazione di oltre millesettecento “missionari dell’era digitale” provenienti da settantacinque Paesi.


Il mondo, grazie alla digitalizzazione, si evolve a ritmi esponenziali, toccando tutti i settori, dal lavoro, all’economia, fino ad arrivare allo sport e al tempo libero, pertanto, è indispensabile che anche la parola del Signore si avvalga di fibra ottica e wi-fi per proseguire nell’opera di evangelizzazione.


Molti parroci fanno da tempo uso di webcam e social per raggiungere i nativi digitali, ma è necessario l’intervento di veri e propri influencer della fede per diffondere i principi cristiani.


I social potrebbero diventare un trampolino di lancio per la parola di Dio, successo che potrebbe trovare riscontro nei “Like” ottenuti e nella mole di follower.


Del resto proprio Gesù Cristo fu uno dei primi influencer della storia, iniziò con una dozzina di follower ma, nel giro di pochi secoli, il suo nome echeggiò in ogni settore sferico del globo.


L’evangelizzazione, attraverso i social, offre l’opportunità di seguire le cerimonie religiose attraverso le dirette web, di mettere i “Mi Piace”, e supportare i sacerdoti nell’esercizio delle proprie funzioni.


Alle perpetue sarà inibito l’utilizzo di piattaforme di dubbia moralità come OnlyFans, ma potranno iscriversi su Tinder se desiderano cambiare parrocchia.


I credenti potranno partecipare all’eucaristia con ostie consegnate a casa da Just Eat o Deliveroo.


Qualora a un follower scappasse un moccolone a causa dei disservizi della rete, sarà sufficiente premere “Control Z” per cancellare la bestemmia.


Grazie a video e immagini a tema religioso tutti i fedeli saranno considerati osservanti di default.


Chi dovesse peccare potrebbe venire bloccato fino all’avvenuto pentimento e alla conseguente espiazione delle colpe che, in base alla gravità, potrebbero consistere nel recitare un determinato numero di preghiere davanti alla webcam, oppure e mettere un determinato numero di “Like” a santi prestabiliti.


La Chiesa non esclude la possibilità che in altre galassie vi siano forme di vita aliene e, come creature di Dio, potrebbe rendersi necessario evangelizzare i pianeti abitati.


Portare il segnale wi-fi oltre i confini della Via Lattea è un progetto ambizioso per gli attuali fornitori di disservizi che, normalmente, non riescono a garantire una ventina di mbps a Brevigliasco. I tecnici stanno valutando l’utilizzo di una sonda orbitante intorno a Saturno, oppure di sfruttare i ripetitori di Radio Maria (scelta consigliata).


E qui la parabola tanto cara al Signore inizia ad acquisire un senso.

DECRETO ANTI CAOS CIMITERIALE

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LA PRIMA NORMA PER IL PRIMO NOVEMBRE

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Ognissanti è da sempre il giorno dedicato ai propri cari, ma è anche motivo ansia per le migliaia di persone che si riversano contemporaneamente al cimitero, con la preoccupazione di non trovare parcheggio nel raggio di due chilometri.


Ricordare i propri cari il giorno dedicato ai Santi invece che il giorno successivo, dedicato ai defunti, non è un tentativo estremo di sperare che siano già beati, ma una necessità, visto che, normalmente, il 2 novembre i non defunti lavorano.


A nulla serve ingegnarsi, prevedere partenze intelligenti, che spesso danno ottimi risultati per le vacanze di agosto, oppure cercare di raggiungere il camposanto con mezzi pubblici, o anche dormire in un loculo abbandonato nel sacco a pelo.


In alcune città si organizza furbescamente la Strasepolcri, una mezza maratona sportiva amatoriale che fa tappa nei vari cimiteri, consentendo di parcheggiare l’auto in zona decentrata per poi recarsi al cimitero a piedi.


A risolvere la questione potrebbe pensarci il governo, la notte di Halloween, con un decreto-scherzetto che scaglionerà i visitatori dei defunti.


La norma di attuazione potrebbe prevedere la possibilità di visitare i propri cari "a targhe alterne", in base al cognome che compare sulla targa della lapide:


- Dalle 8 alle 10: defunti dalla A alla D

- Dalle 10 alle 12: defunti dalla E alla H

- Dalle 12 alle 14: defunti dalla I alla N

- Dalle 14 alle 16: defunti dalla O alla S

- Dalle 16 alle 18: defunti dalla T alla Z


Marito e moglie, se non hanno la fortuna di avere cognomi che rientrano nella stessa fascia, dovrebbero recarsi al cimitero al massimo due volte nella stessa giornata.


Un po' più problematica la situazione delle famiglie allargate, che potrebbero dover fare più giri cimiteriali in orari differenti.

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Alle 6 del mattino solitamente c’è poco viavai, purtroppo i cimiteri aprono alle 8




LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.

DA IKEA L'IDEA CHE NON C'ERA


Ikea ha lanciato LURVIG, il divano per cani e gatti.


Il 2 febbraio sarà presentato all'Ikea di Collegno, insieme a tutti i prodotti della linea LURVIG, destinati a cani e porci gatti.

Per l’occasione un medico veterinario esperto in Comportamento Animale dell’associazione SISCA (Società Italiana Scienze del Comportamento Animale) sarà presente in negozio per fornire consigli utili su come migliorare la comunicazione con il tuo amico a quattro zampe e comprendere meglio alcune sue "strane" abitudini. (Fin qui è tutto vero, non inventato da Abeffarda).


Interverrà la Professoressa Fornero, esperta in Comportamento del Pensionato Italiano, per fornire consigli utili su come migliorare la sopravvivenza di esodati e pensionati con la minima, regalando loro un animale da compagnia, con il quale condividere la miseria (lo dice anche il proverbio: mal comune mezzo gaudio)


Sarà presente anche un noto politico, che regalerà un divano LURVIG per cani e gatti a tutti i pensionati in visita al negozio.


Sono prodotti molto semplici da montare, ne è capace qualsiasi primate con pollice opponibile alla brugola. Se non avete a disposizione un primate potrete provare anche voi. Il vostro cane vi aiuterà, portandovi le viti e porgendovi il cacciavite quando occorre. Attenti però al gatto che, per indole felina, ha tendenza a giocare con i tasselli e a scompigliare i fogli delle istruzioni.




DOPO LO SCIOPERO DEI TRASPORTI ARRIVA QUELLO DEI TRASPORTINI



Il S.I.M.P.A.T.I.A. (Sindacato Italiano Medi e Piccoli Animali Trasportabili In Autonomia) ha annunciato uno sciopero dei trasportini previsto per venerdì prossimo.


L’astensione dal lavoro interesserà soprattutto cani, gatti, criceti, furetti, maialini d’India, polli e galletti, che subiranno disagi sulla circolazione.


È prevista una fascia di rispetto per i servizi essenziali come i trasporti dal veterinario o alle cliniche mediche, mentre non saranno garantiti gli spostamenti verso attività come toelettature o estetisti.


Paul Rice – ACC



IL RITORNO ALL'ORA SOLARE





IL RITORNO ALL'ORA SOLARE CI HA PERMESSO DI DORMIRE  UN'ORA IN PIÙ MA CHI NON AVEVA SONNO CHE COSA HA FATTO?

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Siamo ritornati all'ora solare da una settimana, e i nostri bioritmi si sono abituati al trauma, diventando all'incirca circadiani come sempre. Si sente ancora qualche discussione fra i contrari, che vorrebbero l'ora solare tutto l'anno perché patiscono il doppio cambio, e i sostenitori, che si sbizzarriscono nelle più svariate teorie sui benefici di questo biennale giramento di sfere (le lancette dell'orologio), e di palle (le nostre).

I sostenitori del giramento suddetto si suddividono a loro volta in due categorie: gli amanti della luce naturale fino a tardi, che favorirebbe le attività sportive all'aperto, e i convinti del millantato esorbitante risparmio energetico. Ma se si scava più a fondo nelle loro vite, si scopre che i primi sono sovente sedentari, inclini a trascorrere il tempo libero sul divano, e i secondi non si curano nemmeno del loro, di risparmio, poiché tengono il condizionatore al massimo e dimenticano luci, televisori e computer accesi.


Ma il cambio dell'ora è indifferente ad ogni opinione, e si verifica ineluttabilmente, annunciato qualche giorno prima dal tam tam dei notiziari, dal passa-parola e dagli innumerevoli dememe (meme demenziali) che invadono internet, giocando sui doppi sensi del 'mettere dietro', 'portare indietro' e altre infantili amenità.


Spostare le lancette è obbligatorio per tutti, e nessuno protesta. C'è da chiedersi come mai. Perché le piazze non sono invase dai No-hour-pass, da cortei di protesta per questa feroce dittatura temporale, per i danni al DNA provocati dal lag jet, e per l'evidente complotto della Swatch e delle aziende che vendono gli integratori di melatonina? Nessuno lo sa. Le uniche deboli proteste sono quelle dei neonati, che ancora non sanno leggere l'orologio, ma sanno benissimo quando è l'ora della poppata. Ma i neonati in Italia sono sempre meno, inoltre non votano, non twittano e non vengono invitati ai talk-show.

Il diktat è sempre uguale, da decenni: stanotte, caro popolo di imbecilli distratti, sposterete indietro le lancette e dormirete un'ora in più.

E chi soffre di insonnia? Peggio per lui: soffrirà un'ora in più rigirandosi nel letto.


L'IRIDE (Istituto di Ricerche Inutili e DEmenziali) ha intervistato un campione rappresentativo di individui soggetti a disturbi del sonno, chiedendo come abbiano trascorso quella specifica ora, e ottenendo le risposte che qui riportiamo.

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Gli obbedienti (50%)

Queste persone, consapevoli della loro difficoltà nel prendere sonno, hanno assunto un sonnifero, per essere sicuri di ottemperare a quanto richiesto dal Governo: dormire un'ora in più.

Una piccola parte di questi, invece, ha preferito non assumere farmaci e provare a dormire con metodi naturali, tipo tisane e camomille (che forse funzionerebbero, se non fossero anche diuretiche), o la tradizionale conta delle pecore. Ma anche quest'anno c'è stato, in coincidenza non casuale con il ritorno all'ora solare, uno sciopero generale delle pecore, proclamato dal sindacato sciovinista S.C.I.OV.I. (Scioperi Controllati e Integrati degli Ovini Italiani). Le pecore, al belato unanime di "Contarci tutte, contarci meno", correvano qua e là, disordinatamente, e non si lasciavano contare. E non si vedeva in giro nemmeno un pastore, ma che dico, nemmeno un cane pastore, perché tutti impegnati nelle trattative con lo S.C.I.OV.I. Insomma: un'ora di insonnia nel caos totale.

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I lettori (25%)

Questi hanno provato a leggere un libro o una rivista per tutta l'ora, ma per evitare di essere denunciati da qualche vicino impiccione, leggevano sotto le coperte alla luce di una torcia. Tutti hanno ammesso di non aver capito un tubo di quanto letto.

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I pignoli (25%)

Sono coloro che, con svizzera precisione, hanno voluto sistemare tutti gli orologi di casa esattamente alle due di notte, come da direttiva ufficiale. La maggior parte ha ammesso di non esserci riuscita, perché l'operazione è così noiosa da risultare fortemente soporifera. Perciò, dopo aver cambiato l'ora su alcuni orologi, colti da sonnolenza irresistibile, sono crollati addormentati, senza riuscire a completare l'operazione. Il mattino dopo non ricordavano più quali orologi avessero l'ora solare e quali quella legale. Conclusione: all'ora di pranzo non c'era un orologio che segnasse l'ora giusta.

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Stefania Marello - ACC




Contale, se ne hai il coraggio!

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE

IN PILLOLE


I videogiochi riducono stress e ansia, e stimolano la creatività, quindi favoriscono la felicità. Lo rileva “The power of play”, studio condotto su 24mila videogiocatori di 21 Nazioni, tra le quali l’Italia, presentato a Pesaro nella Giornata mondiale sulla salute mentale, durante il Festival sui videogiochi a impatto sociale. Coordinata da ESA, Entertainment Software Association, con Iidea (l’associazione di categoria dell’industria dei videogiochi in Italia) e Video games Europe, dimostra che in Italia il 71% dichiara di giocare per rilassarsi e ridurre lo stress, il 60% come antidoto contro l’ansia, il 49% per combattere la solitudine, e il 54% per aumentare la felicità quotidiana. Il sollievo dallo stress risulta tra i tre principali benefici percepiti in tutte le 21 Nazioni coinvolte. Un videogiocatore su due afferma di giocare per stimolare la mente. I generi più amati sono i puzzle game (51%), seguiti dai giochi d’azione (35%), e basati su abilità o fortuna (33%). Gli italiani riconoscono ai videogiochi un ruolo nello sviluppo di competenze professionali: il 34% ritiene che l’esperienza videoludica abbia avuto impatto positivo sul percorso lavorativo o formativo, grazie a creatività (70%), problem solving (67%), lavoro di squadra (64%), pensiero critico (57%), e gestione del tempo (50%). Il 28% afferma che i videogiochi hanno influenzato le proprie scelte di studio o di carriera. Sul piano sociale, il 39% dei genitori intervistati afferma che giocare insieme ai figli ha migliorato la relazione familiare, il 61% riconosce ai videogiochi la capacità di creare connessioni sociali. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Mai giocato, e non ho mai riscontrato una tale quantità di facezie in un’unica cosiddetta ricerca. Se ho figli sparsi nel mondo, non li conosco”.

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È nato prima l’uovo o la gallina? La gallina! La proteina OC-17, essenziale per la formazione di gusci robusti, viene prodotta esclusivamente dalle galline. Senza questa proteina, i gusci non possono formarsi correttamente. Le uova con l’OC-17 possono provenire solo da una gallina. I ricercatori hanno analizzato i gusci d’uovo utilizzando tecniche biochimiche avanzate, confrontando le proteine di vari uccelli: l’OC-17 è stata trovata soltanto nelle uova di gallina, dimostrando il suo ruolo unico nella formazione del guscio. Questa fondamentale proteina aiuta a cristallizzare il carbonato di calcio, rendendo il guscio più resistente, per proteggere l’embrione in sviluppo. Lo studio risolve un antico enigma biologico, e offre spunti affascinanti su come le proteine si evolvano e si specializzino in natura. Mostra come molecole come l’OC-17 possano avere un ruolo cruciale nel determinare i risultati evolutivi. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Scienziati, preferite la frittata oppure il brodo di gallina?”.

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Siamo sempre più stanchi. Un americano su tre si sveglia esausto e la produttività lavorativa ne risente. Un sondaggio di Talker Research su 2.000 americani rivela cosa ci ruba l’energia, e non è solo il lavoro che lascia esausti. Le interazioni sociali, le faccende domestiche, e persino il clima sono i principali responsabili della nostra crisi energetica quotidiana. Una ricerca, commissionata da Zipfizz, ha rilevato che un terzo degli americani incolpa il proprio lavoro per la stanchezza: è solo una parte delle cause. Essere interrotti nel parlare è in cima alla lista delle perdite di energia sociale, secondo il 15% degli intervistati, le chiacchiere imbarazzanti seguono con l’11%, poi le interazioni col servizio clienti (9%) e le conversazioni con sconosciuti (9%) completano la classifica delle situazioni sociali energeticamente dispendiose. Poi i consigli non richiesti (8%), i pettegolezzi in ufficio (6%) e le videochiamate di gruppo (4%). La mancanza di sonno di qualità incide con il 42%, il ciclo infinito di lavori domestici e faccende con il 28%, poi le preoccupazioni finanziarie (26%), il maltempo (20%), e le interazioni sociali noiose (19%). Anche nel fine settimana, non arriva il sollievo: il 48% si sente distrutto nei giorni di riposo. Marcela Kanalos, portavoce di Zipfizz: “Le nostre energie sono messe a dura prova anche prima del pranzo. C’è la soluzione. La vera energia deriva da scelte piccole e costanti: dormire meglio, idratarsi e avere tempi di inattività significativi che si sommano nel tempo”. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Anche voi vi siete stancati leggendo questo sproloquio?”.

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ChatGPT fa diventare più stupidi? Uno studio del MIT Media Lab, col Wellesley College Massachusetts e il College of Art and Design, ha conclusioni preoccupanti. 54 partecipanti, osservati più mesi per valutare l’impatto dell’IA sulla memoria, sul pensiero critico, e sul coinvolgimento cognitivo, ha stabilito che chi la sfrutta per scrivere manifesta un serio declino cognitivo. Lo studio, Your Brain on ChatGPT, ha suddiviso i partecipanti in tre gruppi. A ciascun gruppo è stato chiesto di scrivere saggi in 20 minuti su temi analoghi a quelli del SAT scolastico, la prova con cui gli studenti americani accedono all’Università. Si sono mescolati test con ChatGPT, i motori di ricerca, o senza strumenti esterni. L’attività cerebrale è stata monitorata tramite elettroencefalografia (EEG) su 32 aree del cervello poi valutata da correttori umani. Riscontrati valori più bassi di connettività nella banda alfa, associata alla memoria e al linguaggio, lacune nella memoria, e difficoltà nella strutturazione del pensiero, maggiore pigrizia cognitiva con riduzione della consapevolezza autoriale. La coordinatrice dello studio, Nataliya Kosmyna, spiega che l’uso precoce dell’IA nei contesti scolastici è particolarmente rischioso per i cervelli in fase di sviluppo. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Ci sono molti stupidi senza interventi tecnologici esterni”.

CERA UNA VOLTA

Il tempo delle cere



Negli anni cinquanta e sessanta i pavimenti degli appartamenti di città erano in graniglia, oppure in marmo e in legno nelle abitazioni più lussuose. In tutti i casi si lavavano e poi si lucidavano a specchio con la cera. La maggior parte delle mamme erano casalinghe, fissate con la pulizia e il decoro. "Fare bella figura" con gli ospiti era il loro obiettivo principale, poco importava se gli ospiti erano sempre gli stessi, cioè la vicina di pianerottolo per il rito del caffè, e la suocera e la cognata in visita la domenica. Perciò la casa doveva essere impeccabile e i pavimenti tirati a lucido.


La lucidatrice era quell'oggetto inquietante che ogni casalinga custodiva nel ripostiglio o sul balcone. Era dotata di svariati tipi di spazzole, che si dovevano utilizzare, in passaggi successivi, sul pavimento lavato e incerato a dovere. Era un arnese solo in apparenza disanimato. Quando si collegava la spina alla presa di corrente, la lucidatrice acquisiva una mostruosa vita propria: si illuminava, emetteva un rumore infernale e, mentre il sacco per la raccolta della polvere si gonfiava come una mongolfiera, essa iniziava a girare su se stessa a causa del moto vorticoso delle sue spazzole. E solo una casalinga esperta e ben allenata riusciva a dominarla e a sottometterla al suo volere.


Ricordo che, dopo che mia mamma aveva lavato, incerato e lucidato i pavimenti, la casa assumeva una dimensione sacra. Arrivando da fuori ti rendevi subito conto, dall'odore e dalle pattine schierate in attesa all'ingresso, che erano state effettuate le grandi manovre. Perciò entravi con circospezione, quasi come in un santuario: infilavi le pattine e ti avviavi strisciando i piedi, come uno sciatore di fondo in salita e senza bastoncini, fino al ripostiglio, dove era d'obbligo togliersi le scarpe e infilarsi le ciabatte. Se fuori pioveva o nevicava le scarpe le dovevi togliere sullo zerbino e lasciare sul pianerottolo, insieme all'ombrello. L'operazione non era semplice, specie se eri impacciato dall'impermeabile e dai guanti, e richiedeva una certa agilità e notevoli doti di equilibrio.


Su quel pavimento si sarebbe potuto mangiare senza dover utilizzare i piatti: non c'era una briciola, un'ombra, un alone; la polvere e i suoi migliori amici, gli acari, giacevano sconfitti e agonizzanti, risucchiati dentro il sacco. Tutto era sterile, terso, splendente.


Noi figli subivamo senza protestare l'obbligo delle pattine, la rumorosità invadente dell'attrezzo che sovrastava l'audio della TV dei Ragazzi, le raccomandazioni a raffica di mamma, di non sgocciolare vicino al lavello, di non camminare con le scarpe e di non sbrodolare a tavola. Accettavamo le sue rampogne in caso di errore.


E anche i padri accettavano le pattine senza discutere. In fondo era un piccolo scotto da pagare per avere riconosciuti i loro diritti a non dare una mano nelle faccende domestiche, a non occuparsi dei figli e della spesa, a dedicarsi soltanto al lavoro e alla carriera. E a coltivare il loro unico sogno: un cospicuo aumento di stipendio che rendesse possibile cambiare l'automobile con una più grande e potente.


E se la moglie non fosse stata d'accordo? Per ammansirla bastava regalarle il nuovo modello turbo di lucidatrice tedesca, extra piatta per infilarsi meglio sotto i mobili, con più spazzole e lo speciale accessorio per la perfetta lucidatura degli angoli.

PILOTA CON SISTEMI DI COMUNICAZIONE IN PANNE RIESCE AD ATTERRARE GRAZIE A RADIO MARIA


Seguendo le frequenze della radio ha individuato la pista di atterraggio

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Cerrione. Brutta disavventura per il biellese di origini biellesi che si trovava sulle Alpi e stava rientrando da Francoforte con il suo Piper View, un velivolo PA-29 Cheroankeeo, con vetri laterali oscurati, che diventano trasparenti solo acquistando la carta prepagata e infilandola nell’apposita fessura.


All’improvviso i sistemi di navigazione sono andati in panne, così come le radio di bordo, e hanno smesso di trasmettere e ricevere.


Il piccolo velivolo, che viaggiava avvolto dalla fitta nebbia dovuta al clima meteorologicamente autunnale di questi giorni, sembrava destinato a non atterrare, perlomeno non nel modo canonico, quello di solito apprezzato anche dai piloti più temerari e anticonformisti.


Il pilota, un quarantenne di Pray, tale Guido Sevolo, con grande esperienza alle spalle e una brutta esperienza davanti, ormai stava per gettare la spugna, ma non lo fece solo perché sul cruscotto c’era un adesivo con scritto “Vietato gettare oggetti dal finestrino”.


Era ormai preparato al peggio e aveva anche iniziato a recitare al- cune preghiere, quando ha avuto l’illuminazione che gli ha salvato la vita: sintonizzarsi sulle frequenze di Radio Maria, che, a dispetto del nome (Maria, recita il proverbio, tutti la vogliono e nessuno la pia), è l’unica radio che si prende anche in galleria.


In questo caso, più che in galleria si trovava in una galleria del vento, ma incredibilmente aveva trovato, nella sua borsa da viaggio & pilotaggio, la vecchia radiolina con la quale ascoltava il campionato di serie A ai tempi di Maradona e Platini.


Così, triangolando la direzione delle onde radio, con Milano Malpensa e la torre di controllo dell’aeroporto biellese, calcolando il gradiente di volo, dividendo per due, con resto di uno, il nostro eroe, è riuscito a trovare la strada, o per meglio dire, la pista di atterraggio. E quel che conta è che l’ha trovata con le ruote del carrello, non con la fusoliera o con il muso!


Appena toccato terra, il Sevolo, si è precipitato (e ha potuto farlo solo perché non era precipitato prima) al bar dell’aeroporto che, oltre ad essere sempre aperto, dispone di un’ampia e comoda toilette, do- tata di carta igienica finissima e decorata con gli aeroplanini.


Su quanto accaduto in toilette non ha voluto rilasciare dichiarazioni, adducendo il motivo della Privacy.


Ha dichiarato: “Se ora sono ancora qui, devo soprattutto ringraziare Don Bruno, che da bambino mi insegnò a pregare e oggi è successo un miracolo: nell’alto dei cieli sopra le Alpi Biellesi, la Divina Provvidenza e la divina frequenza, mi hanno salvato la vita”.

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LA TANGENZIALE NON È FRANATA DOPO L’INAUGURAZIONE: È STATA COSTRUITA COSÌ



L’ipotesi più accreditata: si tratterebbe di un’opera della Cracker Art,

non andrebbe risistemata, ma dichiarata monumento nazionale.



Tutte le strade portano a Roma? Di sicuro la nuova tangenziale non porta neppure in via Roma.


Non si tratta dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico, ma pare che non vi siano stati errori, né di progettazione, né di realizzazione delle opere. L’unico enigma ancora misterioso viene dal certificato di collaudo dove l’opera è dichiarata “strada” quando ne mancano tutti i requisiti (fatta eccezione per la linea bianca di mezzeria).


Sono state vagliate innumerevoli ipotesi, tra le quali, la progettazione in stato ebbrezza (che prevede la decurtazione di dieci punti dal voto di laurea), la probabile rotazione del disegno di progetto, che avrebbe causato una lettura al contrario dei dati, oppure la realizzazione dell’opera da parte di un’impresa inglese (tendono a scambiare la corsia di destra con quella di sinistra), ma non è accaduto nulla di tutto ciò.


Ora si ha la certezza che l’opera d’arte è stata realizzata dalla Cracker Art, movimento culinario di Quittengo specializzato in prodotti da forno salati in superficie bucherellati.


E’ quanto stabilito da una commissione costituita per indagare sull’accaduto, commissione tutta al femminile composta dalle note geologhe Petra Miliare, Ambra Natina, dall’astronoma Luna Calante, dall’astrologa Stella Cadente e dalla commessa della panetteria comunale Rosetta Filoncino.


Il materiale utilizzato per la realizzazione dell’opera, prevalentemente asfalto, è stato preferito ai più costosi bronzo, marmo e granito, fino ad ora indispensabili per ogni genere di scultura, dalla classica alla postmoderna. La crisi economica purtroppo non risparmia neppure l’arte. In questo caso, ammette la commissione, ci troviamo senza ombra di dubbio davanti a una scultura di arte postdatata.


Una nota azienda produttrice di acque oligominerali, della quale non riportiamo il nome per evitare di fare squallida pubblicità, lamenta che la strada fa acqua da tutte le parti senza le necessarie autorizzazioni ministeriali, ipotizzando uno spiacevole caso di concorrenza sleale.


In paese è stata fatta una raccolta firme per la realizzazione di una vera tangenziale in modo da deviare il traffico pesante e alleggerire le vie del centro. Il risultato è stato 142 firme a favore della riapertura della tangenziale e 2 contrarie, ma per uno strano gioco di alleanze fra i numerosi gruppi di firmatari, hanno vinto i due contrari, pertanto, gli autotreni continueranno a transitare nel centro storico sul manto stradale in cubetti di porfido (sampietrini per i profani n.d.r.).


Sono in corso le pratiche per il riconoscimento dell’opera come patrimonio dell’Unesco e, presto, i turisti potranno venire nel biellese per ammirare anche questa opera di arte contemporanea.

SCOPERTO DAI CARABINIERI UN FASULLO “FINTO DENTISTA”



Per combattere la crisi si fingeva rumeno e abusivo:

in realtà è un medico odontoiatra italiano, laureato con il massimo dei voti,

e con un master ad Harvard in implantologia dentale.

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C’erano già stati, in passato, casi di capovolgimento rispetto alle truffe classiche. Un esempio per tutti è rappresentato da Napoli, con le sue fantasiose aziende, gestite da partenopei veraci, nelle quali si applicano etichette “Made in China” solo per poter vendere più facilmente i prodotti.


Nessuno però avrebbe mai pensato che la leggenda diventasse realtà proprio a Cossato.


Le lunghe indagini sono iniziate qualche mese fa, quando alcuni clienti hanno segnalato uno strano dentista, che si faceva chiamare Dottor Lucianescu (lampante è il finto riferimento rumeno sin dal cognome) e che, per simulare abusivismo, introduceva i clienti nel suo studio attraverso lo scantinato.


A prendere gli appuntamenti erano due turchi, gestori del locale che prepara i kebab sotto lo studio. Con i clienti affermava di essere originario della Transilvania e pare addirittura che avesse esposta una protesi con due canini lunghi quattro centimetri, acquistati in un negozio di articoli carnevaleschi. Appeso al muro nell’ingresso c’era persino il poster del calciatore Cristian Chivu.


Quando i Carabinieri OO.SS. (Operatori Sanitari) di Lessona hanno fatto irruzione nello studio del presunto falso dentista sono rimasti increduli: sui macchinari vi erano targhette con denominazioni “Made in Bulgaria” e “Made in Albania” e una vaschetta contenente aceto per sterilizzare gli attrezzi.


Solo dopo approfondite indagini hanno scoperto che sotto le suddette etichette vi erano quelle originali, tutte “Made in Italy” e “Made in Germany”, con tanto di certificazioni ISO9001. L’assistente del Lucianescu, una neolaureata alla prestigiosa Dental School di Torino, fingeva di parlare stentatamente l’italiano, ma, senza farsi vedere dai clienti, porgeva al medico strumenti sterilizzati con le più moderne tecniche a ultrasuoni. Le protesi erano tutte fabbricate in Italia da odontotecnici esperti.


Quando gli inquirenti hanno chiesto spiegazioni, il Lucianescu ha spiegato che, a causa della pressante crisi, non si va più da un vero dentista, o lo si fa solo in caso di estrema necessità. Ormai le persone tendono a rivolgersi a dentisti abusivi, che promettono consistenti risparmi sulle parcelle.


I controlli ai documenti fiscali hanno rivelato che il Lucianescu si faceva pagare come i dentisti seri, e questo dimostra come i clienti si facciano spesso ingannare dall’apparenza: infatti nessuno di loro si era accorto che non stava risparmiando nulla, ma tutti erano felici di trasgredire la legge e ingannare il fisco. Si tratta del piacere, tutto italiano, di sentirsi furbi, facendo qualcosa di proibito.


I Carabinieri OO.SS., valutato che era tutto in perfetta regola e che la simulazione di falsità non costituisce reato (del resto, in matematica cibernetica il falso di un falso diventa un vero), hanno approfittato per farsi una detartrasi, passando però dallo scantinato nella speranza di risparmiare qualcosa.


I lettori si domanderanno qual è i vero nome del Lucianescu; non lo diremo, non già per motivi di privacy, ma perché alcuni collaboratori del nostro giornale sono clienti dell’odontoiatra. Inoltre, come recita un antico adagio cossatese:


“Pijtla cul tubista, rusìa cun l’eletricista, ma làsa sté ‘l dentista”.

LA TORRE DI PALAZZO LA MARMORA SARÀ ABBATTUTA

Dove ha fallito il terremoto, riescono le leggi italiane e i regolamenti comunali.


La notizia dell’imminente demolizione della torre giunge a pochi giorni dallo stanziamento di un contributo per il consolidamento del manufatto, danneggiato dal terremoto emiliano che, purtroppo, si è fatto sentire sino a Biella.


La torre, edificata nel XV secolo, rappresenta il primo caso accertato di spreco di denaro pubblico. Secondo gli storici si tratterebbe di un pozzo di petrolio, realizzato in pietra, non essendo ancora stati inventati né l’acciaio né il sistema a tralicci né tantomeno le trivelle.


La struttura non era mai entrata in funzione per almeno due validi motivi: il primo è che non esistevano raffinerie, il secondo è che occorrevano ancora alcuni secoli per avere il motore a scoppio.


L’ordine di abbatterla non fu mai firmato dal geometra medioevale a causa dell’improvviso scoppio della guerra tra Guelfi e Ghibellini: per questa ragione e per l’indolenza dei funzionari comunali succeduti al primo, la torre è rimasta dov’era per secoli, percepita e accettata come una normale costruzione d’epoca.


Così essa è stata letteralmente dimenticata per mezzo millennio, finché uno zelante impiegato del catasto si è accorto che il manufatto, non solo non era stato regolarmente accatastato, ma non era mai stato messo a norma con il piano regolatore, nonostante i numerosi condoni edilizi attuati nel corso dei secoli. Pare che il problema consistesse nel mancato rispetto delle distanze dai confini.


Da alcune indiscrezioni pare che nessun impiegato comunale del capoluogo biellese si fosse accorto dell’esistenza della torre, anche perché sino a pochi anni or sono il capoluogo era Vercelli e l’ufficio competente si trovava a 40 chilometri da Biella.


Il Sindaco, costernato per la svista, si è giustificato dicendo che credeva si trattasse della ciminiera della “Tintoria del Piazzo”. Purtroppo la macchina burocratica biellese non può far altro che compiere il suo dovere e l’ordinanza di demolizione è stata notificata immediatamente, con scadenza a 90 giorni dal ricevimento della stessa.


L’assessore alle Torri & Muri della città sta facendo il possibile per salvarla, soprattutto perché è visitata ogni anno da parecchie comitive di turisti. L’ultimo tentativo di evitarne la demolizione è stato di chiedere all’ENEL di apporre sulla torre due cavi dell’alta tensione, nella speranza (probabilmente vana) di far ricadere la costruzione sotto la normativa edilizia propria dei pali elettrici medioevali.


Lo studio legale che se ne occupa ha suggerito, come ultima spiaggia, di continuare le ricerche di petrolio sotto la torre e, qualora se ne trovasse traccia, di chiedere la trasformazione in pozzo petrolifero.


Alla fine si tratta solo di una vecchia torre di oltre 500 anni, miracolosamente scampata a terremoti, inondazioni, trombe d’aria che in Italia distruggono ogni anno costruzioni ben più recenti.


E di una sottile questione giuridica sulla sua ‘destinazione d’uso’.

MA CHE MUMMIA BIELLESE D’EGITTO!!!



La TAC rivela che proviene dalla West Coast del Nilo.


Il Museo del Territorio di Biella e il Museo Egizio di Torino rifiutano di pagare il TIC per la TAC perché, avendo oltre settant’anni, la paziente sarebbe esente.


Venerdi 16 novembre, presso la sala convegni del Museo del Territorio, al Chiostro di San Sebastiano, il Professor Gandini dell’ospedale Molinette di Torino e il suo staff di studiosi – anche se, trattandosi di sole donne, sarebbe opportuno definirla “staffetta di studiose” – hanno fatto piena luce sulla vera storia di Ta-Aset, la mummia ceduta in conto visione nel 1951 dal Museo Egizio alla Città di Biella.


In realtà fino ad oggi tutti noi chiamavamo la mummia Shepsittaesi, dalla lettura dei caratteri geroglifici presenti sul bellissimo sarcofago. Ma grazie ad una nuova e più corretta lettura, e soprattutto al fatto che non piaceva a nessuno perché sembrava il nome di una brutta malattia, il nome è stato modificato in Ta-Aset.


Il delicato esame computerizzato si è potuto eseguire grazie alle sofisticate apparecchiature del Reparto di Radiologia delle Molinette e grazie anche al fatto che la paziente non soffre di claustrofobia ed è restata immobile nel tubo per tutto il tempo necessario.


Il sarcofago, risalente al 332 a.C., è stato ritrovato dal biellese Schiaparelli, durante gli scavi ad Assiut nel 1908, in un complesso costruito tra il 2230 e il 1793 a.C., da un architetto di origini cossatesi emigrato in Africa.


Tutto ciò si evince da una semplice TAC, quando normalmente si fatica a trovare un ematoma da mattarello di moglie arrabbiata? Niente affatto! Tutto scritto sui geroglifici impressi sul sarcofago, dove sono rappresentate le effigi del Dio Anubi, la divinità protettrice dei meteorologi, e di Osiride, probabilmente antenato di Wanda Osiride. Comunque è consigliabile giocare questi numeri sulla ruota di Alessandria (d’Egitto).


La signora Ta-Aset era di sesso femminile e presumibilmente aveva, al momento del decesso, circa quarant’anni, anche se tra le spoglie non è stato rinvenuto il tesserino del codice fiscale. Pare non avesse partorito figli, ma era felicemente mamma di due bimbi adottati, provenienti da uno degli innumerevoli esodi del Sinai.


Con ogni probabilità era una donna senza marito (vedova o nubile) perché aveva con sé nel sarcofago, oltre a gioielli, ciotole e altri manufatti tipicamente femminili, anche un oggetto che normalmente nell’antico Egitto era in uso esclusivo dei capifamiglia: il telecomando.


Un team di antropologi, egittologi, archeologi, orologi (esperti di accadimenti temporali n.d.r.), oltre ad un podologo, un odontotecnico e una callista-pedicure, ha misurato e studiato la TAC, rilevando ogni più piccolo particolare e confrontandone i risultati con la letteratura specifica; alla fine è bastato un traduttore, perché uno dei papiri riportava l’atto di adozione scritto in geroglifico antico e il Refertus Radiologi, una sorta di papiro redatto in scrittura ieratica da un certo Ghan-din, il cerusico del faraone (da cui il Dottor Gandini probabilmente discende). Il Refertus contiene una descrizione dettagliata delle patologie di cui soffriva la donna. Tra queste l’artrosi cervicale (poiché, come la maggior parte dei suoi compaesani, la donna posava sempre per i ritratti con la testa ruotata di 90°) e disturbi dovuti alla sedentarietà, non per niente il nome Ta-Aset significa “sta seduta” in lingua egizia del Periodo Intermedio.


Antiche superstizioni dicono che la mummia porti sfortuna, ma si tratta solo di credenze. Il fatto che il primo convegno sia stato fatto tra il 7 e il 10 settembre 2001 e che il giorno dopo ci sia stato l’attentato dell’undici settembre non c’entra, assicurano gli esperti, con la maledizione dei Faraoni.


Nel 2002, la Polizia Scientifica, in collaborazione con i Ris, i Ros, e i Ras, ha ricostruito il volto della mummia grazie a tecniche sofisticatissime. I lavori ultimati si è notata una certa somiglianza con una stimata parrucchiera di Candelo e la notizia avrebbe dovuto occupare le prime pagine di tutti i quotidiani; purtroppo proprio quel giorno è stata arrestata la mamma di Cogne, scippando la pole position al pool di esperti d’Egitto; anche questa non fu sfortuna, ma ancora una volta pura coincidenza.


I numerosi presenti alla conferenza, per scaramanzia, si sono trattenuti in sala oltre il convegno, giusto il tempo di stilare i propri testamenti olografi e di fare gli opportuni scongiuri, prima di salire in auto per far rientro a casa. I pochi che sono tornati a casa a piedi hanno cercato di non calpestare le fessure del marciapiede e di non passare sotto le scale.


Come è riportato nel sottotitolo, il ticket per la TAC alla mummia non è dovuto. Oltre alla motivazione legata all’età della paziente, una commissione medica avrebbe valutato le sue attuali abilità motorie, dichiarandola all’unanimità invalida al 100%.



A BIELLA RUBATO IN PIENO GIORNO IL SEMAFORO DI VIA ITALIA



A BIELLA RUBATO IN PIENO GIORNO IL SEMAFORO DI VIA ITALIA:

NESSUN TESTIMONE.

Pare si tratti di malavita disorganizzata, legata al traffico in senso lato.


Dopo i furti negli appartamenti, le incursioni nelle villette e i saccheggi nei depositi merci, la criminalità alza il tiro e guarda in alto, così in alto che finisce per fregarsi il semaforo all’incrocio con tra via XX settembre e via Gramsci.


Gli inquirenti ne sono certi: si tratta di un furto su commissione. Probabilmente il commissionario è un boss che mira a dirigere il traffico di stupefacenti, di armi, o addirittura di prodotti chimici illegali, o comunque di attività illecite legate a qualche traffico.


È probabile che servisse addirittura a organizzare una discoteca abusiva, nello scantinato di qualche villetta fuori città.


Resta un mistero come abbiano fatto a sottrarre il semaforo in pieno giorno, senza destare sospetti, ma soprattutto senza essere filmati dalle numerose telecamere di sicurezza presenti nelle immediate vicinanze.


L’ipotesi più accreditata è che se ne sia occupata un’impresa di pulizie che, con l’ausilio di un’autoscala, sia andata a ripulire i vetri colorati del semaforo. Altra ipotesi è che sia stato utilizzato l’autocarro con piattaforma di lavoro per l’installazione, con largo anticipo, delle luci natalizie.


Ora si stanno valutando diverse ipotesi su come risolvere i problemi di viabilità. Poiché mancano i fondi per la costruzione di una rotonda, si è pensato, in un primo momento, di rimuovere quella di piazza Adua e di sistemarla sul posto, ma purtroppo in via Italia non c’è abbastanza spazio.


Una seconda possibilità sarebbe quella di posizionare un nonno vigile 24h, il che garantirebbe un notevole risparmio; in tal caso la centralina del semaforo rubato verrebbe adattata come distributore automatico di vin brulé, per tutto il periodo invernale.

DOPO IL FALLITO “APERITIVO A SEI ZAMPE” SI TENTA CON QUELLO A QUATTRO ZAMPE: AMMESSI STRUZZI, FENICOTTERI E CICOGNE


BIELLA. La simpatica iniziativa estiva dell’aperitivo a sei zampe, che aveva soprattutto lo scopo di sensibilizzare contro la pratica dell’abbandono dei cani, non ha potuto avere luogo per problemi di viabilità.


Del resto, fra corse podistiche, automobilistiche, ciclistiche, e iniziative sportive in genere, l’unica arteria stradale rimasta libera in città sarebbe stata Via Dal Pozzo, e il pericoloso restringimento della carreggiata avrebbe provocato seri danni al traffico cittadino.


L’idea di offrire uno spritz ai biellesi accompagnati dal loro inseparabile amico a quattro zampe era stata accolta con entusiasmo dalle associazioni cinofile (e anche da quelle cinefile chiuse per ferie). Ma alla fine non sono stati rilasciati i regolari permessi dall’Amministrazione Comunale, a causa dei numerosi bassotti iscritti all’aperitivo. Il cane bassotto, con la sua lunghezza, eccede la misura standard canina precisata dal regolamento comunale di Canegrate, comune lombardo di riferimento per la cinofilia (così come Quattroruote lo è per le auto, n.d.r.). Ora, se sull’altezza degli alani e sulla larghezza dei labrador l’Amministrazione era disposta a chiudere un occhio, sui bassotti è stata irremovibile.


Alcune indiscrezioni parlano anche di problemi di alcolismo canino; infatti, mancano le tabelle alcolemiche da apporre all’ingresso dei locali, obbligatorie per tutti (eccezion fatta per i San Bernardo) ma soprattutto l’alcol test per i nostri amici a quattro zampe, nonostante non possano condurre autoveicoli. Il fatto che vi siano automobilisti che guidano da cani pur essendo sobri, e cani che guidano i non vedenti senza aver mai avuto un incidente, non cambia le disposizioni di legge.


A nulla sono valse le proteste delle associazioni animaliste, che si sono appellate al fatto che la piazzetta è spesso utilizzata per convegni e feste, di natura politica e sindacale, senza che questo rechi alcun intralcio.


L’Amministrazione ha ribattuto che politici e manifestanti hanno solo due zampe e quindi, a parità di rumori molesti e rifiuti lasciati sul campo, l’ingombro è decisamente minore.


I promotori dell’iniziativa hanno allora proposto un compromesso, una media tra due e sei zampe. E se l’amministrazione accetterà, com’è probabile se vuole evitare accuse di anti-animalismo, hanno intenzione di organizzare presto un “aperitivo a quattro zampe” rigorosamente con animali bipedi, e si sta già cercando un bar lontano dal traffico che possa accoglierli.


All’aperitivo si potrà partecipare portando un animale, di qualunque specie purché rigorosamente bipede. Saranno quindi ammessi canarini e struzzi, anatre e cicogne, passeri solitari e oche giulive, civette frivole e severi barbagianni. L’unica eccezione sarà costituita dai fenicotteri: questi uccelli hanno l’abitudine di stazionare a lungo su di una gamba sola, perciò se ne potranno portare anche due a testa, rispettando comunque il totale di zampe consentito.


Ospite d’onore della manifestazione potrebbe essere Graziano Rossi (padre del più famoso Valentino), già uso in passato ad andare in giro per le strade della sua città con una gallina al guinzaglio.


A questo punto resta un unico dubbio. Si potrà chiedere la sponsorizzazione all’Eni, il cui mitico simbolo ha un esuberante numero di zampe?

BARRIERE ARCHITETTONICHE INELIMINABILI?


LA PROPOSTA INDECENTE: PROVIAMO AD ABBATTERE I DISABILI.


Biella San Paolo da quattro anni attende gli ascensori. Si rischia la prescrizione.


Alla stazione di Biella, rifatta circa quattro anni fa, mancano gli ascensori che portano ai sottopassi. Perciò, se il treno non transita sul primo binario, bisogna utilizzare le scale.


Ma come fanno coloro che, per disabilità varie, non possono servirsi delle scale? Esiste una soluzione, ma è piuttosto macchinosa: previo avviso di 24 ore il capostazione farà transitare il treno interessato sul primo binario, oppure farà intervenire personale qualificato in grado di effettuare il trasporto del disabile al binario giusto. Possiamo immaginare che le tecniche utilizzate siano quelle dal soccorso alpino per il trasporto degli infortunati: seggiolino a quattro mani, trapuntino, cavalluccio, scivolo gonfiabile per la discesa e argano per la risalita, fino all’elicottero nei casi più complessi.


Ma una volta preso il treno, per il disabile i problemi non sono finiti. Se anche alla stazione di destinazione sono presenti le micidiali barriere architettoniche, egli resterà sul treno e vagherà su di esso lungo la tratta Biella-Novara, per ore o per giorni, finché non si trova una soluzione per farlo scendere alla stazione desiderata e accompagnarlo all’uscita. In questi casi sono organizzati servizi di ristorazione, affinché la sua permanenza in treno sia confortevole. Il tutto, come si può intuire, a costi notevoli.


Da anni, addirittura da bienni, si sta cercando di risolvere il problema, ma ogni studio ha portato a un binario morto. Così si è perso il treno per avere una stazione a norma, sin dalla sua riapertura dopo la ristrutturazione.


La geniale intuizione del noto architetto Italo Biellese potrebbe porre fine a questo annoso, biannoso e pluriannoso problema.


Ispirato dall’antico adagio che recita “se non puoi superare un ostacolo, cerca di aggirarlo”, l’eccellente architetto, dopo aver letto le innumerevoli proteste dei pendolari con difficoltà motorie, ha effettuato uno studio durato tre anni e trecentosessantaquattro giorni, grazie al quale ha stabilito che il problema non ha soluzione. Perlomeno, non l’ha in maniera diretta ma, se invertiamo l’ordine dei fattori, si incasina la fattoria, quindi si aprono nuovi possibili scenari.


L’architetto Biellese, avvalendosi di un suo stretto collaboratore disabile, il geometra Franco Vercellese, un trentaseienne che ormai aveva fatto la sua vita, ex fattore alla Cascina Risoamaro di Santhià, ha testato quasi personalmente un nuovo metodo per risolvere il problema. Diciamo quasi personalmente perché, mentre il geometra testava sul binario 2, l’architetto si teneva a debita distanza.


L’esperimento è perfettamente riuscito ed è stato possibile dimostrare che un’equazione risulta pari a zero se si azzera uno dei fattori moltiplicatori.


Dopo la pubblicazione del suo studio (geniale, dobbiamo dire, se pure con qualche dubbio di carattere etico) l’architetto si è reso irreperibile, soprattutto per sfuggire ai famigliari del geom. Vercellese.

TONY FILONI È IL VERO “MAGNANTE” DEL PANINO



Ha vinto in ben cinque lotterie incamerando oltre nove milioni di euro



La notizia, anzi, le notizie apparse sui giornali in questi ultimi mesi sono assolutamente certe, insindacabili, inconfutabili, intercambiabili: tutte autenticamente vere e veramente autentiche.


E’ quanto emerso da uno studio approfondito sul conto di Tony panini Buoni, durato ben tre minuti e mezzo, da parte dell’Accademia dei Cinque Cereali in collaborazione con l’Università di Pensologia di Torino, sede distaccata di Biella, Dipartimento di Scienze Superflue, coordinati dal magnifico Magnifico Rettore Livio Cepollina.


E’ indubbiamente, inequivocabilmente, univocamente dimostrato che Tony è ormai più famoso per aver vinto a ben cinque diversi giochi in meno di un anno che per i suoi gustosi panini: Superenalotto (purtroppo solo uno “sfortunatissimo” 5+1), Gratta e vinci, Lotto, Win For Life, Totip; quest’ultima giocata risale al 1993 ed è risultata vincente leggendo casualmente un giornale dell’epoca, ormai ingiallito, usato come carta igienica nel w.o. (water opened, cioè che sta nell’orto, a differenza del w.c., water closed, che sta in casa n.d.a.), sfidando anche il più velleitario calcolo probabilistico: basti pensare che ha giocato solo queste cinque volte in vita sua, che ha effettivamente vinto a ogni giocata.


Ecco la prova:


La conferma è giunta dal gelataio di fiducia del cugino di Artemio (pensionato residente in Città) il quale aveva ricevuto un’imbeccata da una cliente ghiotta di granita al lampone, ex parrucchiera, la quale aveva sentito dire dall’amministratore di condominio che la segretaria dell’assicuratore dell’idraulico addetto alla manutenzione della panetteria in fondo a una via secondaria, avrebbe avuto un’informazione secondo cui il bidello della scuola dove in figlio del cugino dell’elettricista frequenta la terza, avrebbe inviato una raccomandata all’ufficio brevetti, dove veniva riportato come mittente il cognato del suo amico pizzaiolo, il quale ha palesato la possibilità che un tabaccaio in città, probabilmente un estremista di centro, avesse venduto un biglietto vincente a uno sconosciuto che probabilmente aveva delle calzature della stessa marca e modello di quelle indossate da Tony. Combaciava addirittura l’impronta lasciata sul pavimento proprio il 23 giugno 1993, giorno dell’inaugurazione della tabaccheria, quando il pavimento era ancora bagnato dopo le pulizie generali.


Ecco la prova provata che Tony ha avuto occasione, opportunità e movente per vincere parecchi milioni.


Pare addirittura che giungano a Biella appassionati di “Gratta e Vinci” provenienti da ogni parte d’Italia per l’ormai consueto rito propiziatorio della suggestiva ”unzione delle salamelle”, impartita da Tony ai biglietti prima di grattarli.


Si sa per certo, e ne risparmiamo ai lettori la dimostrazione, che Tony non ha più un centesimo; pare che abbia investito tutti i suoi averi (ipotecando addirittura il furgone) nell’acquisto di ovetti al cioccolato per aprire un allevamento di galline pasquali.


È praticamente certo che entro la prossima primavera la Valle Cervo farà concorrenza alla Valle Spluga…


…da città della salamella, a città della gallinella… Forza Biella.

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