Umorismo di sostegno
PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016
ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ
Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.
VITA, MORTE E DEPRESSIONE DEI MOSCERINI DELLA FRUTTA
Li conosciamo bene i piccoli, fastidiosi, innocenti moscerini della frutta. Grigi e pressoché invisibili quando sono in volo, ne percepiamo la sgradevole presenza se ci finiscono nel naso, in bocca o, peggio, negli occhi. A volte volano nel crepuscolo in nuvole di pura gioia di vivere, e si esibiscono in danze sfrenate e caotiche, come quelle del pulviscolo domestico illuminato da un raggio di sole.
Ebbene, lo avreste mai detto? Questi vivaci insettini possono andare in depressione.
Lo afferma uno studio realizzato da alcuni scienziati dell’Università del Michigan: nel cervello di questi moscerini, grande quanto la metà di un seme di papavero, e formato da circa 100mila neuroni (contro i 100 miliardi di un cervello umano), i ricercatori avrebbero trovato dei circuiti cerebrali specifici, attivati ogni volta che vedevano i morti della loro specie. L'attività di questi circuiti genera uno stato depressivo, che può causare un accorciamento della vita del 30%. E non è poco, considerato che la vita media di un moscerino della frutta, prima che arrivi... alla frutta, è di quindici giorni.
I ricercatori ritengono che i risultati ottenuti da questi studi potrebbero essere rilevanti anche per gli esseri umani, in particolare per coloro che si confrontano regolarmente con la morte, come gli operatori sanitari. Ho provato a spiegare questa analogia al mio medico ma, chissà perché, non l'ha apprezzata come avevo immaginato. Mi ha chiesto se dormo bene, se ho incubi, e poi mi ha prescritto un farmaco antipsicotico.
Dunque, i moscerini della frutta possono andare in depressione. Ecco perché li troviamo spesso galleggiare nel bicchiere di vino: anch'essi, come noi umani, vogliono affogare la tristezza nell'alcol, ma purtroppo, il più delle volte, affogano insieme alla tristezza. Così dobbiamo buttare il vino nel lavandino, e se era un vino pregiato la depressione viene a noi.
Ma se l'intero cervello del moscerino è grande come mezzo seme di papavero, quanto saranno grandi i suoi circuiti cerebrali, e le sinapsi studiate dai ricercatori? Quali costose apparecchiature sono necessarie per lo studio di queste minchiate funzioni?
La ricerca avrebbe anche scoperto che il micro-cervello di questi insetti, pur essendo relativamente semplice, è in grado di sovraintendere ad alcune funzioni complesse, come apprendere e ricordare. Ecco, se fossi un ricercatore, più che sulla depressione avrei fatto studi su questa caratteristica, che in molte persone, specie di una certa età, difetta.
Inoltre, per giungere alle loro conclusioni i ricercatori hanno 'allevato' un certo numero di moscerini-cavia a stretto contatto con numerose mosche morte. Ora, essere a contatto continuo con cadaveri di mosca non piacerebbe a nessuno, e almeno un po' di disgusto, se non proprio depressione, verrebbe anche a noi, nonostante la nostra capacità, che i moscerini non hanno, di fare gesti scaramantici. Ma mi è difficile credere che sia la depressione la causa di un accorciamento della vita. Sarei piuttosto incline a pensare che i miasmi della decomposizione delle mosche possano costituire un ambiente insalubre. Eppure, essi affermano di aver provato sperimentalmente che non è così: l'hanno 'visto' dai circuiti cerebrali che controllano la gioia di vivere e la tristezza. Me li immagino, immersi in tende di cellophane trasparente gremite di moscerini svolazzanti e mosche morte, con le loro tute bianche dotate di casco e respiratore modello 'Virus letale' per evitare di inalare decine di insetti ad ogni atto respiratorio, che catturano alcuni esemplari da sezionare in laboratorio (si spera previa anestesia, per non incorrere nelle ire della LAV) con costosi bisturi invisibili ad occhio nudo.
Poveri moscerini! Loro svolazzavano felici sulle bancarelle dei mercati, o nelle sporte delle massaie, dove facevano scorpacciate di frutti semi-marcescenti che ogni venditore inserisce abilmente tra quelli sani, e che, una volta a casa, sarebbero finiti nella spazzatura senza nemmeno passare dal frigo. Che bella vita! Cosa poteva importare a loro delle mosche morte? Hanno le ali, cribbio, possono spostarsi altrove.
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Stefania Marello - ACC

Moscerini della frutta felici
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Moscerino della frutta depresso
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Secondo la ricerca del Michigan sui moscerini gli addetti alle pompe funebri avrebbero una vita più breve della media
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