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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

PILOTA CON SISTEMI DI COMUNICAZIONE IN PANNE RIESCE AD ATTERRARE GRAZIE A RADIO MARIA


Seguendo le frequenze della radio ha individuato la pista di atterraggio

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Cerrione. Brutta disavventura per il biellese di origini biellesi che si trovava sulle Alpi e stava rientrando da Francoforte con il suo Piper View, un velivolo PA-29 Cheroankeeo, con vetri laterali oscurati, che diventano trasparenti solo acquistando la carta prepagata e infilandola nell’apposita fessura.


All’improvviso i sistemi di navigazione sono andati in panne, così come le radio di bordo, e hanno smesso di trasmettere e ricevere.


Il piccolo velivolo, che viaggiava avvolto dalla fitta nebbia dovuta al clima meteorologicamente autunnale di questi giorni, sembrava destinato a non atterrare, perlomeno non nel modo canonico, quello di solito apprezzato anche dai piloti più temerari e anticonformisti.


Il pilota, un quarantenne di Pray, tale Guido Sevolo, con grande esperienza alle spalle e una brutta esperienza davanti, ormai stava per gettare la spugna, ma non lo fece solo perché sul cruscotto c’era un adesivo con scritto “Vietato gettare oggetti dal finestrino”.


Era ormai preparato al peggio e aveva anche iniziato a recitare al- cune preghiere, quando ha avuto l’illuminazione che gli ha salvato la vita: sintonizzarsi sulle frequenze di Radio Maria, che, a dispetto del nome (Maria, recita il proverbio, tutti la vogliono e nessuno la pia), è l’unica radio che si prende anche in galleria.


In questo caso, più che in galleria si trovava in una galleria del vento, ma incredibilmente aveva trovato, nella sua borsa da viaggio & pilotaggio, la vecchia radiolina con la quale ascoltava il campionato di serie A ai tempi di Maradona e Platini.


Così, triangolando la direzione delle onde radio, con Milano Malpensa e la torre di controllo dell’aeroporto biellese, calcolando il gradiente di volo, dividendo per due, con resto di uno, il nostro eroe, è riuscito a trovare la strada, o per meglio dire, la pista di atterraggio. E quel che conta è che l’ha trovata con le ruote del carrello, non con la fusoliera o con il muso!


Appena toccato terra, il Sevolo, si è precipitato (e ha potuto farlo solo perché non era precipitato prima) al bar dell’aeroporto che, oltre ad essere sempre aperto, dispone di un’ampia e comoda toilette, do- tata di carta igienica finissima e decorata con gli aeroplanini.


Su quanto accaduto in toilette non ha voluto rilasciare dichiarazioni, adducendo il motivo della Privacy.


Ha dichiarato: “Se ora sono ancora qui, devo soprattutto ringraziare Don Bruno, che da bambino mi insegnò a pregare e oggi è successo un miracolo: nell’alto dei cieli sopra le Alpi Biellesi, la Divina Provvidenza e la divina frequenza, mi hanno salvato la vita”.

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LA TANGENZIALE NON È FRANATA DOPO L’INAUGURAZIONE: È STATA COSTRUITA COSÌ



L’ipotesi più accreditata: si tratterebbe di un’opera della Cracker Art,

non andrebbe risistemata, ma dichiarata monumento nazionale.



Tutte le strade portano a Roma? Di sicuro la nuova tangenziale non porta neppure in via Roma.


Non si tratta dell’ennesimo sperpero di denaro pubblico, ma pare che non vi siano stati errori, né di progettazione, né di realizzazione delle opere. L’unico enigma ancora misterioso viene dal certificato di collaudo dove l’opera è dichiarata “strada” quando ne mancano tutti i requisiti (fatta eccezione per la linea bianca di mezzeria).


Sono state vagliate innumerevoli ipotesi, tra le quali, la progettazione in stato ebbrezza (che prevede la decurtazione di dieci punti dal voto di laurea), la probabile rotazione del disegno di progetto, che avrebbe causato una lettura al contrario dei dati, oppure la realizzazione dell’opera da parte di un’impresa inglese (tendono a scambiare la corsia di destra con quella di sinistra), ma non è accaduto nulla di tutto ciò.


Ora si ha la certezza che l’opera d’arte è stata realizzata dalla Cracker Art, movimento culinario di Quittengo specializzato in prodotti da forno salati in superficie bucherellati.


E’ quanto stabilito da una commissione costituita per indagare sull’accaduto, commissione tutta al femminile composta dalle note geologhe Petra Miliare, Ambra Natina, dall’astronoma Luna Calante, dall’astrologa Stella Cadente e dalla commessa della panetteria comunale Rosetta Filoncino.


Il materiale utilizzato per la realizzazione dell’opera, prevalentemente asfalto, è stato preferito ai più costosi bronzo, marmo e granito, fino ad ora indispensabili per ogni genere di scultura, dalla classica alla postmoderna. La crisi economica purtroppo non risparmia neppure l’arte. In questo caso, ammette la commissione, ci troviamo senza ombra di dubbio davanti a una scultura di arte postdatata.


Una nota azienda produttrice di acque oligominerali, della quale non riportiamo il nome per evitare di fare squallida pubblicità, lamenta che la strada fa acqua da tutte le parti senza le necessarie autorizzazioni ministeriali, ipotizzando uno spiacevole caso di concorrenza sleale.


In paese è stata fatta una raccolta firme per la realizzazione di una vera tangenziale in modo da deviare il traffico pesante e alleggerire le vie del centro. Il risultato è stato 142 firme a favore della riapertura della tangenziale e 2 contrarie, ma per uno strano gioco di alleanze fra i numerosi gruppi di firmatari, hanno vinto i due contrari, pertanto, gli autotreni continueranno a transitare nel centro storico sul manto stradale in cubetti di porfido (sampietrini per i profani n.d.r.).


Sono in corso le pratiche per il riconoscimento dell’opera come patrimonio dell’Unesco e, presto, i turisti potranno venire nel biellese per ammirare anche questa opera di arte contemporanea.

SCOPERTO DAI CARABINIERI UN FASULLO “FINTO DENTISTA”



Per combattere la crisi si fingeva rumeno e abusivo:

in realtà è un medico odontoiatra italiano, laureato con il massimo dei voti,

e con un master ad Harvard in implantologia dentale.

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C’erano già stati, in passato, casi di capovolgimento rispetto alle truffe classiche. Un esempio per tutti è rappresentato da Napoli, con le sue fantasiose aziende, gestite da partenopei veraci, nelle quali si applicano etichette “Made in China” solo per poter vendere più facilmente i prodotti.


Nessuno però avrebbe mai pensato che la leggenda diventasse realtà proprio a Cossato.


Le lunghe indagini sono iniziate qualche mese fa, quando alcuni clienti hanno segnalato uno strano dentista, che si faceva chiamare Dottor Lucianescu (lampante è il finto riferimento rumeno sin dal cognome) e che, per simulare abusivismo, introduceva i clienti nel suo studio attraverso lo scantinato.


A prendere gli appuntamenti erano due turchi, gestori del locale che prepara i kebab sotto lo studio. Con i clienti affermava di essere originario della Transilvania e pare addirittura che avesse esposta una protesi con due canini lunghi quattro centimetri, acquistati in un negozio di articoli carnevaleschi. Appeso al muro nell’ingresso c’era persino il poster del calciatore Cristian Chivu.


Quando i Carabinieri OO.SS. (Operatori Sanitari) di Lessona hanno fatto irruzione nello studio del presunto falso dentista sono rimasti increduli: sui macchinari vi erano targhette con denominazioni “Made in Bulgaria” e “Made in Albania” e una vaschetta contenente aceto per sterilizzare gli attrezzi.


Solo dopo approfondite indagini hanno scoperto che sotto le suddette etichette vi erano quelle originali, tutte “Made in Italy” e “Made in Germany”, con tanto di certificazioni ISO9001. L’assistente del Lucianescu, una neolaureata alla prestigiosa Dental School di Torino, fingeva di parlare stentatamente l’italiano, ma, senza farsi vedere dai clienti, porgeva al medico strumenti sterilizzati con le più moderne tecniche a ultrasuoni. Le protesi erano tutte fabbricate in Italia da odontotecnici esperti.


Quando gli inquirenti hanno chiesto spiegazioni, il Lucianescu ha spiegato che, a causa della pressante crisi, non si va più da un vero dentista, o lo si fa solo in caso di estrema necessità. Ormai le persone tendono a rivolgersi a dentisti abusivi, che promettono consistenti risparmi sulle parcelle.


I controlli ai documenti fiscali hanno rivelato che il Lucianescu si faceva pagare come i dentisti seri, e questo dimostra come i clienti si facciano spesso ingannare dall’apparenza: infatti nessuno di loro si era accorto che non stava risparmiando nulla, ma tutti erano felici di trasgredire la legge e ingannare il fisco. Si tratta del piacere, tutto italiano, di sentirsi furbi, facendo qualcosa di proibito.


I Carabinieri OO.SS., valutato che era tutto in perfetta regola e che la simulazione di falsità non costituisce reato (del resto, in matematica cibernetica il falso di un falso diventa un vero), hanno approfittato per farsi una detartrasi, passando però dallo scantinato nella speranza di risparmiare qualcosa.


I lettori si domanderanno qual è i vero nome del Lucianescu; non lo diremo, non già per motivi di privacy, ma perché alcuni collaboratori del nostro giornale sono clienti dell’odontoiatra. Inoltre, come recita un antico adagio cossatese:


“Pijtla cul tubista, rusìa cun l’eletricista, ma làsa sté ‘l dentista”.

LA TORRE DI PALAZZO LA MARMORA SARÀ ABBATTUTA

Dove ha fallito il terremoto, riescono le leggi italiane e i regolamenti comunali.


La notizia dell’imminente demolizione della torre giunge a pochi giorni dallo stanziamento di un contributo per il consolidamento del manufatto, danneggiato dal terremoto emiliano che, purtroppo, si è fatto sentire sino a Biella.


La torre, edificata nel XV secolo, rappresenta il primo caso accertato di spreco di denaro pubblico. Secondo gli storici si tratterebbe di un pozzo di petrolio, realizzato in pietra, non essendo ancora stati inventati né l’acciaio né il sistema a tralicci né tantomeno le trivelle.


La struttura non era mai entrata in funzione per almeno due validi motivi: il primo è che non esistevano raffinerie, il secondo è che occorrevano ancora alcuni secoli per avere il motore a scoppio.


L’ordine di abbatterla non fu mai firmato dal geometra medioevale a causa dell’improvviso scoppio della guerra tra Guelfi e Ghibellini: per questa ragione e per l’indolenza dei funzionari comunali succeduti al primo, la torre è rimasta dov’era per secoli, percepita e accettata come una normale costruzione d’epoca.


Così essa è stata letteralmente dimenticata per mezzo millennio, finché uno zelante impiegato del catasto si è accorto che il manufatto, non solo non era stato regolarmente accatastato, ma non era mai stato messo a norma con il piano regolatore, nonostante i numerosi condoni edilizi attuati nel corso dei secoli. Pare che il problema consistesse nel mancato rispetto delle distanze dai confini.


Da alcune indiscrezioni pare che nessun impiegato comunale del capoluogo biellese si fosse accorto dell’esistenza della torre, anche perché sino a pochi anni or sono il capoluogo era Vercelli e l’ufficio competente si trovava a 40 chilometri da Biella.


Il Sindaco, costernato per la svista, si è giustificato dicendo che credeva si trattasse della ciminiera della “Tintoria del Piazzo”. Purtroppo la macchina burocratica biellese non può far altro che compiere il suo dovere e l’ordinanza di demolizione è stata notificata immediatamente, con scadenza a 90 giorni dal ricevimento della stessa.


L’assessore alle Torri & Muri della città sta facendo il possibile per salvarla, soprattutto perché è visitata ogni anno da parecchie comitive di turisti. L’ultimo tentativo di evitarne la demolizione è stato di chiedere all’ENEL di apporre sulla torre due cavi dell’alta tensione, nella speranza (probabilmente vana) di far ricadere la costruzione sotto la normativa edilizia propria dei pali elettrici medioevali.


Lo studio legale che se ne occupa ha suggerito, come ultima spiaggia, di continuare le ricerche di petrolio sotto la torre e, qualora se ne trovasse traccia, di chiedere la trasformazione in pozzo petrolifero.


Alla fine si tratta solo di una vecchia torre di oltre 500 anni, miracolosamente scampata a terremoti, inondazioni, trombe d’aria che in Italia distruggono ogni anno costruzioni ben più recenti.


E di una sottile questione giuridica sulla sua ‘destinazione d’uso’.

MA CHE MUMMIA BIELLESE D’EGITTO!!!



La TAC rivela che proviene dalla West Coast del Nilo.


Il Museo del Territorio di Biella e il Museo Egizio di Torino rifiutano di pagare il TIC per la TAC perché, avendo oltre settant’anni, la paziente sarebbe esente.


Venerdi 16 novembre, presso la sala convegni del Museo del Territorio, al Chiostro di San Sebastiano, il Professor Gandini dell’ospedale Molinette di Torino e il suo staff di studiosi – anche se, trattandosi di sole donne, sarebbe opportuno definirla “staffetta di studiose” – hanno fatto piena luce sulla vera storia di Ta-Aset, la mummia ceduta in conto visione nel 1951 dal Museo Egizio alla Città di Biella.


In realtà fino ad oggi tutti noi chiamavamo la mummia Shepsittaesi, dalla lettura dei caratteri geroglifici presenti sul bellissimo sarcofago. Ma grazie ad una nuova e più corretta lettura, e soprattutto al fatto che non piaceva a nessuno perché sembrava il nome di una brutta malattia, il nome è stato modificato in Ta-Aset.


Il delicato esame computerizzato si è potuto eseguire grazie alle sofisticate apparecchiature del Reparto di Radiologia delle Molinette e grazie anche al fatto che la paziente non soffre di claustrofobia ed è restata immobile nel tubo per tutto il tempo necessario.


Il sarcofago, risalente al 332 a.C., è stato ritrovato dal biellese Schiaparelli, durante gli scavi ad Assiut nel 1908, in un complesso costruito tra il 2230 e il 1793 a.C., da un architetto di origini cossatesi emigrato in Africa.


Tutto ciò si evince da una semplice TAC, quando normalmente si fatica a trovare un ematoma da mattarello di moglie arrabbiata? Niente affatto! Tutto scritto sui geroglifici impressi sul sarcofago, dove sono rappresentate le effigi del Dio Anubi, la divinità protettrice dei meteorologi, e di Osiride, probabilmente antenato di Wanda Osiride. Comunque è consigliabile giocare questi numeri sulla ruota di Alessandria (d’Egitto).


La signora Ta-Aset era di sesso femminile e presumibilmente aveva, al momento del decesso, circa quarant’anni, anche se tra le spoglie non è stato rinvenuto il tesserino del codice fiscale. Pare non avesse partorito figli, ma era felicemente mamma di due bimbi adottati, provenienti da uno degli innumerevoli esodi del Sinai.


Con ogni probabilità era una donna senza marito (vedova o nubile) perché aveva con sé nel sarcofago, oltre a gioielli, ciotole e altri manufatti tipicamente femminili, anche un oggetto che normalmente nell’antico Egitto era in uso esclusivo dei capifamiglia: il telecomando.


Un team di antropologi, egittologi, archeologi, orologi (esperti di accadimenti temporali n.d.r.), oltre ad un podologo, un odontotecnico e una callista-pedicure, ha misurato e studiato la TAC, rilevando ogni più piccolo particolare e confrontandone i risultati con la letteratura specifica; alla fine è bastato un traduttore, perché uno dei papiri riportava l’atto di adozione scritto in geroglifico antico e il Refertus Radiologi, una sorta di papiro redatto in scrittura ieratica da un certo Ghan-din, il cerusico del faraone (da cui il Dottor Gandini probabilmente discende). Il Refertus contiene una descrizione dettagliata delle patologie di cui soffriva la donna. Tra queste l’artrosi cervicale (poiché, come la maggior parte dei suoi compaesani, la donna posava sempre per i ritratti con la testa ruotata di 90°) e disturbi dovuti alla sedentarietà, non per niente il nome Ta-Aset significa “sta seduta” in lingua egizia del Periodo Intermedio.


Antiche superstizioni dicono che la mummia porti sfortuna, ma si tratta solo di credenze. Il fatto che il primo convegno sia stato fatto tra il 7 e il 10 settembre 2001 e che il giorno dopo ci sia stato l’attentato dell’undici settembre non c’entra, assicurano gli esperti, con la maledizione dei Faraoni.


Nel 2002, la Polizia Scientifica, in collaborazione con i Ris, i Ros, e i Ras, ha ricostruito il volto della mummia grazie a tecniche sofisticatissime. I lavori ultimati si è notata una certa somiglianza con una stimata parrucchiera di Candelo e la notizia avrebbe dovuto occupare le prime pagine di tutti i quotidiani; purtroppo proprio quel giorno è stata arrestata la mamma di Cogne, scippando la pole position al pool di esperti d’Egitto; anche questa non fu sfortuna, ma ancora una volta pura coincidenza.


I numerosi presenti alla conferenza, per scaramanzia, si sono trattenuti in sala oltre il convegno, giusto il tempo di stilare i propri testamenti olografi e di fare gli opportuni scongiuri, prima di salire in auto per far rientro a casa. I pochi che sono tornati a casa a piedi hanno cercato di non calpestare le fessure del marciapiede e di non passare sotto le scale.


Come è riportato nel sottotitolo, il ticket per la TAC alla mummia non è dovuto. Oltre alla motivazione legata all’età della paziente, una commissione medica avrebbe valutato le sue attuali abilità motorie, dichiarandola all’unanimità invalida al 100%.



A BIELLA RUBATO IN PIENO GIORNO IL SEMAFORO DI VIA ITALIA



A BIELLA RUBATO IN PIENO GIORNO IL SEMAFORO DI VIA ITALIA:

NESSUN TESTIMONE.

Pare si tratti di malavita disorganizzata, legata al traffico in senso lato.


Dopo i furti negli appartamenti, le incursioni nelle villette e i saccheggi nei depositi merci, la criminalità alza il tiro e guarda in alto, così in alto che finisce per fregarsi il semaforo all’incrocio con tra via XX settembre e via Gramsci.


Gli inquirenti ne sono certi: si tratta di un furto su commissione. Probabilmente il commissionario è un boss che mira a dirigere il traffico di stupefacenti, di armi, o addirittura di prodotti chimici illegali, o comunque di attività illecite legate a qualche traffico.


È probabile che servisse addirittura a organizzare una discoteca abusiva, nello scantinato di qualche villetta fuori città.


Resta un mistero come abbiano fatto a sottrarre il semaforo in pieno giorno, senza destare sospetti, ma soprattutto senza essere filmati dalle numerose telecamere di sicurezza presenti nelle immediate vicinanze.


L’ipotesi più accreditata è che se ne sia occupata un’impresa di pulizie che, con l’ausilio di un’autoscala, sia andata a ripulire i vetri colorati del semaforo. Altra ipotesi è che sia stato utilizzato l’autocarro con piattaforma di lavoro per l’installazione, con largo anticipo, delle luci natalizie.


Ora si stanno valutando diverse ipotesi su come risolvere i problemi di viabilità. Poiché mancano i fondi per la costruzione di una rotonda, si è pensato, in un primo momento, di rimuovere quella di piazza Adua e di sistemarla sul posto, ma purtroppo in via Italia non c’è abbastanza spazio.


Una seconda possibilità sarebbe quella di posizionare un nonno vigile 24h, il che garantirebbe un notevole risparmio; in tal caso la centralina del semaforo rubato verrebbe adattata come distributore automatico di vin brulé, per tutto il periodo invernale.

DOPO IL FALLITO “APERITIVO A SEI ZAMPE” SI TENTA CON QUELLO A QUATTRO ZAMPE: AMMESSI STRUZZI, FENICOTTERI E CICOGNE


BIELLA. La simpatica iniziativa estiva dell’aperitivo a sei zampe, che aveva soprattutto lo scopo di sensibilizzare contro la pratica dell’abbandono dei cani, non ha potuto avere luogo per problemi di viabilità.


Del resto, fra corse podistiche, automobilistiche, ciclistiche, e iniziative sportive in genere, l’unica arteria stradale rimasta libera in città sarebbe stata Via Dal Pozzo, e il pericoloso restringimento della carreggiata avrebbe provocato seri danni al traffico cittadino.


L’idea di offrire uno spritz ai biellesi accompagnati dal loro inseparabile amico a quattro zampe era stata accolta con entusiasmo dalle associazioni cinofile (e anche da quelle cinefile chiuse per ferie). Ma alla fine non sono stati rilasciati i regolari permessi dall’Amministrazione Comunale, a causa dei numerosi bassotti iscritti all’aperitivo. Il cane bassotto, con la sua lunghezza, eccede la misura standard canina precisata dal regolamento comunale di Canegrate, comune lombardo di riferimento per la cinofilia (così come Quattroruote lo è per le auto, n.d.r.). Ora, se sull’altezza degli alani e sulla larghezza dei labrador l’Amministrazione era disposta a chiudere un occhio, sui bassotti è stata irremovibile.


Alcune indiscrezioni parlano anche di problemi di alcolismo canino; infatti, mancano le tabelle alcolemiche da apporre all’ingresso dei locali, obbligatorie per tutti (eccezion fatta per i San Bernardo) ma soprattutto l’alcol test per i nostri amici a quattro zampe, nonostante non possano condurre autoveicoli. Il fatto che vi siano automobilisti che guidano da cani pur essendo sobri, e cani che guidano i non vedenti senza aver mai avuto un incidente, non cambia le disposizioni di legge.


A nulla sono valse le proteste delle associazioni animaliste, che si sono appellate al fatto che la piazzetta è spesso utilizzata per convegni e feste, di natura politica e sindacale, senza che questo rechi alcun intralcio.


L’Amministrazione ha ribattuto che politici e manifestanti hanno solo due zampe e quindi, a parità di rumori molesti e rifiuti lasciati sul campo, l’ingombro è decisamente minore.


I promotori dell’iniziativa hanno allora proposto un compromesso, una media tra due e sei zampe. E se l’amministrazione accetterà, com’è probabile se vuole evitare accuse di anti-animalismo, hanno intenzione di organizzare presto un “aperitivo a quattro zampe” rigorosamente con animali bipedi, e si sta già cercando un bar lontano dal traffico che possa accoglierli.


All’aperitivo si potrà partecipare portando un animale, di qualunque specie purché rigorosamente bipede. Saranno quindi ammessi canarini e struzzi, anatre e cicogne, passeri solitari e oche giulive, civette frivole e severi barbagianni. L’unica eccezione sarà costituita dai fenicotteri: questi uccelli hanno l’abitudine di stazionare a lungo su di una gamba sola, perciò se ne potranno portare anche due a testa, rispettando comunque il totale di zampe consentito.


Ospite d’onore della manifestazione potrebbe essere Graziano Rossi (padre del più famoso Valentino), già uso in passato ad andare in giro per le strade della sua città con una gallina al guinzaglio.


A questo punto resta un unico dubbio. Si potrà chiedere la sponsorizzazione all’Eni, il cui mitico simbolo ha un esuberante numero di zampe?

BARRIERE ARCHITETTONICHE INELIMINABILI?


LA PROPOSTA INDECENTE: PROVIAMO AD ABBATTERE I DISABILI.


Biella San Paolo da quattro anni attende gli ascensori. Si rischia la prescrizione.


Alla stazione di Biella, rifatta circa quattro anni fa, mancano gli ascensori che portano ai sottopassi. Perciò, se il treno non transita sul primo binario, bisogna utilizzare le scale.


Ma come fanno coloro che, per disabilità varie, non possono servirsi delle scale? Esiste una soluzione, ma è piuttosto macchinosa: previo avviso di 24 ore il capostazione farà transitare il treno interessato sul primo binario, oppure farà intervenire personale qualificato in grado di effettuare il trasporto del disabile al binario giusto. Possiamo immaginare che le tecniche utilizzate siano quelle dal soccorso alpino per il trasporto degli infortunati: seggiolino a quattro mani, trapuntino, cavalluccio, scivolo gonfiabile per la discesa e argano per la risalita, fino all’elicottero nei casi più complessi.


Ma una volta preso il treno, per il disabile i problemi non sono finiti. Se anche alla stazione di destinazione sono presenti le micidiali barriere architettoniche, egli resterà sul treno e vagherà su di esso lungo la tratta Biella-Novara, per ore o per giorni, finché non si trova una soluzione per farlo scendere alla stazione desiderata e accompagnarlo all’uscita. In questi casi sono organizzati servizi di ristorazione, affinché la sua permanenza in treno sia confortevole. Il tutto, come si può intuire, a costi notevoli.


Da anni, addirittura da bienni, si sta cercando di risolvere il problema, ma ogni studio ha portato a un binario morto. Così si è perso il treno per avere una stazione a norma, sin dalla sua riapertura dopo la ristrutturazione.


La geniale intuizione del noto architetto Italo Biellese potrebbe porre fine a questo annoso, biannoso e pluriannoso problema.


Ispirato dall’antico adagio che recita “se non puoi superare un ostacolo, cerca di aggirarlo”, l’eccellente architetto, dopo aver letto le innumerevoli proteste dei pendolari con difficoltà motorie, ha effettuato uno studio durato tre anni e trecentosessantaquattro giorni, grazie al quale ha stabilito che il problema non ha soluzione. Perlomeno, non l’ha in maniera diretta ma, se invertiamo l’ordine dei fattori, si incasina la fattoria, quindi si aprono nuovi possibili scenari.


L’architetto Biellese, avvalendosi di un suo stretto collaboratore disabile, il geometra Franco Vercellese, un trentaseienne che ormai aveva fatto la sua vita, ex fattore alla Cascina Risoamaro di Santhià, ha testato quasi personalmente un nuovo metodo per risolvere il problema. Diciamo quasi personalmente perché, mentre il geometra testava sul binario 2, l’architetto si teneva a debita distanza.


L’esperimento è perfettamente riuscito ed è stato possibile dimostrare che un’equazione risulta pari a zero se si azzera uno dei fattori moltiplicatori.


Dopo la pubblicazione del suo studio (geniale, dobbiamo dire, se pure con qualche dubbio di carattere etico) l’architetto si è reso irreperibile, soprattutto per sfuggire ai famigliari del geom. Vercellese.

TONY FILONI È IL VERO “MAGNANTE” DEL PANINO



Ha vinto in ben cinque lotterie incamerando oltre nove milioni di euro



La notizia, anzi, le notizie apparse sui giornali in questi ultimi mesi sono assolutamente certe, insindacabili, inconfutabili, intercambiabili: tutte autenticamente vere e veramente autentiche.


E’ quanto emerso da uno studio approfondito sul conto di Tony panini Buoni, durato ben tre minuti e mezzo, da parte dell’Accademia dei Cinque Cereali in collaborazione con l’Università di Pensologia di Torino, sede distaccata di Biella, Dipartimento di Scienze Superflue, coordinati dal magnifico Magnifico Rettore Livio Cepollina.


E’ indubbiamente, inequivocabilmente, univocamente dimostrato che Tony è ormai più famoso per aver vinto a ben cinque diversi giochi in meno di un anno che per i suoi gustosi panini: Superenalotto (purtroppo solo uno “sfortunatissimo” 5+1), Gratta e vinci, Lotto, Win For Life, Totip; quest’ultima giocata risale al 1993 ed è risultata vincente leggendo casualmente un giornale dell’epoca, ormai ingiallito, usato come carta igienica nel w.o. (water opened, cioè che sta nell’orto, a differenza del w.c., water closed, che sta in casa n.d.a.), sfidando anche il più velleitario calcolo probabilistico: basti pensare che ha giocato solo queste cinque volte in vita sua, che ha effettivamente vinto a ogni giocata.


Ecco la prova:


La conferma è giunta dal gelataio di fiducia del cugino di Artemio (pensionato residente in Città) il quale aveva ricevuto un’imbeccata da una cliente ghiotta di granita al lampone, ex parrucchiera, la quale aveva sentito dire dall’amministratore di condominio che la segretaria dell’assicuratore dell’idraulico addetto alla manutenzione della panetteria in fondo a una via secondaria, avrebbe avuto un’informazione secondo cui il bidello della scuola dove in figlio del cugino dell’elettricista frequenta la terza, avrebbe inviato una raccomandata all’ufficio brevetti, dove veniva riportato come mittente il cognato del suo amico pizzaiolo, il quale ha palesato la possibilità che un tabaccaio in città, probabilmente un estremista di centro, avesse venduto un biglietto vincente a uno sconosciuto che probabilmente aveva delle calzature della stessa marca e modello di quelle indossate da Tony. Combaciava addirittura l’impronta lasciata sul pavimento proprio il 23 giugno 1993, giorno dell’inaugurazione della tabaccheria, quando il pavimento era ancora bagnato dopo le pulizie generali.


Ecco la prova provata che Tony ha avuto occasione, opportunità e movente per vincere parecchi milioni.


Pare addirittura che giungano a Biella appassionati di “Gratta e Vinci” provenienti da ogni parte d’Italia per l’ormai consueto rito propiziatorio della suggestiva ”unzione delle salamelle”, impartita da Tony ai biglietti prima di grattarli.


Si sa per certo, e ne risparmiamo ai lettori la dimostrazione, che Tony non ha più un centesimo; pare che abbia investito tutti i suoi averi (ipotecando addirittura il furgone) nell’acquisto di ovetti al cioccolato per aprire un allevamento di galline pasquali.


È praticamente certo che entro la prossima primavera la Valle Cervo farà concorrenza alla Valle Spluga…


…da città della salamella, a città della gallinella… Forza Biella.

A COSSATO IN ARRIVO ALTRE 24 ANTENNE DA 32 METRI GRAZIE A UNA RACCOLTA FIRME DEL COMITATO “AMICI DEL TELEFONINO”:


Secondo alcune indiscrezioni quella di Ronco sarebbe finta: inspiegabili i miglioramenti di ricezione millantati dai residenti.


Son passati mesi dall’installazione a Ronco di Cossato dell’antenna 3, così chiamata per differenziarla dalla 1, che si trova nella ex sede Sip di via Matteotti, e dalla 2 ubicata nei paraggi del cimitero, ma le polemiche non tendono a placarsi,


Si sono organizzate riunioni, convegni, e perfino una merenda sinoira per trattare decine di argomenti a tema, dall’elettromagnetismo alle microonde, dalla radioattività al funzionamento dei mangiacassette, ma nessuno fra gli eminenti ed esperti relatori intervenuti è stato in grado di stabilire l’effettivo pericolo per la salute da prolungata esposizione alle onde telefoniche e telefotoniche (per i cellulari con fotocamera).


Nel frattempo, sempre sull’onda, ma dell’entusiasmo, a Castellengo è nato il comitato “Amici del Telefonino” che, in poche ore, ha raccolto ben 12 firme facendo approvare l’installazione di altre 24 antenne equamente distribuite su tutto il territorio cossatese in grado di creare una rete a prova di startac anni ‘80.


Si è calcolato che la sommatoria dei campi magnetici prodotti dalle nuove antenne avrà una potenza di svariati GigaTesla e sarà in grado di far roteare altrettante pale eoliche posizionate nei comuni limitrofi, fornendo tanta energia elettrica quanta ne produrrebbe una centrale nucleare, il tutto senza rilasciare alcuna scoria radioattiva, pericolosissima per la salute dei cittadini.


Gli esperti dell’ARPA (la sezione musicofila dell’ASL) inviati sul posto per gli opportuni accertamenti, dopo aver analizzato l’aria e trivellato il terreno non hanno rilevato alcuna traccia di onde, né elettriche, né magnetiche, né tantomeno elettromagnetiche, dichiarando l’antenna assolutamente platonica. In realtà si tratterebbe di una trovata pubblicitaria per indurre i residenti a sottoscrivere un contratto proprio con quella compagnia telefonica.


L’idea ha infatti funzionato, tanto i residenti di Ronco, in difficoltà ad effettuare (e ricevere) telefonate, sono immediatamente passati a quella compagnia telefonica.


Gli inviati del comitato Amici del Telefonino, giunti sul posto, hanno constatato che nonostante l’antenna sia posticcia, effettivamente, i cellulari prendono ben cinque tacche, cosa assolutamente inspiegabile, tanto che hanno inoltrato formale richiesta per inserire il fenomeno accanto i famosi misteri di Fatima, come il “Miracolo di Ronco di Cossato”.

Continua...

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