Il fronte del NO si allarga sempre di più. Non importa cosa si osteggi, l'importante è dire di no: che si tratti di vaccini, olio di palma o grandi opere, gridare il proprio disaccordo sulla pubblica piazza pare dia sempre grandi soddisfazioni. Alla nutrita schiera dei Noisti (che per forza di cose evoca sempre la schiera uguale e contraria di Siisti) si aggiunge un nuovo movimento, che propone di non utilizzare più gli home-computer e tutta la famiglia dei loro affini e derivati: tablet, smartphone, iPhone...

Proviamo ad immaginare che cosa potrebbe accadere se i Nobyte avessero la meglio.

Eliminare questi dispositivi ci riporterebbe negli anni '80, prima che fosse lanciato sul mercato il mitico Commodore VIC20 (che doveva essere un coso piuttosto robusto, se nel lancio sul mercato non si è rotto né scalfito).

Per i NOBYTE si tratterebbe di una decrescita felice, che ci porterebbe a rivivere quei momenti al top, con trent'anni in più e qualche nuovo acciacco.

Eliminando i telefoni cellulari si tornerebbe al telefono fisso e al gettone telefonico. Del resto siamo sempre riusciti a darci appuntamento anche senza il cellulare. E, in tutta sincerità, ci mancherebbe davvero essere disturbati dagli amici che ci chiamano ogni cinque minuti mentre ci rechiamo al luogo convenuto? Ci mancherebbero le continue telefonate di mamma, nonna e zia che vogliono sapere dove siamo?

Se fosse vero, come diceva una bella pubblicità del gestore telefonico unico degli anni 80, che una telefonata allunga la vita, oggi dovremmo essere immortali. Invece andiamo a schiantarci contro il guardrail per rispondere all'sms della fidanzata.

Senza il bluetooth e l'auricolare perennemente infilato nelle orecchie sarà bello tornare a parlare da soli camminando per la città, come si faceva un tempo, o addirittura, incredibile ma vero, parlare direttamente alle persone!

Invece di digitare forsennatamente sulle tastiere mail, documenti e messaggini, potremmo comprare ancora quaderni e block notes, e provare se siamo ancora capaci a scrivere con una banalissima biro, o a usare una calcolatrice (beh, sarebbe troppo pretendere che le maestre a scuola insegnino a fare i calcoli mentali come un tempo).

Anziché iscriverci ai Social Network potremmo sempre incontrarci al bar del quartiere, per dirci senza timori a che cosa stiamo pensando, che cosa ci piace e che cosa non ci piace e perché. Soltanto i casi più gravi di disturbo della socializzazione, potranno essere trattati con la psicoterapia.

Il numero degli amici si ridurrà e delle centinaia di amici di Facebook ne rimarrà, se va bene, una decina. Ma cavolo, saranno tutti in 3D!

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