Tre turisti milanesi stavano facendo un'escursione col pedalò a poche centinaia di metri dalla costa della famosa isola tunisina, quando sono stati "soccorsi" da una nave ONG, la Mar Juana, battente bandiera dell'Atalanta, e portati in un centro di prima accoglienza a Lampedusa. Èaccaduto a una famiglia italiana, papà, mamma e figlio, in vacanza presso un noto villaggio turistico tunisino.

A nulla è valsa la protesta dei malcapitati; il capitano dell'imbarcazione è stato inflessibile: quando il conducente di una nave si imbatte in imbarcazioni in difficoltà, per la legge del mare è tenuto a soccorrerli e a condurli nel porto sicuro più vicino. Poco importa se la difficoltà in cui versavano i milanesi era dovuta alla scarsa voglia di pedalare ulteriormente; le difficoltà sono difficoltà, e il codice di navigazione non si discute. A contribuire all'equivoco è stata probabilmente l'intensa abbronzatura dei presunti migranti, ottenuta in otto giorni di creme autoabbronzanti e di esposizione al forte irraggiamento solare.

Dei tre sventurati non si hanno notizie da giorni: pare siano stati sottoposti a visite mediche ripetute, profilassi contro la malaria, vaccinazioni d'ogni genere e isolati per la necessaria quarantena.

Saranno trasferiti poi in un centro di prima accoglienza per essere identificati, impresa assai ardua perché la famigliola ha lasciato documenti e cellulari in Hotel, essendo usciti con l'intenzione di fare soltanto una breve uscita in mare sul pedalò.

Paul Rice assisted by D.ssa Stephanie Hop-là – ACC