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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

IL SUSHI NON E' ROBA DA PIEMONTEIS

Quando si parla di pesce i piemontesi di una certa età pensano al tonno in scatola e alle acciughe al verde. Tuttalpiù alla trota del vivaio di Traversella, pescata con il retino e cucinata dalla consorte, magari in carpione. Ma non troppo sovente, perché poi resta la puzza in cucina.

Del resto è comprensibile: in Piemonte non c'è il mare, e prima degli anni cinquanta non c'era nemmeno il frigo, altro che camion frigoriferi e pesce surgelato. L'unico modo di portare il pesce dalle regioni costiere alle tavole sabaude era conservato sotto sale o sott'olio.

Figuriamoci se i vecchi bogianen possono apprezzare quei piccoli involtini di pesce crudo, ripieno di riso e rivestito di alghe, che oggi vanno tanto di moda sotto il nome di Sushi. Per un piemontese d.o.c. il pesce crudo "à fa sgiaj" e le alghe sono quell'erba nera e puzzolente che sporca le spiagge dopo la marea. Quanto al riso, beh, sì, ma solo con i fagioli, la salsiccia o le castagne; certamente non con il pesce.

A proposito di sushi, si narra che il papà della Nonna Abeffarda (il Bisnonno Abeffardo) la prima volta che, a novantatre anni, si è trovato il sushi nel piatto abbia alzato gli occhi verso il cameriere dicendo: "Co a l'è susì?"

E che il cameriere abbia risposto: "No susì, SUSHI".


Stephanie Hop-là



Zuppa di pesce alla piemontese

(volgarmente detta Bagna Caoda)



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