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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE


IN PILLOLE

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Un esame del sangue rivela quali organi nel corpo stanno invecchiando prima, guidando gli interventi terapeutici ben prima che si manifestino i sintomi clinici. Un adulto su cinque sano sui 50 anni avrebbe almeno un organo che invecchia a un ritmo fortemente accelerato. Uno studio, pubblicato su Nature da Hamilton Oh e da Jarod Rutledge, dell’équipe di Tony Wyss-Coray, docente di Neurologia e Scienze Neurologiche del Dh Chen, e direttore della Phil and Penny Knight Initiative for Brain Resilience presso l’Università di Stanford, comunica: “Possiamo stimare l’età biologica di un organo in una persona apparentemente sana. Ciò predice il rischio di malattie legate a quell’organo”. Solo una persona su 60 ha due organi sottoposti a invecchiamento veloce. Lo studio è su 11 organi, sistemi e tessuti: cuore, grasso, polmone, sistema immunitario, rene, fegato, muscolo, pancreas, cervello, sistema vascolare e intestino. I ricercatori hanno misurato i livelli di 4.979 proteine in 5.676 persone di 5 gruppi indipendenti. Usate tecnologie in commercio, e un algoritmo di loro progettazione; ed hanno controllato i livelli di migliaia di proteine nel sangue. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Ocio: l’organo che invecchia prima degli altri è il pirillo”.

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Rispetto a cuore, polmoni, fegato, intestino eccetera, l’invecchiamento del pirillo è irrilevante. Non si muore di invecchiamento precoce di pirillo. Nonna Abeffarda

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L’uso frequente dei telefoni cellulari può ridurre il numero di spermatozoi, siano o no in tasca. Emerge da uno studio dei ricercatori dell’Università di Ginevra, con lo Swiss Tropical and Public Health Institute, pubblicato su “Fertility & Sterility”. Tuttavia, deve essere ancora dimostrato se giocano un ruolo deleterio, le radiazioni elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari. Il team ha lavorato sui dati di 2.886 svizzeri tra i 18 e i 22 anni, reclutati in sei centri di leva militare. Gli esperti hanno raccolto dati su abitudini di vita, stato di salute, frequenza di uso del cellulare, dove lo tengono quando non lo usano. Serge Nef, Professore ordinario del Dipartimento di Medicina Genetica e Sviluppo, Facoltà di Medicina Unige e Scath (Swiss Centre for Applied Human Toxicology): “Rilevata un’associazione tra l’uso frequente del cellulare e la minore concentrazione di spermatozoi, ma nessun collegamento con bassa motilità e morfologia dello sperma”. Si calcola che il numero di spermatozoi sia sceso dalla media di 99 a 47 milioni per millilitro, per la combinazione di fattori ambientali (interferenti endocrini, pesticidi, radiazioni) e le abitudini di vita (dieta, alcol, stress, e fumo). Lo smartphone entra nell’equazione. Martin Röösli, Istituto Swiss Tph, monitora il trend corrispondente al passaggio dal 2G al 3G, e dal 3G al 4G, che hanno portato la riduzione della potenza di trasmissione dei telefoni, senza riscontrare dati significativi perché riportano dati autoriferiti. Resta molto da capire. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “E comunque ricorda che l’uomo saggio non si riproduce”.

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