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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

COMPLIMENTI STRADALI



Da qualche anno in Giappone esiste una curiosa figura professionale: il lodatore. Lo si può incontrare in strada, ai crocicchi, davanti alle stazioni, ovunque ci sia un piccolo spazio, sufficiente ad appoggiare il suo fagotto e il contenitore per la raccolta delle offerte. Lì si ferma, si appende al collo un cartone che recita “sugoku homemasu”, ovvero “Lodo moltissimo”, e resta in attesa del primo cliente. Ciò che offre, in cambio di un obolo in denaro, è una o più frasi di lode e di approvazione.


Sovente si tratta di disoccupati, poveri, senzatetto, che ricordano un po’ San Francesco d’Assisi, che camminava stracciato e scalzo lodando Dio e tutte le sue creature. Questi lodano solo le creature che lo richiedono espressamente.


La strana iniziativa pare abbia avuto successo, e lo studio della psicologia e della sociologia nipponica ne ha rivelato i motivi.


Nonostante ci possa imbarazzare, e per quanto ci si sforzi di negare per non apparire presuntuosi, essere lodati ci commuove e ci gratifica intimamente: siamo soliti ricevere complimenti soprattutto nell’infanzia, mentre in età adulta capita di rado. Ma nella cultura orientale manca questa fase infantile delle lodi: fin da bambini, i giapponesi sono gravati dalle grandi aspettative dei genitori e degli insegnanti, sempre severi e parchi di lodi, ma prodighi di rimproveri se i piccoli non si adeguano al modello richiesto. Perciò, una volta adulti, sono ancora alla ricerca di approvazione, hanno sviluppato poca autostima, e sono perciò più sensibili a qualunque tipo di complimento e lode.


Ma come è possibile - diciamo noi che di storia giapponese conosciamo ben poco, ma in compenso abbiamo visto tanti film - e i samurai? E i piloti kamikaze della seconda guerra mondiale? Non erano determinati e sicuri di sé?


Determinati certamente, ma a morire. E con dignità, per adeguarsi al modello imposto.


Per questo la figura del lodatore seriale ha avuto così successo: i suoi complimenti commuovono, inteneriscono, e soprattutto gratificano le persone che sono state poco lodate nell’infanzia.


Inevitabile il confronto con il nostro Belpaese, dove una figura di questo genere non avrebbe lo stesso successo. Nell’educazione dei figli facciamo anche troppi “complimenti”: fin dalla culla ricevono ammirazione e lodi. Vengono sgridati raramente, anche quando lo meriterebbero. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: bimbiminkia fino all’età adulta. Inoltre, qui da noi è imprescindibile la presenza quotidiana delle nonne, e si sa che esse sono sempre pronte a elargire complimenti. Non solo non si fanno pagare, ma addirittura pagano il nipote (con mancette e cucina saporita) perché venga a pranzo e cena, a farsi nutrire e complimentare.


Una via di mezzo tra il rigore giapponese e l’indulgenza italiana sarebbe auspicabile.


Tuttavia, se qualche disoccupato nostrano avesse la fantasia e il senso dell’impresa tipicamente italici, e volesse cimentarsi in questa nuova attività, dovrebbe seguire alcuni avvertimenti.


Per esempio, da noi potrebbe essere rischioso fare un complimento in strada alle donne: invece di un obolo potreste ricevere un ceffone, o addirittura una denuncia.


Ma anche se fossero le donne stesse a richiedere il complimento conviene farsi firmare un apposito modulo, nel quale dichiarano di essere “consenzienti”. A firma ottenuta, si deve ricordare che i complimenti più graditi alle donne sono questi:

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  1. Come sei dimagrita dall’ultima volta (non importa se l’ultima volta era ieri).
  2. Dimostri vent’anni di meno (generico, ma più sicuro che cercare di indovinare l’età e poi togliere una decina d’anni: potreste sbagliare clamorosamente e offenderle irrimediabilmente).
  3. Nel caso abbia figli al seguito, lodare i bambini per la loro bellezza ed educazione, sempre, anche se il più piccolo ha sputato nel contenitore delle offerte, e la grande ti ha tirato un calcio nello stinco.

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Con gli uomini è tutto più semplice: il maschio italiano, di qualsiasi età e ceto sociale, non solo gradisce i complimenti spudoratamente falsi, ma ci crede, e non ha mai dubbi sull’averli meritati. Gradisce anche le lodi che non si riferiscono a lui direttamente, ma alle sue scelte, specialmente in materia di automobili, opinioni sportive, e donne che lo accompagnano.


Gli uomini non sono meno vanitosi delle signore, e non disdegnano i complimenti sull’aspetto fisico. Attenzione però a non farsi prendere la mano: per esempio, mai lodare la folta chioma di un uomo con il cappello, perché potrebbe essere calvo, come l’ispettore Rock della vecchia pubblicità della brillantina.


Insomma, con il tempo e l’esperienza potreste intuire immediatamente il punto debole di chi cerca approvazione, e renderlo punto di forza con una lode ben assestata.


È un po’ come improvvisarsi psicoterapeuta di strada, dove a sua volta chiunque può improvvisarsi paziente, con minima spesa.

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Stefania Marello

Lodatore giapponese

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Lodatore italiano

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Soluzione americana: lodarsi da sé

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