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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE


IN PILLOLE

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Per stare bene basta camminare in silenzio: il Silent Walking è l’ultima tendenza in fatto di benessere all’aperto. La ricerca pubblicata sul portale medico newyorkese Health ha ribadito che il Silent Walking può essere di aiuto per la salute mentale. Il Professor Rael Cahn, esperto in Psichiatria e Scienze del Comportamento, Direttore del centro per la Scienza della Mindfulness alla Keck School of Medicine USC, ha stabilito che una camminata silenziosa si trasforma in attività meditativa. Basta un viale, un parco, un bosco, un lungomare, o un sentiero in campagna per passeggiare in silenzio, immergersi nei suoni della natura, sviluppando i benefici nella parentesi silenziosa, che ci permette di rafforzare l’autostima, e ritrovare un migliore rapporto con noi stessi. Si deve stare in silenzio (niente musica in cuffia), e focalizzarsi sul momento in cui stiamo camminando, senza sovraccaricare la mente con pensieri, limitandosi a essere consapevoli del respiro e dei propri passi. L’obiettivo diventa impegnativo da gestire in caso di uscite in gruppo; eppure, aumentano le escursioni organizzate di trekking “consapevole”. Può essere un toccasana per liberarsi dallo stress e dall’overthinking, l’eccesso di pensieri che affollano la mente. I suoni e le immagini della natura sono fonte di rigenerazione, per l’organismo, ma il silenzio va gestito, con brevi passeggiate di pochi minuti. Poi, aumentate i tempi, con pause di pochi minuti: fermatevi in piedi a occhi chiusi, o sedetevi su una panchina o sotto un albero, respirate profondamente. Il Silent Walking aiuta a migliorare stati tensivi o depressivi, a lenire la rabbia e il nervosismo, a gestire meglio le proprie emozioni. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “In alternativa, fate la stessa cosa, da fermi, in casa vostra”.

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Molto sale non fa bene. I giapponesi potrebbero presto assaporare il ramen, o la zuppa di miso, senza preoccuparsi. Per ridurre il sale nei cibi, esistono le bacchette che creano artificialmente il sapore del sale. Funzionano con stimolazione elettrica, e un minicomputer indossato da chi mangia. Attraverso le bacchette, il dispositivo trasmette ioni di sodio alla bocca, simulando il sale. Lo sostiene Homei Miyashita, Professore alla Meiji University di Tokyo, che ha collaborato con il produttore di alimenti e bevande Kirin per sviluppare il dispositivo. Le bacchette usano elettricità molto debole, per non influenzare il corpo umano. Miyashita ha affermato che i test clinici su persone che seguono la dieta con poco sodio confermano che il dispositivo migliora il gusto salato dei cibi a basso contenuto di sodio di circa 1,5 volte. Chi la usa conferma il miglioramento in “ricchezza, dolcezza, e gusto generale” del piatto. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Dovrebbero mettere del sale in zucca a questi individui”.

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