Se un chirurghi proponessero interventi con le stesse metodologie degli anni ’60, nessuno si sottoporrebbe più ad alcun intervento.

Per fortuna la scienza medica si è evoluta e se un tempo, tanto per fare un esempio, per i fastidiosi calcoli, il malcapitato paziente doveva essere letteralmente squartato, oggi, grazie alla laparoscopia e alla litotrissia extracorporea ad onde d’urto, si ha la possibilità di effettuare interventi relativamente poco invasivi.

Non parliamo della cardiologia dove sono stati fatti passi da gigante, seconda solo all’evoluzione dell’informatica.

Soltanto un campo non ha tenuto il passo: la scienza dell’alimentazione.

Un tempo quando si consumavano cibi semplici, perlopiù bolliti e senza sale, oppure brodini molto diluiti si diceva, in maniera scherzosa, che si trattava di una “dieta da ospedale”.

A distanza di mezzo secolo non esiste ancora un solo nutrizionista in grado di prescrivere una dieta equilibrata e salutare a base di tagliatelle al ragù, patate fritte, hamburger, dolci e bibite gassate.

Per una dieta salutare occorre ancora oggi cibarsi di verdure possibilmente crude o al vapore, pochi grassi e poco sale, zero olio di palma, dosare i carboidrati, e così via.

A che punto si è fermata la ricerca se le diete sono del tutto simili a quelle di metà XX secolo?

Spesso i nutrizionisti, per darsi un tono, introducono nelle loro prescrizioni integratori vitaminici e prodotti esotici, ma la sostanza non cambia.

A proposito, anche in ospedale oggigiorno i menù si sono evoluti offrendo latticini, carni processate, pollo al forno, maccheroni al pomodoro, ecc.

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Freddy Marchiori – ACC (MAGGIO 2017)

Gatto salutista (non fa una dieta da cani)

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LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.