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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LE STORYCETTE DELLA NONNA: LASAGNE AL FORNO

LE STORYCETTE DELLA NONNA:

LASAGNE AL FORNO

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"Si puorte in tavola la lassagna

ce sta sempre uno che se lagna"

(da "Il Mangiator Scortese" di Antonino Cannabisuolo)

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Cos'è una lasagna? Bella domanda: per cominciare è più facile definire cosa non è. Sicuramente non è una ricetta di facile e rapida preparazione, non è un piatto dietetico, non è un piatto vegano. Inoltre, non è economico dal punto di vista delle bollette, se consideriamo i consumi energetici per la cottura della sfoglia, del ragù, della besciamella, e infine del passaggio in forno.


Dal punto di vista dei tempi, sappiate che vi serviranno almeno sei ore, tra l'acquisto degli ingredienti, la preparazione e la cottura. Forza lavoro necessaria: almeno due cuoche/cuochi esperti, più un apprendista incatenato alla grattugia del parmigiano.


Il lavoro si suddivide in fasi:

  • Impasto e stesura della sfoglia
  • Preparazione della besciamella (che non dovrà presentare grumi e dovrà avere la giusta consistenza: mediamente si riesce al terzo tentativo)
  • Preparazione di circa un chilo di ragù
  • Grattugiare mezzo chilo di parmigiano
  • Far bollire brevemente i rettangoli di pasta, pochi alla volta altrimenti si attaccano fra di loro
  • Preparazione della teglia, con strati di pasta alternati a strati di sugo e besciamella.


Alla fine, se Dio vorrà, ci sarà la cottura al forno, che deve essere attentamente monitorata, affinché la vostra lasagna esca dorata, ma non bruciata, asciutta ma non secca, non unta, ma nemmeno attaccata alle pareti della teglia. Se invece Dio deciderà che non avete sofferto abbastanza, o che avete nominato troppo il suo nome invano durante la preparazione, trasformerà il vostro lavoro in una "cosa" impresentabile, e meno che mai mangiabile.


Le massaie d'altri tempi, perlopiù casalinghe e con tanto tempo libero (prima delle telenovele, dei Social e di Netflix) si impegnavano nella preparazione delle lasagne soprattutto per utilizzare gli avanzi: carne, pesce, frutti di mare e di terra, formaggi e affettati non proprio di primo taglio, pollo, frattaglie, uova scadute, ecc. Ecco perché in alcune regioni le lasagne si chiamavano anche pasticcio al forno. I vari ingredienti potevano essere sia crudi sia cotti in precedenza, poiché l'alta temperatura del forno garantiva, oltre a una appetitosa crosticina in superficie, una sicura moria di germi e batteri contenuti negli avanzi non sempre freschissimi.


Sulla storia della ricetta si suppone che il termine lasagna derivi dal latino. Le origini di questo piatto, quindi, risalirebbero all'antica Roma: i romani con il termine “laganon” indicavano una sfoglia sottile ricavata da un impasto a base di farina di grano, che veniva cotto al forno o direttamente sul fuoco. Infatti, all'epoca erano ancora sconosciuti i pomodori coi quali preparare intingoli e sughi, e i laganon erano fogli di pasta senza condimento. Non a caso "laganon", in veneto arcaico, significa proprio "non ha".


Da Roma la ricetta viaggiò verso Nord fino a Bologna, e verso Sud fino a Napoli.


Ci sono tuttora lotte intestine tra napoletani e bolognesi per accaparrarsi il merito di averle inventate. Altro genere di lotte intestine sono quelle combattute per digerirle. La digestione della lasagna è un fenomeno misterioso, tutt'ora studiato dai gastrofisici e dagli ingegneri digestionali della NASA (National Alimentar Studies Advanced).


Vi risparmio il lunghissimo elenco degli ingredienti e le complesse istruzioni per la preparazione completa, tanto più che oggi le lasagne si trovano già pronte nei supermercati e nelle gastronomie.

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Nonna Abeffarda - ACC


"Che cos'è questa cosa?"

Lotta intestina tra la fame e la diffidenza

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