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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA VESPA TERESA

Timorosa di prendere l'autobus per via del Covid, ma indignata dal costo dei taxi, nonna Teresa era in cerca di un mezzo di trasporto, adatto alle sue necessità e alle sue... dimensioni.

È sempre stata piccola di statura, e invecchiando ha perso ancora qualche centimetro, come del resto aveva messo in conto, orgogliosa dell'appartenenza al pregiato albero genealogico della Banda Bassotti. Sua mamma era bassa, sua nonna - la nobildonna Maria Teresa Dell'Erbamedica da Portacomaro - era ben inferiore al metro e mezzo, sua sorella era bassa, una zia da parte di padre, due cugini... La sua stirpe, piemontese da generazioni, era orgogliosa di avere una statura fisica pari, se non addirittura inferiore, a quella del Re.

Ma questo orgoglio si trasformava in frustrazione quando la nonna guidava un'automobile. Chi è dotato di altezza normale non può immaginare le difficoltà di una persona bassa in alcuni frangenti. Le auto moderne hanno il sedile di guida regolabile in varie posizioni, ma sempre progettate su persone di taglia media. Inoltre, Teresa condivide l'auto con sua figlia che - chissà da chi accidenti avrà preso - è piuttosto alta, tant'è che a scuola la chiamavano Spilunga. Così, ogni volta che nonna Tere deve usare l'auto che è stata usata in precedenza dalla figliola, deve spostare il sedile in avanti, rialzare lo schienale (Spilunga, infilata nella piccola utilitaria di mamma, guida praticamente sdraiata), poi deve infilarsi sui sedili posteriori a raccattare due cuscini che, posizionati sotto le sue nobili terga, le permettono di vedere la strada oltre il volante. Dall'esterno, sembra che alla guida ci sia una bimba di nove anni, di quelle di una volta (oggi le bambine di nove anni sono ben più alte di lei e hanno già le tette...) che si sia appropriata dell'auto di papà.

Per non parlare dell'agilità della nonna, che è pari a quella di un bradipo in letargo: non riesce a ruotare la testa o - peggio - la schiena quanto serve per andare in retromarcia in sicurezza. L'ultima volta che nonna Tere ha preso la macchina pioveva a dirotto, i vetri si appannavano di continuo, gli occhiali pure, con l'umidità l'artrosi la rendeva più rigida e anchilosata del solito, e non è riuscita a parcheggiare: c'erano solo posti di misura, che richiedevano almeno un paio di manovre in retromarcia. Nonna Tere, dopo alcuni tentativi infruttuosi, è ritornata a casa, sconfitta.

Allora, ha rispolverato dalla cantina la vecchia bicicletta, ha abbassato il sedile e gonfiato le gomme, e ha provato a pedalare nella vicina pista ciclabile. Tutto è andato bene per un po': è riuscita ad evitare un paio di pedoni sordo-ciechi, un centinaio di piccioni accaniti su una brioche, un'auto parcheggiata di traverso (sulla ciclabile!), e un bidone di raccolta indifferenziata rovesciato, con tutto il contenuto sparso sulla pista.

All'incrocio con il corso, la pista si interrompe bruscamente. Per proseguire e ricongiungersi con la ciclabile, si deve scendere dalla bici, ritornare sul marciapiede, attraversare il corso con i suoi due controviali. In totale sono tre cicli di semaforo.

Ripresa la ciclabile, ciclando e riciclando, e affrontando altri incroci a piedi con il pedale della bici che le sbatteva sulle vene varicose del polpaccio, è giunta a destinazione.

Al ritorno ha scelto una ciclabile segnalata dalla guida: più lunga, ma forse con meno interruzioni. Infatti, tutto stava procedendo per il meglio, e nonna Tere aveva anche preso velocità: pedalando, con il vento nei capelli, si sentiva come una squaw a cavallo, stile "Balla coi lupi". Poi, all'improvviso, sulla pavimentazione della pista sono apparsi rigonfiamenti e solchi profondi, sassi e pezzi rotti di cemento, e larghe crepe nelle quali era cresciuta un'erba alta e rigogliosa... Nonna Tere non è riuscita a frenare in tempo, tantomeno ad appoggiare i piedi: è volata in avanti, sempre con il vento nei capelli, e sarebbe ancora là, nell'erba alta, se un passante misericordioso non l'avesse aiutata a rialzarsi. Ha riportato qualche ammaccatura, ma niente di serio. Invece si è ridotta male la bicicletta, sebbene fosse molto più giovane della nonna.

Nonna Teresa l'ha riportata in cantina, e ha concluso definitivamente l'avventura della bici.

Però, l'idea del cavallo e del vento nei capelli la affascinava ancora. Ma si poteva permettere un cavallo vero? Dove avrebbe potuto tenerlo, abitando in città?

Finalmente, qualche giorno fa, al supermercato, nel reparto giocattoli, nonna ha visto il mezzo di trasporto che fa per lei. Una Vespa! Una Vespa in miniatura, per una nonna in miniatura: funziona a batteria, ed è ammessa anche sui marciapiedi sotto la sorveglianza di un adulto. Nel suo caso l'adulta è lei stessa, e può provarlo.

Velocità massima, con il vento a favore, 5 chilometri all'ora.

Così nonna Teresa è ritornata a cavallo.



Stefania Marello - ACC

La Vespa per vispe Terese

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