La lotta alle discriminazioni potrebbe partire dallo sport, si tratta della nuova campagna che mirerà a una società "inclusiva", appunto partendo dalle società calcistiche.

I calciatori non avranno più un ruolo prestabilito dall'allenatore, ma si posizioneranno laddove il senso di appartenenza li porterà, quindi un terzino potrà giocare a ridosso dell'area avversaria, oppure avrà l'opportunità di portarsi dal lato opposto in aggiunta al suo collega. Questo finirebbe per sbilanciare la squadra, ma avrebbe indubbi risvolti positivi sulla personalità e sul benessere degli atleti.

I calciatori giocheranno dove si sentiranno a proprio agio, senza discriminazioni e senza pressioni da arte dell'allenatore.

Scomparirà il ruolo del fluidificante e tutti saranno fluid soccer, senza alcuna discriminazione.

Unico inconveniente, qualora molti giocassero in difesa o in attacco la squadra sarebbe sbilanciata, ma lo spettacolo sarebbe comunque garantito.

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Paul Rice – ACC

Chi fa da sé, fa per tre. La punta e il centrale, hanno deciso di stare in porta accanto al portiere ufficiale, riusciranno a parare il tiro?