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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

In questa sezione sono riportati articoli scritti tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC collaborava allegramente con LA TAMPA

TANGENTI & BUSTARELLE, NE VEDIAMO DELLE BELLE



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Gentilissima Accademia, non potendomi affidare alle forze dell’ordine, per ovvi motivi, mi rivolgo a voi, sperando che mi diate il consiglio giusto.


Da poco sono stato eletto sindaco di un piccolo comune con meno di cinquemila abitanti e mi stanno succedendo delle cose inspiegabili.


Innanzi tutto, pensavo che i giornali esagerassero quando parlavano di nuova tangentopoli e di corruzione, purtroppo ho dovuto toccare con mano che queste cose accadono realmente.


Un giorno ho trovato sulla mia scrivania una busta con 20.000 euro in contanti allora ho pensato che fosse una tangente per sostituire una lampadina bruciata a un cittadino che abita fuori mano, ma ripensandoci, mi sembrava esagerato.


Allora ho pensato che fosse per il Mose di Venezia, ma il mio comune si trova a trecento chilometri di distanza, è impossibile. Rimane l’Expo, ma anche per quello non vi è nessun collegamento.


Appalti pubblici non ne sono ancora stati fatti... Il giorno dopo ho trovato una busta con dentro diecimila euro, cosa potevo fare? Chi avrei dovuto favorire?


Dopo tre giorni altra busta con 25.000 euro, sempre anonima e sempre senza indicazioni.


Sarà mica stata per quel posto da messo comunale? Chi lo sa...


Comunque, il settimo giorno, mi sono trovato le quattro gomme dell’auto tagliate, non so chi andare a “ringraziare” e neppure so il motivo.


Il giorno seguente ho trovato due proiettili nella buca delle lettere.


Sento di essere perseguitato dalla Mafia, dalla Camorra, dall’ndrangheta, dalla Mafia Russa e dalla Triade cinese... hanno minacciato la mia famiglia e io non ho fatto nulla, ma neppure so cosa dovrei fare, qui continuano ad arrivare tangenti e non si capisce per cosa!!!


L’unica certezza è che qualcuno si aspetta qualcosa in cambio!!! Aiutatemi!!!

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Omer Toso

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Gentile signor Toso,


non sappiamo che cosa consigliarle a proposito delle sue bustarelle, ma cogliamo l’occasione per ricordarle tutte le promesse che aveva fatto, in campagna elettorale, quando era stato nominato Alto Patrocinatore e Padrino Honoris Causa dell’Onorata Accademia dei Cinque Cereali. Lei disse che, da Sindaco, avrebbe provveduto a sistemare la nostra sede


Quell’edificio è cosa nostra e da quando lei è stato eletto Sindaco non abbiamo ancora visto un’impresa, due operai, un semplice muratore, un apprendista impastatore di calce, un garzone di cazzuola, qualcuno insomma che abbia almeno esaminato i danni dell’edificio in cui noi, pregevoli accademici, lavoriamo.


Con le piogge degli ultimi giorni la nostra biblioteca è diventata una serra per la coltivazione del boletus edulis, poiché ci piove dentro e l’umidità è ai livelli di un bagno termale. Le finestre della Sala Riunioni non si chiudono bene e siamo costretti a portare le pietre della vicina cava da usare come fermacarte, a causa delle correnti d’aria.


Non infierisco oltre, poiché lei è uomo d’onore. Del resto, uomo avvisato mezzo salvato, come dice il proverbio.


Baciamo le mani.

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M&M - Marchiori & Marello – ACC (LUGLIO 2014)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

LE ROTELLE SONO TUTTE A POSTO?


Una storia di urbana follia



Margherita comincia ad essere avanti con gli anni, e si lamenta spesso di mal di schiena, specialmente quando porta borse pesanti.


Premuroso come sempre, suo marito le ha regalato una borsa con le rotelle.


È una via di mezzo tra l’ambizioso trolley e l’umile carrellino per la spesa; di sicuro costa meno di entrambi e, in termini di impegno, costa meno che scarrozzare la propria carampana a fare la spesa o al corso di ginnastica dolce.


Del resto - deve aver pensato il marito di Margherita - se un giorno un uomo geniale inventò la ruota, perché non approfittarne? E allora beccati questo, tesoro, e smettila di lamentarti.


Effettivamente è comodo, tranne che per due effetti collaterali.


Primo, il rumore. La borsa in questione non è precisamente un articolo di marca: suo marito, visti i prezzi di grandi firme come Roncato o Samsonite, si sarà convinto che, in fondo, anche i cinesi del mercato rionale siano una valida alternativa.


Perciò, le sue rotelline non sono dotate di cuscinetti a sfera, e neppure ricoperte di gomma ad assorbimento acustico.


Sono rotelline di plasticaccia dura, e quando girano su marciapiedi ruvidi e disastrati, come sono ormai tutti i marciapiedi delle nostre città, emettono un rumore incredibile, e girano anche le palle di chi lo sente.


Non è un fruscio, non è un cigolio, e neppure un rollio. Ad essere precisi si tratta di un rombo, e pare di trovarsi sotto un caccia F35 lanciato all’inseguimento di piccioni urbani a bassa quota.


Talvolta le persone che camminano davanti a lei sollevano la testa a scrutare il cielo, che naturalmente è vuoto e silenzioso. Allora si girano, e vedono questa donnina gentile che trascina una borsa dozzinale, che per qualche misteriosa ragione emette un rombo da cacciabombardiere.


Non sto a descrivervi gli sguardi rancorosi che le lanciano, come a dire: “Non basta il rumore micidiale di questa trafficata e invivibile città? Ti ci metti anche tu, con questa specie di rimorchio non omologato?”.


A volte lei rallenta l’andatura, per attenuare il rombo. Se incrocia i vigili urbani, la poverina accosta e si ferma (manca solo che metta anche le quattro frecce) per paura che possano farle la multa per guida di veicolo rumoroso.


Il secondo effetto collaterale è la scarsa tenuta di strada. Questo genere di veicolo non ha, come si dice, una perfetta aderenza. Se per esempio Margherita corre per attraversare un corso, di quelli in cui il semaforo verde per i pedoni dura meno di uno starnuto, e malauguratamente ci sono delle rotaie del tram sporgenti, il suo rimorchio s’imbizzarrisce, neanche fosse la biga di Ben Hur all’ultimo giro del Circo di Gerusalemme. Poi si solleva in aria, e plana rovinosamente su una delle fiancate.


Così le tocca fermarsi, sollevarlo di peso, rimetterlo in posizione, e riprendere cautamente l’attraversamento. Nel frattempo, il semaforo è diventato rosso, e le auto iniziano a strombazzare, coprendo per fortuna il rumore della borsa, finché la poveretta non è in salvo sul marciapiede.


Ma la sua schiena sta molto meglio, ora. Anzi, le è anche passato quel fastidioso dolore al gomito, quello per il quale il fisiatra aveva consigliato un ciclo di vibro-massaggi e qualche applicazione di ultrasuoni. Probabilmente le vibrazioni trasmesse dalla maniglia della borsa al braccio hanno avuto lo stesso effetto terapeutico.


Purtroppo però la borsa comincia a mostrare i segni dei chilometri percorsi: la convergenza è sballata, il pianale è compromesso, e sta perdendo una rotella.


Difficilmente supererà la revisione.


Margherita sta mettendo da parte i soldi per sostituirla con il nuovo modello della stessa ditta cinese, il Thunder Dragon Turbo Bag, 120 decibel di potenza sonora.

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Stefania Marello (LUGLIO 2014)

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

LE URNE DECRETANO IL PAREGGIO: CI SARANNO DUE SINDACI


Un risultato elettorale molto singolare ha generato una pluralità inattesa

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È accaduto a Ronco di Cossato, una piccola frazione di poche centinaia di anime, staccatasi con referendum simil-ucraino dalla città. Città che peraltro, a causa della secessione, è scesa sotto i 15.000 abitanti.


Le recenti elezioni, le prime nella storia di Ronco, hanno portato a un curioso risultato: pareggio assoluto fra i due candidati a sindaco.


Procediamo con ordine.


I due candidati, Eustachio e Piersigismondo Dentice (conosciuti in paese come “I Dentici”), hanno 44 anni, e sono più che parenti, più che fratelli: sono gemelli.


Siccome a Ronco non c’è né destra né sinistra, si son candidati entrambi in liste di centro tra loro contrapposte: sono due perfetti estremisti di centro.


Allo spoglio delle schede elettorali il numero di voti conteggiati è stato identico per i due candidati.


Così si è deciso, in via del tutto eccezionale, di partecipare al ballottaggio (nonostante a Ronco di Cossato risultino mancanti più di 14.000 abitanti per superare la quota minima di legge necessaria).


Stranamente, il ballottaggio ha nuovamente dato risultato pari. Si vocifera che il presidente del seggio, trovando ovviamente lo stesso cognome su ogni scheda, abbia attribuito i voti una volta a Eustachio e una volta a Piersigismondo, e l’inevitabile risultato è stato il pareggio.


A questo punto, per legge, si sarebbe dovuto eleggere il candidato più anziano.


Secondo l’addetto all’anagrafe, il gemello più anziano è quello nato prima, invece secondo i dettami della biologia il più “anziano” è quello nato dopo, in quanto concepito per primo.


Allora i due contendenti hanno deciso di giocarsela con una gara podistica, il famoso “Trail della Pianetta”, ma anche lì sono arrivati al tra- guardo esattamente nello stesso istante, al fotofinish.


L’ ipotesi di procedere ad un duello rusticano, con i coltelli o altro tipo di arma, è stata fortunatamente scartata, anche per non sporcare il pavimento del palazzo comunale, recentemente ristrutturato: le macchie di sangue sono difficili da pulire.


Si è pertanto deciso di affidarsi al lancio della monetina per decretare il vincitore, ma entrambi hanno scelto testa, e a questo punto il verdetto è stato inequivocabile: sono stati eletti due sindaci, ognuno con la propria giunta.


Purtroppo questo governo a doppia amministrazione non sta dando buoni esiti, infatti a pochi giorni dall’insediamento si sono verificati eventi a dir poco incresciosi per il già traballante bilancio comunale.


Ad esempio, l’assessore alla cultura della Giunta di Eustachio ha acquistato uno stock di libri antichi per la biblioteca, ma il giorno dopo l’assessore di Piersigismondo ha ordinato di mandare al macero i libri più vecchi presenti nella struttura.


L’assessore all’urbanistica e alla viabilità della giunta di Piersigismondo ha fatto realizzare delle stupende aiuole fiorite, ma il giorno seguente il suo omologo della giunta Eustachio le ha fatte asfaltare, nell’ambito di un piano di abbattimento delle barriere architettoniche.


Ma il massimo della confusione si è raggiunto con la differenziazione e lo smaltimento dei rifiuti. I due sindaci si sono rivolti a imprese diverse, che hanno sistemi diversi di raccolta per carta, vetro, plastica, e organico. Così, un mattino i Roncocossatesi si sono trovati un vero rompicapo: una decina di bidoni che riportavano scritte contraddittorie, tipo “Plastica e lattine” - “Metallo e vetro” - “Plastica biodegradabile” - “Compost antiorganico” - “Umido e morbido” - “Secco parzialmente indifferenziato”, eccetera.


Dopo alcuni momenti di sbigottimento, e vivaci discussioni per risolvere l’impossibile rebus, hanno abbandonato i sacchetti sulla piazza del Municipio, con grande gioia di gatti e cani randagi, ratti e piccioni.


È proprio il caso di dire che il buon giorno si vede dal mattino. Del resto, tanto va la volpe all’uva che ci lascia lo zampino. E se son rose sfioriranno. Ma sicuramente non c’è peggior sordo di chi è veramente sordo. Tuttavia, chi va con lo zoppo arriva in ritardo...

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M&M&M - Marchiori & Marello & Miglio (GIUGNO 2014)


Dietro gli alberi sullo sfondo, il ridente paesino di Ronco di Cossato

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

LA DOLOROSA ISTORIA DE LO GRANO SARACENO E DE LA SANTA BEATA FAVA

Da qualche giorno non si parla d’altro: la faccenda del grano saraceno e della infelice gaffe che il Movimento Cinque Stelle ha commesso, citandolo come un prodotto non italiano, ha avuto una eco tanto duratura quanto immeritata. Se ne parla più che della visita del Papa in Israele, che pure ci aveva dato già un bel tormentone, a reti unificate e senza intervalli.


L’ultimo tentativo dei grillini per salvarsi dallo sfottimento senza fine è stato quello di segnalarci che lo stesso errore era già stato commesso da altri, e precisamente dagli onorevoli Giovanni Fava della Lega Nord e Luca Sani del PD, in una relazione del 2011 sempre in tema agroalimentare. “Anche loro, anche loro!” gridano adesso, felici a metà, poiché mal comune è mezzo gaudio.


Così, invece di attenuarsi e scemare, la bagarre continua, e i nostri nervi rischiano di saltare.


Noi, che fino a ieri pensavamo che il grano saraceno fossero i soldi, il denaro rubato dai quaranta ladroni e ritrovato da Alì Babà nella famosa fiaba, siamo costretti a uscire dalla beata ignoranza collettiva, e capire di quale prodotto si tratti e da dove venga, per poter ridere (e indignarci!) della imperdonabile topica.


Sarebbe dunque un cereale? Come i corn flakes che mangiamo a colazione? E non viene dalla Saracenia, ma dal Trentino? Serve forse per fare il pane arabo? Ma no, per la polenta taragna!


Pare che l’interesse per questo prodotto sia aumentata improvvisamente: tutti lo vogliono, e le vendite di farina di grano saraceno sono schizzate alle stelle; anzi, alle

cinque stelle. Le massaie si scambiano ricette delle quali nessuno aveva mai sentito parlare prima.


In realtà, né la cazzata dei grillini né quella antecedente di Sani e Fava dimostrano una beata fava, in merito alla competenza di questo o di quel partito, ma mi hanno fatto venire in mente un’altra dolorosa storia, che ora racconterò.


Tanti, tanti anni fa, nelle campagne intorno alla città di Foggia, era molto sentito il culto di Santa Fava da Cerignola: Beata, Vergine e Martire.


Tale Santa veniva invocata dai poverissimi contadini pugliesi, quando, dopo una dura giornata di lavoro, trascorsa a raccoglier fave nel campo del padrone ricco e cattivo, ne nascondevano qualcuna nella tasca dei pantaloni (le donne nel corpetto, tra i prosperosi seni) per poter portare in tavola, all’ora di cena, almeno una zuppa di fave, e sfamare così la numerosa famiglia.


Ad ogni fava trafugata essi invocavano la Santa con queste parole: “Santa Fava, sarà cena questa fava!”.


Da lì nacque il culto di Santa Fava Saracena. Nel campo assolato, tra i filari di piante di fava, si udiva mormorare continuamente questa preghiera, che si confondeva con il soffio del vento ed il frinire instancabile delle cicale.


Il padrone e i suoi sgherri credevano si trattasse di canti popolari di contadini ignoranti e superstiziosi, finché un brutto giorno un giovane di nome Peppino, che forse aveva preso troppo sole sen- za copricapo, cominciò a sbraitare dicendo: “Basta! Vaffanbagno il padrone (o qualcosa di questo tenore), questa è una guerra, mandiamoli tutti a casa! Vinciamo noi!”. Gli sgherri sentirono, si spaventarono, e intensificarono la sorveglianza.


Da quel giorno, all’uscita dal campo, i lavoranti - non essendo ancora stato inventato lo scan biometrico e il fava-detector - venivano sottoposti a ispezioni “manuali”, non dico in quale sito, per escludere appropriazioni indebite di raccolto.


Il culto di Santa Fava Saracena sopravvisse a lungo, nel corso dei secoli, e ne nacque persino una setta religiosa, i Favisti. Il favismo fu un’eresia difficile da estirpare, quasi peggio di una malattia.


Nulla a che vedere però con il Fauvismo, corrente pittorica francese, fondata da un manipolo di imbrattatele che dipingeva sempre l’uva (da cui il nome) e beveva tanto vino. Attualmente il fauvismo vanta ancora numerosi seguaci nel Basso Canavese: sostenitori che ormai non perdono neanche più il tempo a considerare tele, colori e pennelli.

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Maria Stefanello (GIUGNO 2014)

Sun li Pirati Saracini, che dallo mare vengono ogni anno a manobassa facere!

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AMRICORD: questo articolo è stato scritto tra il 2012 e il 2014, quando l'ACC (Accademia dei Cinque Cereali) collaborava allegramente con LA TAMPA

Continua...

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