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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

UN BAMBINO? NO, GRAZIE, MEGLIO UN CANE

Che si facciano meno bambini è un fatto risaputo, tant'è che, qualche tempo fa, una ministra ha lanciato una campagna pubblicitaria in tal senso. Il messaggio era: "Donne, non dimenticatevi di fare bambini adesso, perché dopo la menopausa non sarà più possibile".

Un messaggio importante e necessario, poiché le donne in carriera, si sa, sono piene di impegni. A loro potrebbe succedere, dopo anni di attività manageriale, riunioni, pranzi di lavoro e straordinari davanti al computer, di svegliarsi di soprassalto un mattino, girarsi verso il marito che russa sereno (dopo una notte passata ad andare avanti e indietro per casa con la pila accesa in mano) e gridare: "Amore, svegliati, ci siamo dimenticati di fare un bambino!".

Non appena Amore riesce a svegliarsi e a capire il senso del farneticare della consorte, si offre immediatamente volontario per rimediare alla mancanza, ma lei gli spiega, tra le lacrime, che è troppo tardi, poiché è giunta ormai la stagione che pone fine ad ogni possibilità di riprodursi: la menopausa.

Per fortuna al giorno d'oggi l'età della menopausa non è più coincidente con la vecchiaia, e può capitare che molte coppie come questa, deluse nel loro desiderio di maternità e paternità tardivo, decidano di riversare il loro affetto e le loro energie su un cucciolo di una specie diversa.

Per strada, nei parchi, davanti alle scuole si vedono oggi più cani che bambini, e molte zone verdi della città, un tempo dedicate a scivoli, altalene e campetti da calcio ora sono recintate e destinate allo svago dei cani.

Molte coppie, anche giovani, nel vedere questo proliferare di cani di ogni taglia, razza e colore, si sono convinte che avere un cane in fondo è meglio che avere un bambino: meno responsabilità, meno spese, più tempo libero. Così la nuova moda è diventata, come si dice oggi, virale. Neppure le coppie più "influencer" del mondo, come i mitici Ferragnez o i fertili discendenti dell'immortale Regina sono riuscite, con il loro esempio, ad invertire il trend.

Perché tutto questo? Quali sono nello specifico le motivazioni che, potendo scegliere, fanno propendere verso il cane? Parecchie, e queste sono le più importanti.

  • Un cucciolo di cane in un anno diventa adulto: impara a fare i bisogni fuori casa, non ha più bisogno della mamma, adora le crocchette, non è necessario cucinare per lui o sgridarlo se non finisce la verdura. Un cucciolo umano resta cucciolo, fisicamente, fino alla pubertà. Psicologicamente ed economicamente... beh, si parla di una trentina d'anni, se tutto va bene.
  • Difficilmente un cagnolino diventerà un teppista; neppure i bulldog, che pure hanno la parola 'bull' nel nome, praticano il bullismo.
  • Un cane ignorante è la regola: niente scuola, riunioni con gli insegnanti, note sul diario, costosissimi libri e zainetti. Un cucciolo umano invece deve essere istruito per almeno vent'anni: scuole e università, corsi di inglese, vacanze all'estero, per non parlare degli sport.
  • Un cane non è tenuto a lavorare, a parte rare eccezioni, non di nostra competenza. Invece devi preoccuparti fin da subito che un figlio trovi lavoro, possibilmente ben retribuito, se non vuoi che a trent'anni viva ancora in casa tua.
  • Un cane difficilmente vive più di vent'anni. Un figlio è nell'ordine delle cose che ti sopravviva, e potrebbe nascondere il tuo cadavere nel freezer per poter ancora percepire la tua pensione.
  • Last but not least, i cani possono essere sterilizzati, i figli... no. Il rischio che, dopo trenta quarant'anni di impegno con il figlio, tu ti debba occupare pure di un paio di nipotini è piuttosto alto.

Ma i bambini, obietterà qualcuno, ti danno anche tanto affetto e soddisfazioni.

Quando rientri a casa il cane ti corre incontro, scodinzola e ti lecca, ma tutto finisce qui.

Un bambino, invece, impara presto a parlare, a esprimere il suo amore incondizionato per te. Così, quando rientri a casa dopo una stancante giornata di lavoro e rogne varie, ti corre incontro e ti chiede: "Papà papà, che cosa mi hai portato?".

E se tu lo abbracci stretto e rispondi "Ti ho portato tutto il mio affetto", lui ci pensa un attimo, poi ti volta le spalle e se ne va borbottando: "Cattivo papà, che non mi ha portato niente".


Dottoressa Stephanie Hop-là

Sociologa, esperta in Strategie Urbane di Sopravvivenza


Se anche il cane ti sembra troppo impegnativo, puoi sempre adottare un peluche

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