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Umorismo di sostegno

PUBBLICAZIONE UMORISTICA FONDATA DALL'ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI IL 2 GIUGNO 2016

ANNO IX d.F. - IDEATO, SCRITTO, IMPAGINATO, POSTATO E LETTO DAGLI AUTORI E DA SEMPRE DEDICATO A FRANCO CANNAVÒ

Fondatore e macchinista: Paolo Marchiori.
Vicedirettori postali (addetti ai post): Stefania Marello, Christina Fasso, Italo Lovrecich, GioZ, il Pensologo Livio Cepollina.

PER CANI CHE NON DEVONO CHIEDERE MAI

LE GIORNATE AGGIORNATE

SVIOLINATE ESTIVE


Oltre ai tormentoni fissi (riscaldamento del mare, liquefazione dei ghiacciai, anticicloni africani ecc.) l’estate ci regala ogni anno tormentoni saltuari e transitori. Ricordiamo l’estate scorsa l’allarme vaiolo delle scimmie, qualche estate fa la terribile cimice asiatica, e prima ancora i nidi di calabroni fin sui lampadari. Risalendo più indietro nel tempo ci fu la mucillagine prodotta dalle alghe, che obbligò gli operatori turistici della Riviera a dotarsi di piscine. Se ne parlò come di una sciagura per un paio di stagioni balneari, poi tutto tacque.


Quest’ultima è stata l’estate del Loxosceles rufescens, nome scientifico di un ragnetto dall’apparenza insignificante, detto anche ragno violino.


Ma dov’era finora questa bestia pericolosa dal veleno mortale? Se ne stava nascosta nell’ombra come la sinistra italiana? Solo gli entomologi ne conoscevano l’esistenza, prima che salisse all’onore di cronaca per la sua “pericolosità”.


In realtà si tratta di un ragnetto simile a tanti altri che vivono alle nostre latitudini e frequentano le nostre case e cantine. A dispetto di come è soprannominato è del tutto silenzioso: non suona il violino né alcun altro strumento; in compenso le sviolinate interminabili le hanno fatte i media, raccontandoci di persone finite al pronto soccorso o addirittura morte in seguito ad un morso di questo ragno. L’ultima notizia è stata l’allucinante storia di un giovane al quale sarebbe stato amputato un braccio. Quindi, ci raccomandano massima attenzione se veniamo morsi: disinfettare il morso, misurarsi la temperatura, controllare i linfonodi, e al minimo dubbio recarsi al più vicino ospedale.


Piuttosto che andare al pronto soccorso, e restarci per ore sdraiata su una scomodissima barella, con la flebo e il pannolone, preferirei morire a casa mia, con il conforto della mia famiglia, o in mancanza di essa persino di un prete (il che la dice lunga, conoscendo il mio ateismo fondamentalista). Ma soprattutto, come potrei sapere che il ragno che mi ha morso è proprio quello col violino? È facile, ce lo hanno spiegato a ripetizione i giornali, i notiziari e il web: prima di tutto ha sei occhi, e non otto come tutti gli altri ragni. Non so se qualcuno di voi ha mai guardato un ragno dritto negli occhi, io non ci sono mai riuscita. Sono piuttosto piccoli e corrono così veloci che vedi solo il turbinare delle loro lunghe zampe. Però, ci dicono, ha un altro carattere identificativo: una macchia scura a forma di violino nella parte superiore del torace. Ah, ecco: non si chiama così perché a scuola era un secchione… Comunque, tenendo conto che il ragno in questione ha un corpo lungo dai sei ai nove millimetri, e che il suo torace è all’incirca tre-quattro millimetri, quanto potrà mai misurare la macchia? E non credo che, dopo avermi morso, il ragno resterebbe fermo ad aspettare che io inforchi gli occhiali da lettura per osservarlo da vicino. Dirò di più: questo violino non riesco a vederlo nemmeno in foto, nemmeno ingrandendo l’immagine sul cellulare fino a quando diventa tutta sgranata.


Perciò, sono giunta a una conclusione: dopo aver trascorso una vita discretamente lunga ignorando l’esistenza di questo mostro, credo che non inizierò adesso a preoccuparmi. I ragni mi fanno un po' impressione - come a tutti, credo - e trovarne uno sul cuscino non mi farebbe certo piacere, ma non ho mai sviluppato una fobia. Non voglio iniziare ora, con un ragnetto da niente quanto a dimensioni, e poco propenso ad avvicinarsi agli umani. So che è dotato di veleno, come tutti i suoi simili, ma in genere lo usa per uccidere gli insetti che cattura, per poi mangiarseli in santa pace. La mia vita e la sua scorrono su piani completamente diversi, che normalmente non si incrociano. Ma se anche un giorno dovessi incontrarne uno, spero che non decida di mordermi, ma che se ne vada tranquillo per gli affari suoi, lasciandomi libera di occuparmi dei miei.


So che l’allarme nazionale è il tappabuchi dei notiziari, in periodi, come l’estate appunto, in cui la politica va in ferie, la gente è più distratta del solito e c’è penuria di notizie. Per avere attenzione, vendere i giornali, aumentare l’audience e ipnotizzarci con la pubblicità, il sistema più facile è tenere alto il livello di ansia collettiva.

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Stefania Marello - ACC


NASCE eRUBA, LAPIATTAFORMA DIGITALE PER LADRI


Non c’è cosa più irritante e allo stesso tempo frustrante che rientrare a casa e scoprire che è stata visitata dai ladri. Vedere la propria abitazione messa a soqquadro è un’esperienza davvero sgradevole ed esasperante, poiché ci si trova impotenti di fronte a queste intrusioni che toccano la propria sera personale.


Oltre al furto di denaro e preziosi bisogna fare i conti con i danni subiti, non solo alla serratura di casa o agli infissi, ma anche a oggetti rotti durante la ricerca dei preziosi. Per non parlare del tempo perso per ripulire e riordinare gli oggetti buttati alla rinfusa.


A tentare di lenire queste sofferenze ci pensa la tecnologia.


Infatti, è allo studio una nuova piattaforma digitale per favorire lo scambio ladro-vittima.


Il proprietario di preziosi potrà caricare nell’apposito sito foto e descrizione dei gioielli segnalando l’esatta posizione in casa.


I più tecnologici potranno addirittura inserire le coordinate GPS dei gioielli o della riserva di denaro nascosta in casa, in modo da favorire i malviventi e metterli in condizione di derubare e lasciare l’abitazione in ordine.


Inoltre, sapendo già la natura della refurtiva, non perderanno tempo a scassinare la serratura se non ne vale la pena.


Il sito web potrebbe chiamarsi e-ruba oppure rubay; sarà comunicato al momento della registrazione.

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Freddy Marchiori - ACC

Camera da letto dopo il passaggio dei ladri tradizionali.

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Un e-ladro all’opera: le vittime potrebbero collaborare fornendogli le password e i propri dati sensibili.

POCHI MEDICI: LE LAUREE SI POTRANNO EREDITARE


La sanità pubblica è allo sbando, i medici scarseggiano e, come se non bastasse, le facoltà di medicina continuano a mantenere il numero chiuso per le iscrizioni.


In molti ospedali, soprattutto quelli di piccole e medie dimensioni, alcuni reparti di importanza vitale sono costretti a chiudere perché i medici si trasferiscono laddove vi sono condizioni lavorative migliori, e i pochi che rimangono non sono sufficienti a garantire la copertura del servizio.


L’accademia dei Cinque Cereali, in collaborazione con l’Università di Pensologia di Torino, ha studiato il problema e prontamente trovato la soluzione.


Si tratterebbe di rendere ereditarie le lauree in medicina, in modo tale da sopperire alla situazione di sottorganico in cui versa la pubblica sanità.


L’idea non è di ereditare solo in caso di morte del medico, ma anche nel caso di pensionamento, per dare continuità alla professione.


Se un medico avesse più figli, uno potrebbe acquisire la laurea come medico di base, e gli altri le specializzazioni o i corsi formativi seguiti durante la carriera del genitore.


Grazie a questo stratagemma, in pochi anni sarebbe garantita la copertura dei medici in ogni specialità e assicurare un futuro al servizio sanitario nazionale.

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Paul Rice – ACC


Un meccanico, figlio di medico, non rinuncia alla sua professione e visita un paziente tra un cambio olio e una revisione impianto freni.

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Impiegata del settore metalmeccanico, figlia di un nefrologo, visita un paziente nell’officina in cui lavora anche come contabile. La sua deformazione professionale la aiuterà a contare i calcoli renali.

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Quando l’artista è figlio di un ortopedico, l’atelier può essere trasformato in un laboratorio per realizzazione protesi.

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE


IN PILLOLE

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Lo stato sociale non può reggere al cataclisma della longevità. Nel Regno Unito, l’età più comune per morire oggi è 87 anni. Si è sconfitta la morte precoce, grazie a cibo e acqua più puliti, vaccinazioni, antibiotici. La poliomielite era una minaccia, è quasi scomparsa, come il vaiolo. Ora ci si preoccupa dei costi di una società che invecchia. Ci son più di mezzo milione di persone con più di 100 anni, e aumentano. Se viviamo abbastanza a lungo, tendiamo a crollare lentamente. Cambia il modo in cui invecchiamo, e dobbiamo cambiare il modo in cui pensiamo all’età. Un mondo nel quale la maggior parte delle persone vivrà 90 anni, e più, deve essere ripensato. L’idea di 25 anni circa di istruzione, 35 anni di lavoro, e poi 35 anni di pensione, è impossibile, per la società. Sarà necessario lavorare più a lungo. Questo richiederà anche cambiamenti: invece di periodi di istruzione, lavoro e pensione, si dovranno mescolare le tre cose. I sistemi sanitari dovranno incorporare pienamente la salute pubblica, che diventerà sempre più importante causa l’invecchiamento della gente. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino, 107 anni: “E in qual modo questo dovrebbe interessarmi?”.

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Abbassare il tono di voce migliora i rapporti sociali: le dinamiche sociali sono in continua evoluzione, e con esse mutano anche le relazioni interpersonali. La scienza ci suggerisce letture della realtà sempre più adeguate. L’unico modo di capire come e perché avvengono le evoluzioni è l’osservazione e la rilevazione scientifica. Nella società, la comunicazione per eccellenza è visiva, e si basa sull’esposizione di sé e della propria immagine: uno studio può dare una lettura sottovalutata. È la voce, a svolgere un ruolo determinante nelle relazioni sociali. Per stereotipo, la voce bassa e calda ha sempre ispirato sensazioni opposte a quelle scaturite da una voce acuta e stridula. Finora erano mere impressioni soggettive, adesso sono corroborate da uno studio scientifico, che analizza e chiarisce. Il Professor David Puts, antropologo della Penn State University, ha condotto uno studio che ha chiarito quale sia la percezione individuale dovuta ai vari toni vocali, ampliandola agli aspetti culturali, sociali e globali. Lo studio ha evidenziato come la voce sia una vera e propria carta di riconoscimento dell’individuo. Il campione è di 3000 persone, di 22 nazionalità. Il Professor Puts ha usato registrazioni vocali selezionate: voci femminili e maschili di varie tonalità pronunciavano la stessa frase, uomini e donne dovevano esprimere un parere a riguardo. È emerso che l’intuizione secondo la quale la tonalità vocale può condizionare la percezione sociale delle persone è vera. I toni bassi sono stati associati a uomini dallo status sociale elevato, una voce bassa risulta più impattante in ambiti sociali più violenti e dove la mobilità di relazione, cioè la propensione a intessere interazioni con estranei, è più elevata. Invece, la voce femminile è poco funzionale ad approcci violenti, o a gestire rapporti in cui è necessario minacciare. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Da come bisbiglio bene, io sarei l’imperatore del mondo”.

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Inventato il robot per il gatto, gestito dall’intelligenza artificiale. Uno studio del gruppo di lavoro in cui collaborano informatici dell’Università di Nottingham e gli artisti di Blast Theory, premiato alla conferenza annuale Computer-Human CHI’24 alle Hawaii, ha realizzato un robot pensato per far giocare e intrattenere i gatti. Ha un braccio robotico guidato dalla IA, gestito da remoto, che simula un topolino, ed è in grado di fornire il cibo. Ha un sistema in grado di apprendere le preferenze del gatto, e adeguarsi al suo modo di giocare. Steve Benford, responsabile della ricerca: “Creare un sistema multi-specie, in cui gatti, robot e umani interagiscono, richiede molto più che progettare il solo robot: si deve garantire il benessere del gatto in ogni momento, considerando la progettazione del recinto, ed anche il ruolo dell’umano. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Sempre meglio che occuparsi degli umani della terza età”.

CHI LA DA' E CHI NO

SUNTANT KATHIW

COL SENNO DI POI

Insieme compiono la bellezza di 123 anni!

LA SFIDA LETTERARIA SOLITARIA




DOPO I BALOCCHI, I PROFUMI


Tra le ultime novità in fatto di moda scopro che Dolce & Gabbana ha realizzato Fefè, il primo profumo per cani.


Già il nome incuriosisce: come l’avranno scelto? Ci sono varie teorie in proposito, la più accreditata è che Fefè sia il nome del cane di uno dei due scoppiati (nel senso che, a detta del gossip, non stanno più in coppia). In onore a Gabbana io l’avrei chiamato Gabbo, che significa burla, scherzo. Perché un profumo per cani sembra proprio questo: una burla.


Il messaggio pubblicitario, proprio come quelli dei profumi destinati agli umani, ne esalta “l’armoniosa combinazione di note olfattive, date dalla presenza di sentori di ylang-ylang, uniti al tocco fresco del muschio e ai tratti legnosi del sandalo”. È chiaro che non si tratta dei muschi e dei sandali che i quattrozampe amano annusare bazzicando sui pavimenti, sui marciapiedi e nelle aiuole. Sono fragranze esotiche sintetizzate nei laboratori, e non credo che i cani possano trovarle interessanti.


Il prodotto - che ha persino ottenuto l’approvazione di etologi e veterinari - è confezionato in una bottiglietta da 100 ml, in vetro color verde smeraldo, decorato con una preziosa zampa canina placcata in oro 24 carati. Capisco l’utilità del simbolo identificativo per evitare confusioni in famiglia, ma non credo che l’amato Fido, per quanto intelligente e raffinato, possa apprezzare l’oro e i suoi carati.


Il tutto viene venduto al modico prezzo di 99 €uro. Non 100 €uro, si badi bene, poiché anche Dolce & Gabbana conosce lo stratagemma usato dai discount per infinocchiare i clienti alla ricerca della spesa intelligente.


Fortunatamente il prodotto non è alla portata di tutti: ci saranno ancora in circolazione cani felici che potranno indulgere in una delle poche soddisfazioni rimaste nella loro vita sempre più umanizzata: fiutarsi, riconoscersi e scambiarsi utili informazioni annusandosi reciprocamente il sedere.


Che il cane puzzi è un dato di fatto: ogni specie animale ha il proprio odore; anche noi abbiamo il nostro, e non è sempre così gradevole. Le puzze fanno parte dei processi digestivi, ormonali e d’altro genere che trasformano continuamente la materia vivente di cui siamo fatti, che purtroppo non è solo bellezza, intelligenza e sogni. Per questo le civiltà umane hanno inventato lavacri, terme, stanze da bagno con doccia e bidè, saponi aromatici, deodoranti e ammorbidenti per profumare ciò che è già perfettamente pulito. Tutto questo ci ha procurato problemi di salute, e soprattutto ha contribuito ad ammorbare l’ambiente. Ora che finalmente ne siamo consapevoli qualcuno ha deciso di profumare i cani: non è follia? Non bastava il cappottino, la bandana e il collare firmato, non bastava il gelato per cani e gli innumerevoli balocchi per dimostrare al mondo quanto il nostro amico peloso sia importante per noi?


So bene quanto si possa amare un cane. Da bambina li adoravo, e ne avrei voluto immensamente uno tutto mio.

Me lo immaginavo un incrocio tra Lassie e Rintintin, un cane speciale che mi amava, mi capiva, e mi proteggeva dai bulletti della scuola. Fantasticavo di vivere avventure incredibili con un cane e un cavallo immaginari.


Il rifiuto alle mie insistenti richieste di avere, se non il cavallo, almeno il cane era motivato dal Regolamento Condominiale. Era questo un lungo elenco di divieti, esposto al piano terra accanto all’ascensore. Non si faceva cenno ai cavalli, ma in compenso si vietavano, tra altre innumerevoli cose, gli animali domestici, e la presenza dei bambini nel curatissimo cortile condominiale. A quel sacro spazio solo la portinaia aveva accesso, per spazzare le foglie e innaffiare le ortensie. Il Regolamento tollerava i bambini in condominio, ma solo se rinchiusi nell’appartamento, fermi e possibilmente zitti.


Crescendo, non tanto in centimetri quanto in anni, ho rinunciato al mio infantile desiderio. Oggi mi rendo conto di riuscire a malapena a badare a me stessa, e più che della "pet therapy", della quale si parla tanto, talvolta a sproposito, avrei necessità di altre “therapy”, che non sempre il sistema sanitario è in grado di garantire. Ma se anche avessi un cagnolino non penso che lo cospargerei di profumo.


Ogni qualvolta cammino per le strade del quartiere praticando lo slalom tra le deiezioni canine, penso che ogni proprietario di cane, invece di acquistare Fefè, dovrebbe raccogliere pupù. Perché la pupù non cambia la sua natura (né il suo odore) neppure cospargendo la bestiola con litri di Fefè.


Molti già lo fanno, ma se lo facessero tutti le strade della città sarebbero, se non profumate di muschio e sandalo, almeno un po’ più pulite.

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Stefania Marello - ACC

(Vignetta liberamente copia/incollata dal web)

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Cane da caccia in confusione olfattiva

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Cane con essenza di “Cagot de Paris”

CONTRO I BURLONI

L'INARRIVABILE NONNO ABEFFARDO

IL TARLO CONTRO IL CARLO

LE GRANDI SFIDE LETTERARIE DELLA STAMPELLA

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Il Fondo Monetario Internazionale informa che il debito pubblico globale supera i 100mila miliardi di dollari, attestandosi al 93% del Pil. Le grandi domande: ma se esiste questo enorme debito, chi è il detentore del credito? Mistero della Fede n° 1.

Il vecchio tarlo

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Gli anfibi axolotl hanno una misteriosa capacità di decidere di non invecchiare, riuscendo a fermare i loro orologi biologici. Niente del genere per gli umani, giusto?

Carlo Chievolti

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Gianni Cuperlo, ex presidente PD, mostra il conto bancario: ben 12.201,99 €uro. Non è chiaro, se il suo intento sia dimostrare di essere onesto, oppure un incapace.

Il vecchio tarlo

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Primarie intelligenze torinesi vogliono raggiungere la Luna prima di Elon Musk. Auguri! C’è un piccolo fattore inquinante: quello là è l’uomo più ricco del mondo.

Carlo Chievolti

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Le ambulanze nello svolgimento delle proprie funzioni sono multate per eccesso di velocità. In tre anni ci sono stati 150 ricorsi. Solo a me sembra vergognoso, che vengano multate? O in seconda battuta le multe non siano annullate in automatico?

Il vecchio tarlo

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Nel 2025 ci sarà un sistema sicuro per verificare l’età degli utenti online. Si dovrà fornire una prova dell’età”, per accedere a contenuti vietati a minorenni: siti porno e di scommesse online. Interverranno Spid, Cie, e altre diavolerie che inventeranno nel frattempo. Non sarà solo un controllo sullo spippolamento, ma sulla vita di tutti.

Carlo Chievolti

LA MOSCA COCCHIERA IN PILLOLE

IN PILLOLE

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Quanta acqua si deve bere al giorno? Una persona di 70 chili può tranquillamente bere da 2-3,5 litri al giorno. E si intende tutti i tipi di liquidi, compresi quelli forniti anche da estratti, centrifugati, bevande a zero calorie. L’ideale è bere un bicchiere di acqua ogni ora, perché sodio, potassio, magnesio e calcio sono assorbiti meglio, e i tanti filtri dell’apparato urinario devono essere lavati di continuo. Fondamentale bere lentamente e costantemente. Dopo i 40 anni si perde o si riduce lo stimolo della sete. La quantità di acqua presente nel cervello arriva all’80%. La nostra memoria dipende anche dall’acqua: il primo organo che soffre la carenza acuta di acqua è il cervello. Se va in tilt, subito dopo si asciugheranno apparato respiratorio, polmoni e bocca. Infine, il sangue diventerà sempre più denso, fino a non poter più circolare. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Ho un amico che non beve acqua, l’organo che esercita di più è il cervello, e sembra funzionare al meglio. Grazie all’abbondanza di vino?”.

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Frutta e verdura agevolano la vita sessuale soddisfacente. 73 persone su 100 che le mangiano sono soddisfatte della propria vita sentimentale, solo 48 tra chi non ne mangia abbastanza. Lo studio, condotto dall’azienda di fast food salutista Picadeli, ha anche rilevato che nove persone su 10 sono felici nelle loro relazioni quando mangiano 400 g di frutta e verdura al giorno. Ma questa percentuale scende del 12% se non si mangia la quantità raccomandata. L’85% di chi ne mangia molta dichiara di essere molto soddisfatto della propria vita. Sono alimenti con importanti sostanze nutritive e antiossidanti, che aiutano anche a mantenere in salute il corpo e la mente. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Ricerca approvata dall’organizzazione Frutta&Verdura”.

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A letto pensi più a te o a lei? Uno studio della Missouri State University, che ha coinvolto 80 persone tra i 18 e i 69 anni, pubblicato sul DailyMail, riporta le parole della dottoressa Alicia Walker: “Al centro dello studio il concetto di soddisfazione sessuale. L’obiettivo è capire quale parte del sesso fornisce la sensazione soggettiva di felicità. Con connessione emotiva e orgasmi, la “chimica” si è classificata tra i primi tre ingredienti essenziali. Questo fenomeno è stato definito prioritario a letto”. E i maschi si preoccuperebbero più dell’orgasmo del partner rispetto alle femmine. Il Professore Chiarissimo Sun Nen Bun, Dipartimento Torrazzese dell’Università di Pensologia di Torino: “Pensare al piacere della donna con la quale ti accompagni dovrebbe essere prioritario. Ma, esaminare 80 persone su otto miliardi è limitativo”.

ACCADEMIA DEI CINQUE CEREALI: ESERCIZI DI STILE


Lei si chiamava Dovizia, un nome assai particolare, ma consono al suo carattere, che la vedeva descrivere ogni cosa le accadesse, con minuziosità̀ quasi pistina.


Lui masticava un ramoscello di liquirizia, affidandogli l'arduo compito di soddisfare quella dannosa abitudine coltivata con dovizia che ancor la sigaretta tra le labbra gli facea agognare.


Fu arduo smettere, per di più repentino di quel becero vizio inviso alla donna amata, ma recondita era la speranza che nel suo destino lo stratagemma valesse la meta sì desiderata.


La panacea d'ogni suo soffrir d'amore si trovava recondita e furtiva sol nella sua mente, ma la brama di chetare il proprio cuore lo portò cocciuto a vessare il cerebro indisponente.


Pur di vincere la disputa, con le cervella s'avventurò, tra sé e sé, in eloquio sagace, al fine di convincere l'inconscio e la donzella che la vittoria era vicina, con l'aiuto d'indole pugnace.


Egli non sapea però che i cerulei occhi della fanciulla brillavan per altro uomo a lei più consono e agiato, mostrandosi così venale, sciocca e un po' fasulla, tant'è che giunta al culmine la storia, si ritrovò spiazzato.


Quale ghiribizzo le era scorso d'un tratto per la testa, chi potea esser l'artefice di tal nefando abominio, un becero personaggio uscito dal ciarpame di qualche festa, o forse uno zotico fra i tanti dai capelli color del minio?


Ineffabile, lei si presentò, e con parlar forbito gli presentò testè il canuto e bislacco compagno, quindi con un gesto blando gli diede il benservito, lasciandolo nel bailamme e col bisogno d'andare in bagno.


Cercando di raccoglier la vaghezza dei suoi pensieri, madido di sudore, cercò l'oblio dentro a un igienico servizio. In quell'angusto e ameno spazio provò a tornare a ieri. Forse è stato per un cavillo, pensò guardando l'orifizio.


Il cielo, non più terso, s'era nel frattempo fatto uggioso, e si ritrovò tra le mani a maneggiar una duttile cartina. Al diavolo quella stupida accozzaglia, e il tipo tedioso.

Ghiotto son di tabacco, e torno a farmi una fumatina.


La composizione “poetica” è stata scritta con l’obbligo di avere un senso compiuto e contenere i 50 vocaboli di seguito elencati.


Spero di non aver fatto dimenticanze, se mi sbalio mi corigerete.


1. Zotico 2. Uggioso 3. Artefice 4. Oblio 5. Abominio 6. Arduo 7. Duttile 8. Ameno 9. Bislacco 10. Ciarpame 11. Accozzaglia 12. Blaterare 13. Becero 14. Ineffabile 15. Angusto 16. Consono 17. Nefando 18. Terso 19. Ebbro 20. Vaghezza 21. Culmine 22. Blando 23. Ceruleo 24. Recondito 25. Dovizia 26. Brama 27. Panacea 28. Vessare 29. Venale 30. Indole 31. Repentino 32. Ghiribizzo 33. Bailamme 34. Cavillo 35. Forbito 36. Disputa 37. Sagace 38. Furtivo 39. Agognare 40. Intonso 41. Agiato 42. Tedio 43. Caterva 44. Ghiotto 45. Stratagemma 46. Cocciuto 47. Eloquio 48. Madido 49. Canuto 50. Flebile.

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Il Dittatore Franco Cannavò

LA TAMPA 2419 del 2014

Franco Cannavò declama il componimento poetico ai Nonni

OPERAI CON STIPENDIO RADDOPPIATO PER ERRORE


QUANDO L’AGENZIA DELLE ENTRATE APPLICA LE NORME CON ECCESSO DI ZELO

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I controlli fiscali effettuati dall'Agenzia delle Entrate avvengono perlopiù sulle dichiarazioni di imprenditori e liberi professionisti.


Gli studi di settore determinano il reddito medio per tipologia aziendale e, in base a questo, vengono controllate le proprietà di beni immobili e mobili del presunto evasore.


Quindi, se un imprenditore con un reddito dichiarato di diecimila euro annui possiede una villa al mare, alcune auto di lusso e magari uno yacht, nessuno rimarrebbe sorpreso se si scoprisse che evade il fisco.


Quanto accaduto a un operaio metalmeccanico è invece abbastanza singolare.


Infatti il lavoratore dipendente, estratto a sorte per un controllo di routine, è risultato possessore di un appartamento in centro (con mutuo che estingueranno i posteri fra due generazioni), un'Audi A5 con finanziamento ventennale, impianto di climatizzazione con pagamento a mezzo di cambiali (alcune scadute), e l'abbonamento per lo stadio.


L’ispettore incaricato dal fisco, un giovane talentuoso neolaureato in matematica, applicando le apposite tabelle sugli studi di settore in vigore per gli imprenditori ha stabilito che l’operaio dovrebbe percepire almeno il doppio dello stipendio dichiarato.


Per rientrare nei parametri, solitamente si va alla ricerca di entrate non dichiarate (il cosiddetto “nero”) ma, in tal caso, l’ispettore ha avuto una pensata che solo un matematico poteva avere: per riportare i parametri alla normalità, invece che agire sul fattore evasione, si può agire sul fattore salario. Ed ecco che l’equazione torna a quadrare.


Per questo motivo, l’Agenzia delle Entrate ha dato ordine al datore di lavoro di raddoppiare lo stipendio al dipendente, con somma gioia dell’operaio che ormai si vedeva perduto.


Pare che vi sia già una lunga lista di attesa di operai, che faticano ad arrivare alla terza settimana, e soffrono di crisi d'ansia a partire dalla seconda, che si autodenunciano, chiedendo di essere sottoposti al controllo fiscale.


Più che ravvedimento operoso, potremmo chiamarlo ravvedimento operaio.


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Marchiori assisted by Marello – ACC (GENNAIO 2017)

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I precompilati degli operai vanno a ruba tra i milionari, così possono risparmiare fino al 99% sulle tasse

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LA RISTAMPELLATA: questo articolo è stato scritto tra il 2016 e il 2018 e viene qui riproposto a grande richiesta.

I LADRI VERSERANNO I CONTRIBUTI I.N.P.S. E I.N.A.I.L.


Fare il ladro non è semplice. A causa di antifurti sempre più sofisticati e sistemi di sicurezza di ultima generazione, diventa sempre più difficoltoso e impegnativo operare nel settore dei furti (con o senza scasso).


Se un tempo bastava rompere un vetro o scassinare una mediocre serratura, oggi è necessario ingegnarsi con attrezzature costose e, spesso, ingombranti.


Talvolta occorre studiare per giorni l’abitazione da svaligiare e trovare il punto debole da cui accedere, che magari si trova al secondo piano.


A quel punto occorrerebbe una scala a pioli. Se si prendesse quella nel fienile dei proprietari di casa, il problema non si porrebbe perché, in caso di infortunio, starà ai derubati fornire le certificazioni della scala e dimostrare che è a norme ISO, per non incorrere in una pesante multa e nel risarcimento danni al malvivente.


Se invece il ladro decidesse di portare la propria scala? A quel punto, in caso di incidente, rischierebbe un serio infortunio o addirittura un’invalidità permanente.


Se il malfattore optasse per scassinare la serratura, dovrebbe munirsi di trapano e moletta da taglio a batteria (perché sarebbe poco etico chiedere al vicino di casa di poter collegare la prolunga alla rete elettrica).


Cosa accadrebbe se durante la forzatura il ladro dovesse ferirsi? starà ai derubati fornire le certificazioni della serratura e dimostrare che è a norme ISO, per non incorrere in una pesante multa e nel risarcimento danni al malvivente.


Tuttavia, se la serratura risultasse a norma, un serio infortunio, lo costringerebbe a stare a riposo, sospendendo per un periodo gli introiti derivanti dall’attività illecita.


Per evitare queste spiacevoli situazioni, è stata presentata in Parlamento una proposta di legge che preveda il versamento dei contributi I.N.P.S. e I.N.A.I.L per garantire copertura assicurativa anche a chi opera nel settore del furto.


Inoltre, raggiunta l’età pensionabile, il ladro potrà ritirarsi, diminuendo così il tasso di criminalità; senza pensione avrebbe continuato nella propria attività illegale.


Diamo per certa l’approvazione a breve in Parlamento del disegno di legge, se non altro per solidarietà... umana.

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Paul Rice – ACC

Continua...

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